Ambra Castagnetti – La zona
Ambra Castagnetti (Genova, 1993) osa e gioca con la conoscenza dei suoi studi antropologici per la sua prima mostra personale da Francesca Minini.
Comunicato stampa
Inspirare, espirare, chiudere gli occhi, rilassarsi, lasciarsi cadere e sprofondare così in uno stato meditativo, quasi un sogno lucido.
La pratica dell’ipnosi che negli anni ’60 rivoluzionò e sconvolse la psicologia, oggi è uno strumento di uso comune così come era una pratica diffusa tra shamani, stregoni e sacerdoti delle culture native dell’America, in India e tra gli Aborigeni.
Ambra Castagnetti (Genova, 1993) osa e gioca con la conoscenza dei suoi studi antropologici per la sua prima mostra personale da Francesca Minini. L’artista trasforma e traveste lo spazio della galleria in un territorio magico e insidioso, ricco di citazioni che spaziano da Le Metamorfosi di Ovidio fino al Manifesto Xenofemminista del 2015, dalla corrente Cyber punk alla filmografia russa degli anni ’70 di Tarkovsky.
Dal regista ruba il titolo per la mostra, la Zona, un esplicito richiamo alla pellicola Stalker (1979).
Proprio qui, nella Zona, l’artista ci conduce, costruendo un percorso che si snoda verso l’ignoto, nel processo immaginifico di un organismo che si propone come fluido, permeabile e permeato dall’ambiente circostante.
Si percepiscono l’urgenza e l’esigenza generazionale all’ibridazione antispecista e antibinarista, in un processo di simpoiesi tra l’elemento umano, animale, tecnologico, naturale. I corpi rappresentati fungono da dichiarazione per il ribaltamento semantico di ciò che realmente è un corpo e come la sua identità si possa identificare sia con la propria forma che con il paesaggio interiore che gli dà vita e lo rende unico.
Il processo avviene attraverso uno stato di meditazione profonda, di sogno lucido che non ha a che fare con il viaggio onirico, bensì con una direzione ben precisa e calcolata che punta a una sintesi non armonica.
Questa esplorazione culmina nell’installazione immersiva “Wall City”, che ricalca l’estetica Cyber punk della cinematografia giapponese. Anime come Akira o Evangelion vengono ripensati in questo luogo come climax dell’ibridazione filosofico tecnologica delle grandi metropoli asiatiche, in cui l’individuo diventa parte del paesaggio suburbano, e anzi deve imparare a viverlo ed incorporarlo per non esserne sommerso.
La voragine che si apre da quello che appare come un paesaggio boschivo può diventare un tuffo nell’inconscio, nelle profondità della terra, in uno stato interiore. Quanto spaventa guardare dritto nell’abisso e rendersi conto che all’interno di quello stesso abisso vedremo la nostra immagine riflessa?
Ambra Castagnetti è nata nel 1993 a Genova e ora vive e lavora tra Milano e Parigi. La sua pratica si muove attraverso la scultura e l’installazione performativa.
Mostre e progetti recenti selezionati: Palazzo Braschi, Roma (2023), Fondazione Pini, Milano (2023), New Galerie, Parigi (2023), Francesca Minini, Milano (2022), La Biennale di Venezia, Venezia (2022), Manifattura Tabacchi, Firenze (2021), Palazzo Monti, Brescia (2021), Mana Contemporary, New York (2020), Art Drive In, Brescia (2020), Casa Testori, Milano (2019), Villa Necchi, Milano (2019). Nel 2021 e nel 2020 ha aderito ai programmi di residenza all’Atelier Modigliani, Parigi, a Palazzo Monti, Brescia e Manifattura Tabacchi, Firenze.