Sergio Borghesi 2023

Informazioni Evento

Luogo
CHIOSTRO DELLE MONACHE
Località San Girolamo, Viale del Teatro 4, Volterra, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

ore 10/13 e 14.30/19 (ingresso libero).

Vernissage
10/06/2023

ore 17.30

Contatti
Telefono: +39 3395851268
Biglietti

ingresso libero

Artisti
Sergio Borghesi
Generi
arte contemporanea, personale

Mostra personale nell’antico Convento di Volterra.

Comunicato stampa

Dopo la mostra “Rosso 2021” tenutasi al Teatro Persio Flacco, uno dei luoghi più magici e suggestivi di Volterra, l’artista Sergio Borghesi propone una nuova personale in un altro luogo altrettanto rappresentativo della cultura e della storia della città, come il convento di San Girolamo, oggi adibito ad Hotel.
A Volterra esistono tanti tesori nascosti, forse più conosciuti da viaggiatori attenti e meno da coloro che hanno la fortuna di viverci, tra i quali sicuramente il Chiostro delle Monache, in località San Girolamo, ad un chilometro dal centro storico: un antico convento dei frati Francescani dell’Osservanza, costruito grazie al volere di Cosimo dei Medici in omaggio a San Bernardino da Siena nel 1445, contemporaneamente alla chiesa di San Girolamo.
Una visita alla mostra di Borghesi diventerà così anche l’occasione per un dialogo proficuo e stimolante tra arte contemporanea e arte antica, risultando un apprezzabile espediente per arricchire la conoscenza della città. Si potranno ammirare allora l’architettura della facciata della chiesa, col porticato suddiviso in campate con volta a crociera, le due cappelle agli estremi con due altorilievi in terracotta invetriata di Giovanni della Robbia, l’interno della chiesa ad aula unica. Entrando nel convento si avrà modo di incontrare ancora un angolo prezioso, un’architettura rinascimentale con i due cortili di straordinaria bellezza, uno dei quali è appunto il Chiostro delle Monache nel quale è allestita la mostra.
La mostra personale di Sergio Borghesi, voluta e promossa da Nicola Cicchetti, sarà inaugurata sabato 10 giugno alle ore 17, 30 e presentata dalla prof.ssa Maria Lisa Guarducci, e sarà visibile fino al 30 settembre 2023.
Una mostra che riporta sulla scena l’artista volterrano che nel corso degli anni ha maturato e sperimentato esperienze artistiche con linguaggi diversi e sempre nuovi, che festeggia ben sessanta anni dalla sua prima esposizione avvenuta nel 1963 in Palazzo dei Priori e presentata dal Prof. Roberto Paolo Ciardi.
Le opere esposte comprendono un arco temporale che va dal 2007 ad oggi. Le tele e i disegni, moderni e attuali, sono perfettamente inseriti negli ambienti del convento perché i richiami all’arte medievale e rinascimentale sono evidenti, come sottolinea Marco Benucci in un suo scritto: “ … di questi maestri medievali che tutto irroravano di riflessi a partire dal volto delle Madonne, dei Bambini, dei Santi, egli sembra raccogliere a piene mani, pare saccheggiare avidamente l’idea della divinità illuminante, non più cristiana, ma una divinità solare che pervada la realtà pittorica e spirituale del suo calore e del suo colore”
Borghesi sembra ingrandire, come macrofotografia, i particolari, se pur minuti, di soggetti e paesaggi degli antichi maestri, dove protagonisti sono la luce e le innumerevoli variazioni cromatiche ottenute dalle abili pennellate che fanno percepire orizzonti paesaggistici tendenti all’infinito. Il rosso, il rosa, l’azzurro intenso, il verde acceso, il giallo, l’oro ci riportano indietro nel tempo e contemporaneamente ci proiettano in un futuro infinito. Ciò che Borghesi vuole rappresentare è come noi del nostro tempo continuiamo a percepire e rappresentare in modi sempre diversi quello che ci circonda, che è sempre esistito, ma è sempre stato reinterpretato e reinventato dalla sensibilità artistica.
Il tema della natura ritorna con forme nuove come un’invadenza catartica evocata e invocata, vista non solo come possibilità, come alternativa, bensì antitesi totale ad un ambiente percepito e vissuto sempre più come artificio come si evidenzia nei disegni a matita, lapis, acquarelli e lamina d’oro, dove la frammentazione delle immagini si ricompone mettendo insieme come fogli d’album di un viaggiatore che annota in un diario personale e artistico le visioni e le sensazioni.
“...Ne nasce un linguaggio che riesce ad avvolgere l’osservatore e che si dispiega, lungo linee di fuga prevalentemente orizzontali, nello spazio circostante sprigionando grande forza, frutto di energia e generosità espressiva.”