La pittura materiale di Guy Massaux in mostra a Firenze

Dal disegno agli oggetti-quadri in alluminio, la creatività di Guy Massaux non conosce limiti. Alla galleria Il Ponte le opere degli anni novanta di questo pittore che è anche regista, produttore, curatore

Il belga Guy Massaux (1959), pittore, regista, produttore, curatore, sin dagli esordi nel mondo dell’arte si è interessato al minimalismo permeato di concettuale, sulla scorta di artisti come Sol LeWitt. Il bianco e nero si alterna al colore, ma sempre l’aspetto tecnico della creazione mantiene la sua preminenza. Il disegno geometrico della fase minimalista si alterna alla cosiddetta arte processuale, che fa dell’arte stessa l’occasione di sperimentare la possibilità di creare. La linea retta e la forma squadrata lasciano spazio all’astrazione, all’indefinito, si aprono verso infiniti orizzonti cambiando anche la prospettiva e la funzione dell’oggetto, come accade con le cassette che diventano quadri che diventano oggetti, anche d’arredo.

Guy Massaux, VO2, 1995. Courtesy Galleria Il Ponte. Photo Ela Bialkowska, OKNO studio

Guy Massaux, VO2, 1995. Courtesy Galleria Il Ponte. Photo Ela Bialkowska, OKNO studio

LA MOSTRA DI GUY MASSAUX A FIRENZE

Fragilità, leggerezza, morbidezza, elasticità, trasparenza, malleabilità, fluidità, luminosità sono caratteristiche che emergono con forza dalle opere di Massaux, vitalmente immerse nella dimensione spazio-temporale e tese alla sollecitazione di nuove esperienze sensoriali.
Che prevalga il bianco o un altro colore, che la linea sia astratta o geometrica, sempre la pittura si rivela nel suo potenziale materiale, dando vita a paradossali sculture su due dimensioni la cui tridimensionalità è però fortemente percepibile.

Niccolò Lucarelli

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Niccolò Lucarelli

Niccolò Lucarelli

Laureato in Studi Internazionali, è curatore, critico d’arte, di teatro e di jazz, e saggista di storia militare. Scrive su varie riviste di settore, cercando di fissare sulla pagina quella bellezza che, a ben guardare, ancora esiste nel mondo.

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