Immagini dei beni culturali e intelligenza artificiale: cosa ci aspetta?

Con le linee guide entrate in vigore da poche settimane, il Ministero della Cultura si è espresso in maniera netta sulla circolazione delle immagini relative ai beni culturali. Ma se interviene l’AI, quali scenari si aprono?

Proviamo a farla semplice: molte persone in tutto il mondo, compresi i direttori di alcuni dei più importanti musei internazionali, ritengono che le immagini del patrimonio culturale debbano essere liberamente utilizzabili da chiunque e per qualunque scopo. Ci sono altre persone che invece ritengono che quelle immagini debbano essere utilizzate soltanto per alcuni scopi, e che chi vuole utilizzarle per scopi diversi da quelli previsti sia tenuto a pagare.
Il nostro Ministero è di questa seconda opinione: le Linee guida per la determinazione degli importi minimi dei canoni e dei corrispettivi per la concessione d’uso dei beni in consegna agli istituti e luoghi della cultura statali in vigore da aprile 2023 hanno dimostrato un orientamento ancora più stringente, sollevando il malcontento di chi ritiene sia giusto che le immagini circolino liberamente.
Chi non vive il dibattito culturale con quotidianità non riesce a cogliere quanto questa tematica riesca a essere divisiva e quanto in realtà essa riesca a permeare tantissimi livelli differenti della generale organizzazione delle industrie culturali e creative: da chi stampa magliette con sopra Michelangelo a chi si occupa di politiche culturali al Ministero.
Il problema reale, in tutto ciò, è che questa tematica, già di per sé molto complicata, è destinata a divenire sempre più estesa, e rischia di coinvolgere questioni che con le immagini delle opere d’arte custodite nei musei c’entrano ben poco.

“Come si potrà stabilire se un’immagine del David su una maglietta è il frutto dell’originale, o se è una ricostruzione perfetta realizzata da un’intelligenza artificiale?

INTELLIGENZA ARTIFICIALE E OPERE D’ARTE

Facciamo un esempio: allo stato attuale, per realizzare una maglietta riportante il David di Michelangelo e destinare tale maglietta alla vendita è necessario corrispondere al Ministero un determinato pagamento. Molti sono d’accordo. Altri in disaccordo. Ma il problema riguarda, esclusivamente, l’utilizzo a fini commerciali di un’immagine di un’opera d’arte.
Ora si ipotizzi, solo per esempio, che sul sito di DALL-E2, dove l’intelligenza artificiale può creare immagini partendo da una descrizione, qualcuno abbia chiesto all’intelligenza artificiale di realizzare una foto della scultura del David di Michelangelo mentre indossa cuffie e fa il DJ. E si ipotizzi, solo per esempio, che l’immagine realizzata sia questa.

Un'immagine generata dall'intelligenza artificiale che raffigura il David di Michelangelo con un paio di cuffie da dj

Un’immagine generata dall’intelligenza artificiale che raffigura il David di Michelangelo con un paio di cuffie da DJ

Ecco che il problema della libertà di utilizzo delle immagini rischia di estendersi ad argomenti ben diversi. Come potrà una persona che è contraria all’utilizzo delle immagini delle opere d’arte per scopi commerciali reagire di fronte a un’immagine di questo tipo?
Come si potrà stabilire se un’immagine del David su una maglietta è il frutto dell’originale, o se è una ricostruzione perfetta realizzata da un’intelligenza artificiale?
Sarà necessario regolamentarne l’utilizzo, per evitare che l’intelligenza artificiale generi storture all’interno del nostro apparato regolamentale, facendo sì che gli unici a pagare realmente per le immagini non siano coloro interessati al brand David, ma coloro che, magari anche per motivi scientifici, davvero vogliono continuare a utilizzare le immagini originali?
Sarà necessario tassare quanti nel mondo chiedano a un’intelligenza artificiale di realizzare una foto del David?
Ciò che qualche tempo fa emergeva forse come un discorso ambiguo, vale a dire che il dibattito sulle immagini aveva un carattere più ideologico che tecnico, e che le tecnologie esistenti avrebbero potuto cambiare di molto le carte in tavola, inizia a mostrarsi in tutta la sua probabilità.

Stefano Monti

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Stefano Monti

Stefano Monti

Stefano Monti, partner Monti&Taft, è attivo in Italia e all’estero nelle attività di management, advisoring, sviluppo e posizionamento strategico, creazione di business model, consulenza economica e finanziaria, analisi di impatti economici e creazione di network di investimento. Da più di…

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