Aste di Dorotheum: Fontana, Boetti e Accardi alla conquista di Vienna

L’asta serale Post-War e Contemporary Art di Dorotheum a Vienna ha visto trionfare l’arte italiana. Da Fontana a Capogrossi, ottimi risultati e grande interesse per i maestri nostrani

È il caso di dirlo: l’arte italiana ha conquistato l’elegante piazza del mercato austriaco. Nel corso della sessione d’asta Post War e Contemporary Art di Dorotheum tenutasi lo scorso 24 maggio al Palais Dorotheum di Vienna, i maestri italiani del secondo Novecento hanno ricevuto caloroso apprezzamento da un pubblico “armato” di palette pronte ad alzarsi dinanzi a nomi del calibro di Boetti, Fontana, Capogrossi, Dorazio e Accardi. Naturalmente, oltre all’Italia, ci sono stati risultati di rilievo raggiunti anche da altre avanguardie, come quella tedesca del gruppo ZERO e dell’azionismo viennese di Heinz Mack e Hermann Nitsch. Il risultato? Vendite sostenute ed entusiasmo nelle offerte.

IL SUCCESSO DELL’ITALIA IN ASTA DA DOROTHEUM A VIENNA

Top lot della sessione un materico Concetto Spaziale (1956) di Lucio Fontana, al centro di una contesa durata alcuni minuti che ha portato la stima bassa di € 700.000 al bid finale di € 875.000. Sul secondo gradino del podio l’opera in biro blu Non Parto Non Resto (1981) di Alighiero Boetti, volata oltre la stima alta a € 650.000. Anche le altre opere di Boetti in catalogo hanno ottenuto risultati significativi, come l’arazzo L’insensata corsa della vita (1989) che ha stracciato la stima bassa di € 30.000 per trovare un nuovo proprietario alla cifra di € 113.100, comprensiva di commissioni. Ottimi riscontri anche per il gruppo Forma 1 con due tele di Capogrossi e Accardi. Il primo, con Superficie 375 (1952-1959), ha lasciato indietro la base di € 80.000 per trovare un nuovo proprietario a € 208.000, mentre la seconda si presentava con una monumentale opera a tinte chiare, Luce crescente (Gialloazzurro) del 1988, che in un ping pong di rilanci è passata di mano a € 182.000, ben lontano dalla valutazione di base. Confermato poi, anche in terra austriaca, il trend crescente per Salvo, con due opere in catalogo, Dicembre (2001) e Primavera (2006), entrambe con base d’asta a € 35.000 polverizzate da aggiudicazioni arrivate a € 97.500 e € 123.500. Buon riscontro, sul fronte scultura, per Leoncillo e Pomodoro.

Heinz Mack, Untitled (2017). Courtesy of Dorotheum

Heinz Mack, Untitled (2017). Courtesy of Dorotheum

I RISULTATI D’ASTA DEGLI ARTISTI INTERNAZIONALI DA DOROTHEUM

Heinz Mack ha conquistato gli offerenti con il suo Untitled, opera del 2017 colorata, vibrante e di notevoli dimensioni, che ha doppiato la stima bassa per assestarsi a € 452.000, così come, totalmente opposta a livello cromatico, Black Mountains (2016), che ha trovato un nuovo proprietario superando di molto la stima alta. Una vera e propria battaglia, durata circa una dozzina di minuti, si è svolta sulla scultura luminosa dell’artista francese François Morellet che da € 80.000 di base è salita a € 310.750. Anche la Op Art di Victor Vasarely ha ricevuto attenzione, in particolare l’opera 972 Olla (1986) che è passata di mano oltre i 220.000 euro. La sessione austriaca di Dorotheum si è distinta globalmente, oltre che per il ricco catalogo, per i numerosi rilanci, stimolati anche da cifre di partenza più contenute rispetto a valutazioni a troppi zeri.

Antonio Mirabelli

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Antonio Mirabelli

Antonio Mirabelli

Antonio Mirabelli si è laureato in giurisprudenza presso la Luiss Guido Carli di Roma e nello stesso ateneo ha frequentato la Scuola di Specializzazione per un biennio. Avvocato e appassionato di arte, matura esperienza nel campo del Wealth management come…

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