Arte contemporanea al Belvedere di San Leucio. In mostra le opere di Vickie Vainionpää
La combinazione di software digitali generativi e i tradizionali processi di pittura a olio danno vita a una serie di forme che si relazionano con la storia del celebre complesso monumentale casertano
“Noi modelliamo i nostri strumenti e successivamente i nostri strumenti ci modellano”, spiega il teorico dei media americano John Culkin. Un concetto che racchiude innumerevoli sfumature, le stesse che si vedono nelle tele di Vickie Vainionpää protagoniste della mostra Metamorphoses, ospitata negli spazi del Belvedere San Leucio di Caserta, Patrimonio dell’UNESCO. Le pitture astratte, nate dall’unione di nuove tecnologie e colori a olio, diventano morfologie organiche che abbattono le obsolete opposizioni che dividono il mondo analogico da quello digitale. Non è un caso che il titolo del progetto sia proprio Metamorphoses, un’allusione che si rivolge non solo ai processi di realizzazione utilizzati nell’opera dell’artista, ma anche al rapporto – in continua evoluzione – che lega la pittura alle nuove tecnologie.
METAMORPHOSES. L’ARTE CONTEMPORANEA AL BELVEDERE DI SAN LEUCIO
Le metamorfosi nate dalle indagini dell’artista canadese albergano al Belvedere di San Leucio, il complesso monumentale voluto da Carlo di Borbone re di Napoli e Sicilia, per formare i giovani del luogo ad apprendere l’arte della tessitura. Ebbene, dopo aver condotto un periodo in Francia, le giovani leve tornavano in Italia per lavorare negli stabilimenti reali, come quello costruito dall’architetto Francesco Collecini dal nome Real Colonia di San Leucio. Con gli anni, alle maestranze locali si aggiunsero quelle messinesi, piemontesi e genovesi, ampliando sempre di più la comunità. Trasformata in fabbrica di produzione di seta nel XVIII secolo, poi in Reggia e in azienda vinicola, il Complesso Monumentale Belvedere di San Leucio restituisce al pubblico l’esempio di architettura borbonica, differente da quella visibile in altri importanti palazzi e siti reali. Oggi, questa poliedrica struttura si trasforma in spazio espositivo per la ricerca di Vickie Vainionpää. Ecco allora che le opere ibride si mostrano, traendo ispirazione dal poema epico di Ovidio, con particolare riferimento al Trionfo di Bacco e Arianna (scena che occupa il soffitto della Grande Sala da Pranzo con un affresco realizzato dal pittore neoclassico Fedele Fischetti). In quella che potrebbe definirsi una rivisitazione post-digitale dell’affresco leuciano, la serie Gaze di Vainionpää si armonizza e risponde all’opera di Fischetti utilizzando un software di tracciamento oculare per tradurre direttamente il proprio sguardo in un’opera fatta di linee e curve. Così facendo l’antico dialoga con il contemporaneo, in un’armonia di luci e colori che trasformano lo spazio senza snaturarlo.
Valentina Muzi
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati