Philip Colbert – House of the Lobster – From Pompeii to Venice
Dopo aver fatto galleggiare un gonfiabile di 12 metri in laguna per la Biennale del 2022, Colbert torna in città per presentare una serie veneziana che celebra le origini della mitologia dell’aragosta facendo rivivere l’aragosta di Ercolano e i mosaici e gli affreschi pompeiani. Un’esplosione di colore declinata in quadri e sculture, porterà durante la più austera Biennale di Architettura, un po’ di vibrazioni pop tipiche dei lavori di Colbert.
Comunicato stampa
Patricia Low Venezia è lieta di annunciare la mostra personale dell'artista britannico Philip Colbert come seconda esposizione nella nuovissima galleria sul Canal Grande a Venezia, dal 20 maggio al 26 agosto 2023 in concomitanza con la 18. Biennale di Architettura.
Dopo il successo del gonfiabile di 12 metri - un'installazione a sorpresa per l'apertura della Biennale di Venezia del 2022 - Patricia Low Venezia è entusiasta di annunciare il ritorno di Philip Colbert in città.
Ispirandosi ai famosi dipinti di Canaletto, sinonimo di Venezia, Colbert utilizza la città stessa come contesto per presentare l'opera. Nella mostra intitolata "House of the Lobster" (la casa dell'aragosta), Colbert presenta una nuova serie chiamata "Pompei" che celebra le origini della mitologia dell'aragosta facendo rivivere l'aragosta di Ercolano e i mosaici e gli affreschi pompeiani. Al centro della mostra c'è l'eterno conflitto tra l'aragosta, simbolo di mortalità, e il polpo, simbolo sacro. In queste scene di battaglia subacquea, i due sono coinvolti in una lotta, inizialmente ispirata a un mosaico della Casa dei Mosaici Geometrici di Pompei (eruzione del 79 d.C.), dove una murena si è unita alla lotta acquatica. Attingendo alla ricca mitologia dell'antica Grecia e di Roma, questo nuovo corpus di dipinti fa riferimento anche a molte divinità marine come Ponto, spesso raffigurato con corna a forma di artiglio di granchio che gli spuntano dalla testa o Proteo, un mutaforma comunemente raffigurato con tentacoli. Queste figure mitiche ispirano ogni battaglia epica, in cui lo yin e lo yang del duo aragosta-polpo gioca un ruolo centrale in tutta la mostra.
La serie di Venezia si rifà al rito artistico di passaggio che la città rappresenta per gli artisti contemporanei e al tempo stesso parla della grande forza che la pittura veneziana ha avuto nella pittura italiana del Rinascimento e non solo. Insieme al simbolo dell'aragosta nella natura morta olandese, l'artista attinge alla sua ricca eredità nella storia dell'arte per creare queste scene di battaglia, in cui si scontrano il surrealismo pop e l'antichità classica.
Colbert ripercorre anche il potere simbolico dell'aragosta nelle anfore antiche, in particolare ne "The Class of the Seven Lobster-Claws" (la classe delle sette chele d'aragosta). In mostra è esposta un'anfora classica di aragosta in un'estetica neo-pop. Facendo riferimento agli antichi vasai, l'opera suggerisce il culto dell'aragosta e la sua potenziale connessione con un potere superiore, fondendo questo contesto storico-artistico con la visione apocalittica e surreale del suo mondo retro-futuristico dell'aragosta.