Dodici Fantasmagorici
All’inizio erano tredici i pittori fantasmagorici poi, per la défaillance di uno di loro, sono rimasti in dodici.
Comunicato stampa
All’inizio erano tredici i pittori fantasmagorici poi, per la défaillance di uno di loro, sono rimasti in dodici. A me andava bene lo stesso, purché il numero scritto in lettere mantenesse il suo accento sdrucciolo. Assieme a “fantasmagorico”, anch’esso sdrucciolo, formano una coppia che dà al titolo una gradevole assonanza. Il titolo conta molto, racchiude in sé l’idea, la veicola, ed oggi che ancor di più le mostre si fanno con le idee, esse proliferano insieme ai loro mentori, i curatori. Ma la quantità, si sa, insidia la qualità, e questo sembra accada.
È un fatto che le mostre più riuscite nascano da un’intuizione, portino con sé un’impronta creativa. Perciò sono rare. D’altronde questa è l’ambizione legittima che sollecita e nutre la folta schiera dei curatori.
Oddio, fummo noi galleristi, con in testa il sottoscritto e Gian Enzo Sperone che, negli anni Sessanta, con i nostri spazi espositivi d’avanguardia abbiamo aperto la strada all’arte povera e alla performance.
Ne sono nate mostre memorabili. Ma oggi che i galleristi scarseggiano assai e spadroneggiano i mercanti, sono i curatori con i loro oneri e onori a raccogliere il testimone.
Solo che io non mi arrendo e continuo come sempre a inventare mostre. Chi mi conosce sa che la pittura è stata il mio primo amore. Così, sulla scia di Fantasmagoria Kounellis, ho proposto a dodici pittori, che in varie riprese hanno già esposto a L’Attico, di dipingere un loro quadro fantasmagorico. Per tutti lo stesso formato: cm 180x120.
La risposta c’è stata, entusiasta. Ognuno ha sfoderato gli artigli e dipinto ai suoi massimi livelli. Quel clima di leale competizione che amo suscitare non è cinismo gratuito, bensì stimolo che facilita l’emergere dell’eccellenza. E puntualmente ciò si è verificato. Voglio ringraziare a uno a uno per nome gli artisti: grazie a Bruno, Claudio, Giancarlo, Gianni, Luca, Mario, Marco, Massimo, Matteo, Paolo, Piero, Sergio.
A conclusione di queste righe, con il tepore che si annuncia nell’aria, mi sono chiesto: non sarebbe calzato a pennello anche il titolo Fantasmagoria Primavera?
Fabio Sargentini