Paolo Masi – Masi 90
Un evento speciale per celebrare Paolo Masi in occasione del suo novantesimo compleanno.
Comunicato stampa
Base / Progetti per l'arte di Firenze presenta, mercoledì 10 maggio alle ore 18:00, un evento speciale per celebrare Paolo Masi in occasione del suo novantesimo compleanno.
Il progetto dal titolo Masi 90 consiste in una mostra omaggio realizzata dagli artisti del collettivo di Base / Progetti per l'arte che per l’evento hanno appositamente scelto un'opera di Paolo alla quale si sentono particolarmente affini. I lavori esposti spaziano tra le innumerevoli tecniche che l’artista ha sperimentato – dagli anni '50 ad oggi – per ampliare i confini della pittura di matrice astratto/geometrico, innescando un dialogo inedito con i materiali quotidiani, come il cartone e le polaroid, e che l’hanno spinta verso una dimensione più dichiaratamente politica e collettiva con cui dare nuovo senso al ruolo sociale dell'arte.
Paolo Masi stesso, con la sua solita schiettezza, precisa e approfondisce – in una recente conversazione con Lorenzo Bruni – molti aspetti del suo percorso artistico: Oggi un'immagine che può sintetizzare la mia pratica pittorica è l'immagine del mio studio in cui le opere e i gesti pittorici si sedimentano. L'esperienza chiama esperienza e diventa un'unica immagine. Questa è differente ad altre immagini che sono tornate più volte nel mio percorso. Ad esempio la mia indagine fuori dallo studio nello spazio del reale.
LB: A cosa ti riferisci?
PM: All'esigenza degli anni settanta di stare in strada. Questo mi ha portato a ricercare nelle geometrie casuali delle pietre o dei tombini la stessa geometria casuale e intenzionale dei miei quadri.“Rilevamenti esterni, conferme interne” era il titolo di un'opera fotografica del 1974 realizzata con la polaroid SX70 nelle strade di New York. Questo corrispondeva al praticare la condivisione con gli altri. Nello stesso periodo sento l'esigenza di fondare assieme ad altri artisti lo spazio non profit Zona a Firenze. Era un'esigenza ideologica/politica. Oggi la strada è diversa. Oggi il mondo del globale ci porta a strade virtuali e immateriali. Per questo devo vivere una dimensione interiore. Questa interiorità non deve corrispondere per me alla solitudine, ma ad una diversa disponibilità all'incontro. Mi sono trovato già in un momento simile nel mio percorso alla fine degli anni Settanta quando ho realizzato l'opera per la Biennale di Venezia nel 1978. In quel momento abbiamo avuto la caduta delle ideologie, ma nessuno lo voleva ammettere auto-censurandosi. Infatti da quel momento cambia il paesaggio e quindi i modi e modelli che avevano caratterizzato la stagione dei collettivi come erano stati organizzati in precedenza.
LB: E' cambiata anche la tua disposizione alla pittura?
PM: Ieri come oggi quando dipingo sono interessato alla casualità. Si parla chiaramente di una casualità controllata, perché di fatto la monitoro e la gestisco. Questo era importante per me perché io appartengo alla generazione della negazione. Negare per affermare. Eliminando ragnatele e polvere ricollocando nella contemporaneità la storia. Da questo punto di vista possono convivere nel mio percorso le tele monocrome ottenute con il rilascio di gocce di colore con il pennello e interventi come la passerella di specchio dentro una chiesa sconsacrata a Firenze che andava a riflettere affreschi sul soffitto. Le cornici di legno a terra in cui è possibile inserire noi stessi attraversandole e camminandovi all''interno convivono con le opere su plexiglas, sia trasparente che colorato, che dialoga a sua volta con le superfici architettoniche in sui si inseriscono. Tutto ciò è una rivisitazione della storia finalmente liberata dalla retorica e quindi vissuta nel presente.
