Massimo Micheluzzi al Negozio Olivetti

Informazioni Evento

Luogo
NEGOZIO OLIVETTI
Piazza San Marco , Venezia, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

da martedì a domenica, dalle 10.00 alle 18.30. Ultimo ingresso mezz’ora prima della chiusura.

Vernissage
19/05/2023

ore 10.30 su invito

Contatti
Email: ufficiostampa@fondoambiente.it
Biglietti

Intero € 10; Ridotto (bambini 6-18 anni) € 6; Famiglia (2 adulti e figli 6/18 anni) € 27; Iscritti FAI e National Trust gratuito; Studenti universitari (fino ai 25 anni) € 6; Residenti Comune di Venezia € 5

Artisti
Massimo Micheluzzi
Curatori
Cristina Beltrami
Generi
design, personale

In mostra una collezione di vasi eseguiti in opus sectile e mosaico in vetro soffiato, che Massimo Micheluzzi ha realizzato, a partire dal 2022, in un dialogo ideale con l’architettura del Negozio Olivetti progettato da Carlo Scarpa.

Comunicato stampa

Sabato 20 maggio 2023 il FAI - Fondo per l’Ambiente Italiano apre al pubblico, contestualmente alla XVIII
Biennale di Architettura, la mostra “Massimo Micheluzzi al Negozio Olivetti”, nei locali dello storico
showroom in piazza San Marco a Venezia - di proprietà di Assicurazioni Generali e affidato dal 2011 alla cura
e alla gestione del FAI. L’esposizione si concluderà il 24 settembre, in concomitanza con la Italian Glass
Week.
La mostra, a cura di Cristina Beltrami, presenta una collezione di vasi eseguiti in opus sectile e mosaico in
vetro soffiato, che Massimo Micheluzzi ha realizzato, a partire dal 2022, in un dialogo ideale con
l’architettura del Negozio Olivetti progettato da Carlo Scarpa. Confronto che, per Micheluzzi, si gioca
sull’essenza del linguaggio di Scarpa e sul profondo legame di entrambi con Venezia.
Dalla consuetudine alla grandiosità dell’arte e dell’architettura veneziana, sia Scarpa che Micheluzzi
apprendono a esercitare l’occhio al dettaglio ancor prima che alla veduta d’insieme: una modalità che
appare quanto mai evidente nel Negozio Olivetti: uno spazio progettato nella sua integrità, come un insieme
unico, che lascia letteralmente entrare la città in quell’incrocio di mura, quella crosera di piazza che diviene
emblema di uno scambio su più livelli. Scarpa trattò l’interno come l’esterno, trasformando la piazza in un
salotto e la scala centrale in un «un pezzo di scultura o architettura come la si voglia chiamare, anche di per sé
stesso eccezionale [...] tutto fuorché un frammento o un inserto», come scrisse lo storico dell’arte Carlo
Ludovico Ragghianti all’indomani dell’inaugurazione del progetto.
Il concetto che tiene insieme i cinquanta vasi creati appositamente per questa mostra non è da intendersi come
riproposizione dei moduli scarpiani né come un semplice omaggio all’architetto, ma come condivisione delle
medesime radici: su tutte, quella passione per il bizantino che li ha allenati al gioco di luci, ai silenzi e
naturalmente al mosaico. Quello stesso sistema di tessere, che si ritrova nello straordinario pavimento del
Negozio Olivetti, moderna interpretazione del terrazzo veneziano: gli elementi cromatici del pavimento sono
incastonati nella superficie con un rigore che, ben lontano dall’essere ordine meccanico, lascia spazio a quelle
minime variazioni di nuance e movimento che fanno vivere e vibrare il suolo stesso, secondo i medesimi principî
che si rintracciano nei vasi di Massimo Micheluzzi.
Creando un cortocircuito fra tradizionale e contemporaneo, l’arte di Massimo Micheluzzi si alternerà alle
storiche macchine da scrivere del Negozio Olivetti, mentre la stanza affacciata sul canale ospiterà una scultura
in piastre di vetro, opera site specific realizzata per ribadire lo stretto legame con lo spazio espositivo.
Il Negozio Olivetti è stato allestito dal FAI in ricordo della sua funzione originaria – spazio espositivo per i
prodotti della celebre azienda di Ivrea – con un gruppo di macchine da scrivere degli anni cinquanta e
sessanta collocate sulle apposite mensole in vetrina e nel ballatoio, come fossero pezzi di scultura
meccanica: tra queste, la nota Lettera 22, esposta anche al MoMA di New York, ma pure la Lexikon 80 e la
calcolatrice scrivente Divisumma 24, alle cui linee contribuirono celebri designer come Ettore Sottsass e
Marcello Nizzoli.
Progettato fra il 1957 e il 1958 e ritenuto da Adriano Olivetti, che lo commissionò, «un biglietto da visita
nella più bella piazza del mondo», il Negozio Olivetti fu una vera sfida, un lavoro lungo e faticoso; eppure, a
Scarpa riuscì di trasformare in maniera magistrale l’angusta e buia bottega di un palazzo storico – posta
all’angolo tra il loggiato delle Procuratie Vecchie, di cui è parte, e un passaggio verso il canale retrostante – in
un ambiente moderno, spazioso e luminoso, raccolto ed esclusivo ma aperto sulla piazza in relazione con
la città.
Molti sono i dettagli che rendono il Negozio Olivetti un apice della carriera di Scarpa e un importante
capitolo della storia dell’architettura mondiale: oltre al già citato pavimento-mosaico, la porta di servizio in
pietra d’Orsera che riesce a mimetizzarsi perfettamente nella parete, le finestre a forma di occhi e le luci integrate
nel rivestimento delle pareti in palissandro, che restituiscono nelle ore notturne un bagliore ambrato su tutto il
loggiato e su un angolo di piazza.
Forme, materiali, colori e soluzioni tecniche che devono molto, oltre che al genio di Scarpa, alla sapienza
artigiana tipicamente veneziana, e che di Venezia rievocano luci e riflessi, contribuiscono a rendere la visita
di questo piccolo spazio una sorprendente scoperta.
Accompagna la mostra un catalogo, in due edizioni, italiana e inglese, a cura di Cristina Beltrami e pubblicato
da Grafiche Veneziane, Venezia.