Borromini vs Bernini. La sfida all’eccellenza in un film evento al cinema
Esce come evento al cinema il docu-film "Borromini e Bernini. Sfida alla perfezione": i due giganti della nostra storia dell’arte messi a confronto in un delizioso docufilm. Ecco il trailer
“Un profeta dell’architettura moderna”, è questa una delle tante definizioni che vengono date su Borromini in apertura del docufilm Borromini e Bernini. Sfida alla perfezione, nelle sale solo il 15, 16, 17 maggio con Nexo Digital. Il film è un ritratto di questo artista messo a confronto con il suo antagonista, Bernini. Un viaggio visivo a cui danno voce e pensiero le rievocazioni in chiave contemporanea gli attori Jacopo Olmo Antinori, Pierangelo Menci e Antonio Lanni, e gli interventi degli esperti coinvolti nel film. Alla regia c’è Giovanni Troilo, lo stesso che di recente ha firmato due importanti progetti come Vesuvio, un documentario ambientato a Napoli che indaga sulla relazione uomo-vulcano, e Power of Rome, film documentario sulla Roma imperiale con Edoardo Leo.
LA ROMA DEL SUO TEMPO
Borromini e Bernini. Sfida alla perfezione è una vera chicca. Un docufilm lineare, ma dal grande ritmo, dai colori scuri, ma anche accattivanti. E’ la storia di un artista, anzi due, che fatica a non sentirsi riconosciuto e amato per il suo enorme talento e che trova un unico nemico lungo la sua strada, non da sconfiggere o emulare, ma da sorpassare. Come raccontato intensamente ed egregiamente nel docufilm, a Borromini non interessava realizzare opere per compiacere il Papa o per obbedire alle tendenze del tempo – i suoi lavori sono infatti definiti dai contemporanei come l’opera del diavolo. La Roma in cui si formò era la città perfetta per gli artisti, lì dove tutto accadeva e la Controriforma del tempo spingeva l’arte a portare il popolo nelle braccia della religione cattolica. Era simbolo di una Chiesa che usava le arti visive come mezzo di propaganda per convertire la gente. La Roma barocca è in pieno divenire, mentre Borromini percorre le sue strade verso la fabbrica di San Pietro, in quello che sembra un percorso lavorativo tutto in discesa.
BERNINI L’ANTAGONISTA
Non è però così. Come è noto, e come è ricostruito in Borromini e Bernini. Sfida alla perfezione, Borromini avrà diversi alti e bassi. Con la nomina di Papa Urbano VIII questi porta con sé un artista che stima da sempre e a cui commissiona ogni lavoro: si tratta di Bernini. Borromini e Bernini sono quasi coetanei ed entrambi sono geni, ma hanno ritmi del tutto diversi. “Bernini pesce che nuota nelle acque politiche del tempo”, è detto nel docufilm. E mentre Borromini è chiuso e scontroso, non comunica con gli altri, vive nel suo mondo, Bernini è un estroverso, si dedica a molte cose, anche al teatro. Tra i due l’antagonismo è quindi crescente ed inevitabile, anche perché in pochissimo tempo Bernini diventa architetto pontificio e Borromini è costretto a prendere una decisione importante: si mette in proprio e si costruisce un personaggio, entrando in vera competizione con il suo avversario. Bernini e Borromini diventano così due marchi differenti, entrambi in cerca di successo. Borromini diventa riconoscibile come eccentrico, diverso, va in giro vestito di nero e emana una austera aurea spirituale. Con Bernini nelle grazie del Papa, ha una solo
cosa da fare: deve trovare un altro tipo di committenti. Fortunatamente per lui nascono in questo periodo ordini religiosi minori che comprendono appieno le sue eccentricità e il suo carattere difficile; sono loro a dargli i primi incarichi che accetta anche gratuitamente pur di realizzare edifici innovativi. E la prima grande opportunità è la Chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane. E’ da qui e con notevole libertà che diventa il Borromini che conosciamo.
DALLA GLORIA AL TRISTE EPILOGO
Borromini e Bernini. Sfida alla perfezione è un vero viaggio nel tempo e nello spazio, nella Roma di quel periodo e tra le grandi opere realizzate dai due artisti. E non racconta solo la caduta di Borromini, ma anche la sua gloria prima del triste epilogo. Con l’elezione di Papa Innocenzo X, appartenente alla famiglia Pamphili, nemica dei Barberini di cui faceva parte il suo predecessore, Bernini viene bandito da ogni lavoro e quindi i presupposti sono a favore di Borromini, a cui è affidata la ricostruzione della Chiesa di San Giovanni in Laterano. Poco dopo però Papa Alessandro VII vuole cambiare la città, vuole intervenire su Roma, si sente il principale urbanista e questo crea a Borromini non poche difficoltà. Questo nuovo Papa per di più ammira Bernini e lo convoca subito. Tutti i progetti di Borromini vengono così sospesi e non gli viene affidato nulla di nuovo. Il Papa lo considera un personaggio scomodo e affida a Bernini il progetto del colonnato di San Pietro. Borromini, dopo tanto fare e dimostrare, diventa sempre più malinconico e amareggiato, e il suo atteggiamento, non del tutto normale, viene notato dalla società. Dalla delusione e ira Borromini prima brucia quasi tutti i suoi disegni – forse perché temeva una tradimento o che potessero essere realizzati da altri – e poi si toglie la vita. Le sue idee però erano e restano tutt’ora provocanti. Idee che scombinano le linee classiche, e che non sono state ancora tutte sviluppate.
Margherita Bordino
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