Sul lungomare di Bari un giardino per ricordare l’artista femminista Chiara Fumai
La città onora la memoria della poliedrica artista vissuta a Bari fino alla sua morte a 39 anni nel 2017. Intanto, si potenzia l'Archivio che preseva la sua opera
“Un’eccellenza dell’arte contemporanea internazionale, autrice di una ricerca artistica eccentrica e visionaria“: è con queste parole che la città di Bari onora la memoria della poliedrica artista femminista Chiara Fumai – romana di nascita ma barese d’adozione, fino alla morte nel 2017 a 39 anni -, intitolandole un giardino in piazza Eroi del mare. “Un’artista di straordinario talento, che è cresciuta nella nostra città e che è andata via troppo presto. Volevamo lasciare un segno di riconoscenza a Chiara, che in poco più di dieci anni ha lasciato un segno netto nella storia dell’arte contemporanea”, ha ricordato commosso il sindaco di Bari Antonio Decaro al momento delle celebrazioni sul lungomare del quartiere Madonnella.
L’ARTISTA CHIARA FUMAI
Nata a Roma nel 1978, Chiara Fumai si è laureata in architettura al Politecnico di Milano e ha frequentato il Corso Superiore di Arti Visive della Fondazione Ratti. Avviando sin da subito una rapida carriera, l’artista ha posto centro della sua pratica (incentrata soprattutto sulla performance) il ruolo della donna, analizzato in chiave anarco–femminista. Celebre la sua rilettura dello SCUM Manifesto di Valerie Solanas al Premio Furla 2013 (di cui ci parlò in questa intervista) contro un sistema dell’arte sessista e fallocentrico. La “pasionaria” Fumai aveva anche partecipato a documenta 13 nel 2012, e collaborato con istituzioni come il MAXXI di Roma, la Fondazione Bevilacqua La Masa, il Jeu de Paume di Parigi; nel 2016 aveva ottenuto un riconoscimento nell’ambito del Premio Vaf al Macro di Roma e nel 2017 aveva vinto il Premio New York.
LA MEMORIA DI CHIARA FUMAI IN UN ARCHIVIO
“La vogliamo ricordare in quello che sta diventando il lungomare degli artisti, perché buona parte di queste aree pubbliche è dedicato ad artisti che hanno un legame con la città di Bari“, ha aggiunto Decaro, affiancato alla cerimonia di inaugurazione della targa dal direttore del Centro d’arte contemporanea di Ginevra Andrea Bellini e dal curatore del Padiglione Italia alla Biennale d’arte di Venezia 2019 Milovan Farronato. “Chiara era una studiosa, riusciva a mettere insieme ambiti del sapere molto diversi, creando nuove narrative e rivalutando figure messe in secondo piano dalla storia“, ha commentato Farronato.
Bellini e Farronato, che hanno ricevuto in dono dalla madre dell’artista Liliana Chiari tutte le opere della figlia, hanno fondato nel 2022 insieme a Micaela Paparella e Roberto Spada l’Archivio Chiara Fumai, proprio per preservare il lavoro dell’artista. A presiedere l’archivio è Micaela Paparella, che sui social ricorda l’importante contributo dell’artista nella lotta all’anti-femminismo e sottolinea come Fumai sia la prima artista donna a vedersi intitolare uno spazio pubblico a Bari. “Nel frattempo lavoriamo ad accordi con i più importanti musei del mondo perché organizzino mostre dedicate a Chiara in cambio della donazione delle sue opere“, ha dichiarato infine Bellini, che ha ricordato come siano in corso delle “donazioni di opere alla città di Bari, e pensiamo anche a un’installazione sonora“.
Giulia Giaume
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