Art is free toilet paper is expensive
La mostra-evento (in realtà più evento che mostra) organizzata al Pastis da Franko B e Daniela Novello offre lo spunto per toccare una serie di temi sull’arte, sul suo senso, sulla funzione che essa, chi la realizza, chi la insegna, ha nel mondo d’oggi, un mondo che oramai non si dà altra cura che quella di giustificare se stesso.
Comunicato stampa
La mostra-evento (in realtà più evento che mostra) organizzata al Pastis da Franko B e Daniela Novello offre lo spunto per toccare una serie di temi sull’arte, sul suo senso, sulla funzione che essa, chi la realizza, chi la insegna, ha nel mondo d’oggi, un mondo che oramai non si dà altra cura che quella di giustificare se stesso. Per questo la tendenza che va per la maggiore è quella di relegarne la funzione, con mezzi e strumenti ormai illimitati, alla realizzazione di oggetti, beni di consumo che raramente aspirano ad altro che non sia una riproduzione ornamentale dell’esistente. L’artista stesso il più delle volte si rassegna ad adeguarsi al ruolo che gli viene assegnato, al mestiere di realizzare, con invenzioni e effetti più o meno originali o sorprendenti, delle raffigurazioni dell’esistente. Quella che doveva essere la grande rivoluzione delle avanguardie storiche, che volevano liberare la creatività per farne il fulcro della vita quotidiana in ogni suo momento, e per questo avevano spezzato i confini delle tecniche e dei linguaggi espressivi, è stata disinnescata da un sistema che ha finito per rifare con i nuovi mezzi le stesse cose che nei secoli passati paesaggisti e ritrattisti di maniera facevano con la pittura ad olio o con il marmo. Negli spazi messi a disposizione dal Pastis l’intervento pensato dagli organizzatori rovescia l’approccio abituale che accomuna le mostre d’arte nelle loro varie possibili tipologie per rivendicare una presa di posizione, affermare la necessità di una battaglia di senso: non si tratta infatti di un’esibizione di opere scelte con criteri soggettivi da un curatore-valutatore, di un’esposizione di oggetti, ma di un racconto, un discorso per immagini e forme sulla ricerca, l’apprendimento, l’insegnamento, la formazione che guida l’artista, o chi aspira a esserlo, ad acquisire consapevolezza delle sue possibilità, a trovare il suo percorso, elaborare i processi creativi e, infine, ad incontrarsi con un pubblico. Franko B e Daniela Novello, entrambi docenti all’Accademia, condividono infatti l’idea che il loro ruolo principale non debba essere quello di trasmettere competenze tecniche, di formare più o meno abili produttori di manufatti, quanto piuttosto utilizzare i mezzi e gli strumenti messi a disposizione dalla didattica per fungere da supporto, guida, stimolo, assecondando le tensioni e le aspirazioni. L’insegnante assume così una funzione maieutica, secondo l’eredità migliore del pensiero occidentale: la “levatrice”, mestiere svolto dalla madre di Socrate a cui il filosofo si ispira per elaborare il metodo che ne caratterizzerà la scuola: non il barone che immette dall’alto le conoscenze e le abilità del suo modus operandi (che nella maggior parte dei casi produce una generazione di imitatori del maestro, il più delle volte prigionieri o quanto meno condizionati dall’imprinting ricevuto) ma un punto di riferimento, di confronto, che mette in gioco la sua esperienza per condividere idee, capacità, dubbi, e anche conflitti e differenze. Questa mostra-evento è testimonianza, narrazione di tutto questo e al contempo ne fa parte, ne è un passaggio: l’occasione offerta di potere usufruire di uno spazio espositivo è stata messa a disposizione degli allievi che lo volevano come momento di incontro con un pubblico esterno, come invito e sfida verso quello che è il passaggio finale del processo creativo, cioè quel momento in cui l’artista accetta di condividere con un pubblico estraneo, non determinato a priori, il risultato finale del proprio processo creativo. I lavori esposti, che siano video, performances, oggetti o altro poco importa, sono insieme il prodotto e il resoconto di questa esperienza, che è anche una visione d’insieme: dell’insegnamento, dell’arte, del mondo in generale. Il docente si pone come mentore, si misura assieme all’allievo nell’affrontare il rapporto ludico-creativo con la materia, a fungere da stimolo, da coscienza critica, da “facilitatore”, assumendosi così il ruolo di assecondare, istigare, incoraggiare, aggiustare il tiro, ma essenzialmente spronare verso un percorso che, esattamente all’opposto della ricerca di una rassicurante carriera borghese, si ponga alla ricerca dell’esito di una volontà altra, di usare ogni mezzo, ogni energia come forza trasformatrice della vita, propria e altrui, che ancora troppo sopporta delle costrizioni imposte dalle convenzioni sociali. Torino, 25 aprile 2023 Filippo Mollea Ceirano
Filippo Mollea Ceirano
IN MOSTRA:
BAZZANO MICHELE
BOLZONELLA ASCANIO
DI NUNZIO VIRGINIA
FABBRIS LAURA
LA BLASCA JACOPO
LANTELME ELENA
MELCHIORRE LEONARDO
MOLLO LUCA
PASOTTI RICCARDO
PINTON GIACOMO
UGO ILARIA
ZAVATTERI STEFANO
DI NUNZIO VIRGINIA
LORENZO TAMBURINI
MARTA ROCCHI
BRIGHT AMANKWA
MARIA ESTER BURATTO
ARIANNA INGRASCÌ
ALBERTO PARINO
BRENNO FRANCESCHI
YUNXUAN YANG
MARCO CURIALE
ALICE GIGLIO
LIU BOKANG
IRENE CALZAVARA
LUCA VINASSA
MATILDA ELIA
MARCO BERTON
DAVIDE NITTI
LORENZO CASTIGLIONI
IRENE COCCO
ASIALUZ BONAUDO
VOLGA PEREZ JAUREGUI
ALESSANDRO NATALE
MICHELLE MARTINENGO
GIORGIA PIA
ILARIA BORLONI
LUCREZIA FERRARI
PIETRO MONFALCONE
GABRIELE PROVENZANO
FABIO CIPOLLA
VITTORIO DENUNZIO
FLAMINIA CICERCHIA
TOMMASO RABINO
PIETRO MUGGIOLU
MICHELE PROIETTI LUPI
ELENA LANTELME
LUCA VINASSA
SAMUEL ZENERE
MASSIMINO ELISA
RINAUDO ANDREA
VACCARGIU GABRIELE
POLARI NICHOLAS
MARTINENGO MICHELLE
CELESTE FABIO
TOSI ANNA
ROCCA SIMONE
FIORDELMONDO FRANCESCA
KOLA HAMIT
NOVELLATI GAIA
CORINO LUCIA
CIRIANI RAFFAELE
YINGCHAO CAI
MARTA CAPRONI
KISS ZOLTÁN JÓZSEF
COMPOST PROJECT GROUP