La Valle d’Aosta nelle fotografie di Mario Cresci

Riannoda un filo lungo trent’anni la mostra al Castello Gamba di Châtillon. Protagonisti gli scatti dedicati dal fotografo ligure al mondo rurale e artigiano della Valle d’Aosta

È una ricognizione e riattualizzazione del patrimonio materiale ‒ e anche artistico ‒ della Valle d’Aosta la mostra di Mario Cresci (Chiavari, 1942), curata da Luca Fiore, che ha aperto la stagione espositiva 2023 del Castello Gamba di Châtillon. L’edificio novecentesco, che ha festeggiato l’anno scorso il decennale del suo Museo di Arte moderna e contemporanea, ospita, infatti, la ricca collezione della Regione Autonoma, costituita nell’arco di oltre sessant’anni attraverso acquisizioni, donazioni e lasciti. Frutto perlopiù della febbrile attività espositiva dell’Ufficio Mostre, fondato nel 1984 da Anna Ugliano e diretto dal critico d’arte torinese Janus, scomparso nel 2020. Da una di queste esposizioni degli Anni Novanta, Viaggio fotografico nell’interno della Valle d’Aosta, ha preso spunto il nuovo progetto tripartito di Cresci.

Mon cher Abbé Bionaz, Mario Cresci, installation view at Castello Gamba, Valle d'Aosta, 2023

Mon cher Abbé Bionaz, Mario Cresci, installation view at Castello Gamba, Valle d’Aosta, 2023

MARIO CRESCI E LA VALLE D’AOSTA

Io non faccio reportage, ma lavoro in situazioni dove posso tornare”, racconta Mario Cresci, invitato nel 1990, insieme ad altri grandi fotografi del Novecento come Luigi Ghirri e Gabriele Basilico, a partecipare a una ricerca sul mondo rurale del territorio valdostano.
La mia è una fotografia lenta, che consiste in una registrazione e interpretazione di una realtà che si può ritrovare il giorno dopo”. Sedici di quelle foto, che fanno immergere nella “cultura materiale” di un popolo, sono oggi custodite dal Castello Gamba e sono un tributo alla sua storia di designer-fotografo che vede il “processo” dietro l’uomo, l’oggetto dietro ogni immagine.
Una lezione che apprende in Basilicata, quando, durante un corso di design a Matera, usa i suoi scatti per insegnare agli studenti la cultura del progetto e che fa nuovamente sua in occasione della campagna fotografica valdostana.

Mario Cresci, Saint-Pierre, 1990 © Archivio Mario Cresci

Mario Cresci, Saint-Pierre, 1990 © Archivio Mario Cresci

LA MOSTRA DI CRESCI AL CASTELLO GAMBA

Ma la mostra Mon Cher Abbé Bionaz! Mario Cresci per la Valle d’Aosta, nata con l’intento di valorizzare le collezioni regionali, si arricchisce in tempi recenti di due nuovi tasselli, che diventano altrettanti filoni espositivi. Succede quando nel dicembre 2022 Cresci torna in questo castello incastonato tra le montagne e si imbatte nelle immagini ‒ qui conservate ‒ dello scrittore, escursionista e fotografo Émile Bionaz (1862-1930), per trentasette anni parroco di Saint-Nicolas: se ne innamora e se ne appropria, restituendone una versione aggiornata, con l’intento di riscoprire tutti quei gesti nascosti e dar loro nuovi significati.
Così le trombe della banda del paese diventano note e il cappello-aureola passa da un prete all’altro. La terza sezione della mostra ‒ ospitata nell’altana panoramica del castello, posta nel sottotetto della torre, con vista a 360 gradi sull’intera valle – deriva, invece, dall’incontro con gli oggetti conservati al MAV, Museo dell’Artigianato Valdostano di tradizione di Fénis. Anche qui Cresci usa il computer e ridisegna giocattoli e utensili rurali trasformandoli in loghi e icone contemporanee. In omaggio all’antica sapienza dell’artigianato valdostano, con un occhio rivolto al futuro.

Claudia Giraud

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Claudia Giraud

Claudia Giraud

Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate…

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