Difficile non correre con la mente – senza neppure dover tornare troppo indietro con la memoria – alla foto postata da Chiara Ferragni nel luglio 2020, in visita agli Uffizi, davanti alla Nascita di Venere di Botticelli. Allora, i selfie della più seguita influencer italiana polarizzarono il dibattito tra indignati (con derive violente riconducibili al popolo degli hater) e favorevoli a utilizzare invece il seguito di una indiscussa star dei social network per richiamare l’attenzione dei più giovani sugli Uffizi e sull’opportunità di visitare i musei, con lo stesso ufficio stampa delle Gallerie impegnato a ipotizzare una comparazione tra il canone estetico celebrato nel Quattrocento da Botticelli attraverso il ritratto di Simonetta Vespucci e Chiara Ferragni, eletta per l’occasione “divinità contemporanea nell’era dei social”.
LA VENERE DI BOTTICELLI DIVENTA INFLUENCER PER ENIT
Non sembra atterrata lontano l’idea creativa all’origine della nuova campagna di promozione delle bellezze italiane realizzata dal gruppo Armando Testa per l’Enit, Agenzia Nazionale del Turismo. Mentre l’influencer in carne e ossa – la Ferragni – scendendo le scale dell’Ariston ha di recente confermato quanto l’universo dell’arte possa essere congeniale ai messaggi che si prefigge di veicolare, infatti, l’influencer “divinità” si è materializzata sulle grafiche della nuova campagna internazionale di promozione turistica finanziata dal ministero del Turismo, con la ministra Daniela Santanché – che già all’inizio di marzo scorso “spoilerava” il debutto di una Venere in monopattino – in prima linea per “portare l’Italia al primo posto nel mondo: siamo i più belli, ma non siamo mai stati i più bravi a promuovere la nostra Italia”. E allora ecco la Venere di fattezze botticelliane nei panni di una moderna influencer, abbigliata alla moda con completo pantalone smanicato e borsetta a tracolla mentre si scatta un selfie in piazza San Marco, o in sella a una bici in pantaloncini blu a vita alta con maglia a righe in pendant in gita al Colosseo. Più casual, invece, è l’outfit scelto per visitare Polignano a mare, seduta sulla scogliera in gonna di lino azzurra che lascia intravedere le gambe, camicia annodata morbida sotto il seno e immancabile borsetta a tracolla; mentre sul lago di Como, la nostra Venere smart è immortalata mentre gusta una pizza, in una posa che nulla ha da invidiare alle più abusate pubblicità televisive di pasta o prodotti made in Italy.
CHI È LA VENERE INFLUENCER VIRTUALE
“Follow me”, seguimi, esclama la Venere influencer “prestando il suo volto per raccontare le nostre bellezze, dalle grandi città più note agli angoli più nascosti dell’Italia” in rappresentanza di “un’accoglienza 3.0”. La campagna, accompagnata dal claim “Open to meraviglia” si compone di un video promozionale (“non era mai stato fatto un video sull’Italia”, specifica Santanché “sarà trasmesso su treni, aerei, sulle reti Rai, su Netflix… La pubblicità è l’anima del commercio e noi dobbiamo vendere il nostro prodotto”) e di una serie di visual per affissioni, ma dispone anche di uno specifico profilo Instagram @venereitalia23. L’investimento complessivo previsto da Enit per la campagna primavera/estate e autunno/inverno è di nove milioni di euro. L’Italia è una porta aperta sulla meraviglia, “una bandiera tricolore che si spalanca dando il benvenuto al mondo intero”, come il nuovo logo del Ministero, che tiene a battesimo la campagna. Ma qual è l’identikit della Venere influencer? “Avevamo bisogno di un testimonial all’altezza, qualcuno di molto moderno, ma con una grande storia alle spalle. Riconoscibile attraverso il suo sguardo, e il segno inconfondibile dei suoi capelli”, sottolinea la voce narrante del video. Ma è poi la Venere a raccontarsi in prima persona, evidenziando più di una consonanza proprio con Chiara Ferragni: “Ho trent’anni, qualcosina di più per di la verità, e sono una virtual influencer”, ammicca la Venere virtuale celiando sulla sua età (a proposito di stereotipi), mentre scorrono le sue foto posate da catalogo di moda o gli scatti in barca a vela, destinati a fare il pieno di like. “Vi racconterò di bellezza, cucina, musica, ospitalità e arte. Sarò l’immagine dell’Italia nel mondo, il suo volto più luminoso: è il bello di essere un’influencer”. A proprio agio sulla passerella, davanti ai microfoni, in tv, in fiere e saloni. E sui social, ovviamente, dove Comuni e Regioni che decideranno di aderire alla campagna digitale potranno vedersi rappresentati, contribuendo a costellare di nuove tappe l’album di viaggio condiviso dalla Venere virtuale.
PERCHÉ UNA CAMPAGNA COSÌ BANALE?
“Speriamo che la Venere di Botticelli diventi molto famosa anche tra i giovani, attraverso questa combinazione tra arte e digitale”, spiega Marco Testa. “Questo è un modo un po’ diverso di rappresentare l’Italia, per andare verso un turismo più giovane”, fa eco Santanché. Di certo la ministra avrà gradito la caratterizzazione modaiola della nuova testimonial virtuale, lei che lo scorso febbraio aveva sottolineato il ruolo essenziale del turismo della moda, “del fashion, che in Italia è un pilastro importante per tutto il settore”. Spiace invece riscontrare una certa banalizzazione del tema, nel concept come nella realizzazione della campagna, tanto più inaspettata da un gruppo autorevole come Armando Testa, che vede nel suo fondatore un maestro della comunicazione visiva, raffinato e ironico, capace di colpire l’immaginario collettivo. E se per Vittorio Sgarbi “la pubblicità all’Italia la fanno le opere d’arte, senza bisogno di travestirle: è una roba da Ferragni”, la nostra perplessità non è certo da attribuire alla profanazione pop delle Venere botticelliana (non sarebbe la prima volta, e che male c’è se un’opera d’arte diventa un’icona trasversale?), quanto all’allure da pubblicità vecchio stampo, superata, cringe, stereotipata e persino a rischio di scadere nel kitsch.
Livia Montagnoli
https://www.enit.it/it/italia-open-to-meraviglia
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