Napoli intitola una via a Lucio Amelio, gallerista e intellettuale aperto al mondo

In Piazza dei Martiri, la sua galleria ha accolto i più grandi artisti internazionali e italiani del secondo Novecento. Ora finalmente una strada porta il suo nome. Ecco dove

È molto importante ricordare quest’uomo, quello che ha fatto per la cultura della città, per il mondo dell’arte e il modo con cui Lucio Amelio ha interpretato Napoli. Questo per noi è particolarmente significativo: è stato un intellettuale oltre che un grande gallerista che ha pensato Napoli come una ‘città mondo’, che l’ha tirata fuori dalla sua rappresentazione vernacolare e l’ha fatta diventare una soglia aperta all’arte contemporanea”. Con queste parole, Laura Lieto, vicesindaca di Napoli con delega alla Toponomastica, ha introdotto la cerimonia di intitolazione di via Lucio Amelio al quartiere San Carlo All’Arena, davanti al Bosco di Capodimonte (e nei pressi dell’omonimo museo), nella mattinata di mercoledì 26 aprile.

UNA VIA DI NAPOLI PER LUCIO AMELIO

Uomo d’arte, come si legge sulla targa appena inaugurata, Lucio Amelio (1931 – 1994) portò per la prima volta Andy Warhol a Napoli, nel 1975: allora, l’artista americano restò in città per tre giorni, accogliendo l’invito di Amelio, che l’anno precedente si era recato a New York con l’idea di rilanciare la sua Napoli nel circuito internazionale della cultura, aggiornandosi sulle novità del mercato estero. Amelio “dedicò la sua vita all’arte”, come ricorda oggi la vicesindaca nel sottolineare l’omaggio dovuto che la città rende a uno dei suoi intellettuali più brillanti, capace di immaginare, alla metà degli Anni Settanta, una “Nuova Napoli”, pronta a proiettarsi verso il futuro. A New York, nella Factory di Warhol, Amelio si era fatto ritrarre dal padre della Pop Art in quattro serigrafie, scambiandole con una tela di Cy Twombly; fu l’inizio di un sodalizio fondato sulla stima reciproca, di cui beneficerà qualche mese più tardi il capoluogo partenopeo. Le 72 ore di Warhol a Napoli sono documentate dal video Andy Warhol eats, girato da Mario Franco proprio tra la galleria di Amelio a piazza dei Martiri e un ristorante di piazza Dante. Nel 1980 sarà sempre Amelio a presentare ad Andy Warhol Joseph Beuys, conosciuto nel ’71 e a più riprese protagonista di esposizioni nella sua galleria napoletana: dall’incontro tra i due nascerà la mostra di ritratti Beuys by Warhol, inaugurata nell’aprile dell’80.

Tomas Arana, Andy Warhol, Joseph Beuys, Lucio Amelio, Napoli 1980 © Franz Egon von Fürstenberg

Tomas Arana, Andy Warhol, Joseph Beuys, Lucio Amelio, Napoli 1980 © Franz Egon von Fürstenberg

LUCIO AMELIO, GALLERISTA E INTELLETTUALE

Prima di inaugurare la galleria che portava il suo nome in piazza dei Martiri, nel 1969, Amelio si era fatto conoscere, a partire dal ’65, fondando la Modern Art Agency, da subito orientata a captare i movimenti e le tendenze della scena internazionale. Dagli Anni Settanta e fino ai Novanta, il gallerista napoletano ospita nel suo spazio alcuni tra i più importanti artisti stranieri e italiani del tempo, da Robert Rauschenberg a Jannis Kounellis e Mario Merz (cui dedica un breve saggio nel 1976), da Keith Hering a Mimmo Paladino e Antonio Del Donno. Uomo di grande carisma, a proprio agio con la mondanità e al contempo strenuamente convinto del ruolo sociale dell’arte, dopo il sisma dell’Irpinia del novembre 1980 organizzerà la collettiva Terrae Motus, radunando oltre sessanta artisti internazionali per riflettere sul tema del terremoto: nata come esposizione temporanea, per la Reggia di Caserta, la mostra è oggi parte della permanente d’arte contemporanea visibile all’interno dell’edificio borbonico. Nel 1989 inaugura a Parigi, in Rue Callot una galleria innovativa, Pièce Unique, mostrando una per volta le opere, attraverso una vetrina, visibili dall’esterno a tutte le ore del giorno e della notte. È stato inoltre attore, recitando in cinque film di Lina Wertmuller. Nel 2014 il Madre gli ha dedicato la mostra Lucio Amelio – Dalla Modern Art Agency alla genesi di Terrae Motus (1965-1982). Documenti, opere, una storia… , per ripercorrere la sfida intellettuale di una personalità complessa, che si spinse molto oltre il mondo delle gallerie. “La sua opera è un grande atto intellettuale, poetico e di grandissima serietà nei confronti di questa città. E noi siamo particolarmente onorati di dedicare una via a Lucio Amelio”, chiosa la vicesindaca.

Livia Montagnoli

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