Molteplici eventi per celebrare Paolo Masi. La mostra Masi 90 a Base, che si tiene mercoledì 10 maggio, è il primo di tanti appuntamenti volti a celebrare la sua ricerca, al contempo internazionale e focalizzata sul locale, che lo ha portato infatti, a partire dagli anni '60, a fondare e ad animare nella città di Firenze con differenti spazi dedicati all'arte contemporanea, tra cui Zona non profit negli anni '70 e dagli anni '90 lo spazio di Base in via San Niccolò 18 rosso. Gli altri eventi organizzati per questo compleanno così importante sono: l'inaugurazione giovedì 11 maggio alla Galleria Frittelli arte contemporanea della mostra Paolo Masi in Florence. Opere degli anni Ottanta, curata da Fabio Cavallucci; dal 26 maggio al 25 ottobre sarà possibile ammirare un'installazione site-specific nel loggiato esterno del Museo Novecento, ideata dall'artista e commissionata dal direttore Sergio Risaliti. Inoltre, sempre quest'anno, Paolo Masi sarà festeggiato anche all'estero, grazie al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, nella mostra organizzata dall'Istituto Italiano di Cultura di Bratislava presso la Galleria Civica di Žilina, in Slovacchia, che inaugurerà il prossimo 18 maggio e sarà visitabile fino al 9 settembre 2023.
Paolo Masi (Firenze, 1933; vive e lavora a Firenze) dopo le prime esperienze informali degli anni Cinquanta, negli anni Sessanta inizia a lavorare "trasformando" i materiali. Questa sperimentazione lo conduce al gruppo di ricerca estetica Centro F/Uno (con Baldi, Lecci e Maurizio Nannucci). Dagli anni Settanta si avvicina alle contestuali esperienze analitico-riduttive, scomponendo e riorganizzando sul pavimento e contro le pareti aste di alluminio, specchi, fili o piccole stecche di plexiglas colorato, che estendono anche alla terza dimensione la ritmicità dello "spazio-colore" (Galleria Schema, Galleria Christian Stein). Vive qualche tempo a New York e rivolge la sua attenzione agli elementi urbani più semplici (tombini, muri, pavimenti) che riproduce sia con le polaroid che con la tecnica del frottage. Nel 1974 la sua "attenzione analitica" si sposta sulle Tessiture (tele cucite) e soprattutto sui cartoni da imballaggio, che tratta con varie tecniche pittoriche e non, per elaborare in modo assolutamente personale la struttura di quel materiale povero. Contemporaneamente fonda Zona insieme a Maurizio Nannucci, Gianni Pettena, Massimo Nannucci e Mario Mariotti, spazio collettivo no profit per l'arte. Dal 2000 questa esperienza si trasformerà, sempre a Firenze, nella gestione di un nuovo spazio collettivo, Base. La sua intensa attività è confermata e riconosciuta sia in Italia che all’estero. Tra le molte mostre nazionali e internazionali a cui ha preso parte ricordiamo, tra le altre, le partecipazioni alla Biennale di Venezia (1978); alla XI Quadriennale romana (1986); alle mostre Kunstlerbücher di Francoforte e Erwitert Photographie Wiener Secession di Vienna (1980); alla mostra parigina sul libro d’artista (Centre Georges Pompidou, 1985), ad Arte in Toscana 1945-2000 (a cura di Alberto Boatto e Daniel Soutif, Palazzo Strozzi, Firenze, Palazzo Fabroni, Pistoia, 2002) e alla mostra Pittura Analitica. I percorsi italiani 1970-1980 (a cura di Marco Meneguzzo, Museo della Permanente, Milano 2007). Opere storiche dell'artista si trovano nelle collezioni del Mart di Rovereto, della Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti di Firenze, del Museo Pecci di Prato, del Maga di Gallarate e della Galleria d'Arte Moderna di Torino.
BASE / Progetti per l’arte è un’idea di artisti per altri artisti. BASE è un luogo unico per la pratica dell’arte in Italia, la cui attività iniziata nel 1998, viene curata da un collettivo di artisti che vivono e operano in Toscana e che si fanno promotori di presentare a Firenze alcuni aspetti, tra i più interessanti dell’arte del duemila. BASE è un dialogo sulla contemporaneità aperto ad un confronto internazionale. Attualmente fanno parte del collettivo di BASE / Progetti per l’arte: Mario Airò, Marco Bagnoli, Massimo Bartolini, Vittorio Cavallini, Yuki Ichihashi, Paolo Masi, Massimo Nannucci, Maurizio Nannucci, Paolo Parisi, Remo Salvadori, Enrico Vezzi. Fino adesso si sono tenute a BASE mostre di Sol Lewitt, Marco Bagnoli, Alfredo Pirri, Cesare Pietroiusti, Jan Vercruysse, Niele Toroni, Michael Galasso, Luca Pancrazzi, John Nixon & Marco Fusinato, Heimo Zobernig, Ingo Springenschmid, Paolo Masi & Pier Luigi Tazzi, Antonio Muntadas, Robert Barry, Luca Vitone, Gino De Dominicis, Liliana Moro, Claude Closky, Remo Salvadori, Pietro Sanguineti, Liam Gillick, Massimo Bartolini, Mario Airò, Eva Marisaldi, Rainer Ganahl, François Morellet, Bernhard Rüdiger, Nedko Solakov e Slava Nakovska, Olaf Nicolai, Giuliano Scabia, Kinkaleri, Steve Piccolo & Gak Sato, Rirkrit Tiravanija, Matt Mullican, Michel Verjux, Elisabetta Benassi, Pedro Cabrita Reis, Pietro Riparbelli, Simone Berti, Jeppe Hein, Gerwald Rockenschaub, Jonathan Monk, Peter Kogler, Carsten Nicolai, Surasi Kusulwong, Franz West, Tino Sehgal, Nico Dockx, Grazia Toderi, Armin Linke, Davide Bertocchi, Pierre Bismuth, Olivier Mosset, Stefano Arienti, Erwin Wurm, Thomas Bayrle, Hans Schabus, Maurizio Mochetti, Lawrence Weiner, BASETALKS(!) (Gum Studio, Brown Project Space, 26cc, Sottobosco, Trastevere 259), Amedeo Martegani, Gianni Caravaggio, Piero Golia, David Tremlett, Franco Vaccari, RADICALTOOLS (UFO, Gianni Pettena, Archizoom, Zziggurat, Remo Buti, 9999, Superstudio), Koo Jeong-A, Christian Jankowski, Giuseppe Gabellone, Martin Creed, Ken Lum, BASEOPEN (Margherita Moscardini, Francesco Fonassi, Giuseppe Stampone, Giulio Delvé, Gaia Geraci, Marcello Spada, Jacopo Miliani, Riccardo Giacconi, Jaya Cozzani/Marco Andrea Magni/Agostino Osio), Jirí Kovanda, Nicole Miller, Luca Trevisani, Richard Long, Roman Ondak, Ryan Gander, Gerhard Merz, Ian Kiaer, vedovamazzei, Karin Sander, Francesco Arena, Michael Snow, Cesare Viel, Patrick Tuttofuoco, Jose Dávila, Deimantas Narkevičius, Francesco Iodice, Pavel Büchler, Mircea Cantor, Loris Gréaud, Ceal Floyer, Runo Lagomarsino che hanno presentato progetti inediti pensati per lo spazio di BASE. Prossime mostre: Stephen Willats, Mai-Thu Perret, Dara Birnbaum, Simon Fujiwara, Rosa Barba, Gabriel Kuri, Saadane Afif, Cerith Wyn Evans ....
BASE / Progetti per l’arte, Via di San Niccolò 18r, 50125 Firenze, è uno spazio non profit la cui attività, coordinata da Lorenzo Bruni, è promossa e sostenuta dagli artisti fondatori con il contributo del Comune di Firenze e dell’Associazione BASExBASE.