I capolavori dell’arte francese in mostra a Vienna
Da Renoir a Chagall, da Picasso a Christo e Jeanne-Claude: l’amore della collezionista Heidi Horten per l’arte legata al territorio francese è protagonista di una mostra nella capitale austriaca
La nuova mostra alla Heidi Horten Collection pone i riflettori sul rapporto della collezionista con la Francia, presentando una parte della sua ricca collezione consacrata alla pittura francese. La curatrice Véronique Abpurg ci ha accompagnato nella visita.
I PROTAGONISTI DELLA COLLEZIONE HEIDI HORTEN
All’ingresso ci accolgono i maestri dell’Impressionismo francese Camille Pissarro e Pierre-Auguste Renoir e si susseguono vedute dei quartieri di Parigi di Montparnasse e Montmartre. I paesaggi offrono una suggestiva introduzione all’ambiente di vita e di lavoro degli artisti esposti. È presentata anche l’opera di Christo e Jeanne-Claude Pont Neuf, Wrapped, uno scatto fotografico che mostra l’opera d’arte ambientale del 1985 in cui gli artisti hanno “impacchettato” il parigino Pont Neuf.
Tornando ai maestri del primo Novecento, l’École di Paris è rappresentata attraverso opere di Chaïm Soutine, Moïse Kisling, Emmanuel Mané-Katz ed Elisabeth Ronget-Bohm. Come sottolinea la curatrice, si tratta di una mostra nella mostra: sono infatti esposti immagini e complementi d’arredo di Villa Dubeau ad Antibes (già appartenuta ad André Dubonnet della ricca famiglia di produttori dell’omonimo aperitivo) che rappresentano il gusto della collezionista. È stato riprodotto anche il bar bamboo per trasmettere l’atmosfera festiva della Costa Azzurra. Foto-documenti mostrano l’estetica charmant e lussuosa degli Anni Cinquanta, un’estetica molto stravagante che – suggerisce la curatrice – ricorda i film di James Bond.
Proseguendo nella visita troviamo un giovane Picasso, appena arrivato a Parigi, con il ritratto Jeune fille espagnole devant la mer, in cui la giovane protagonista si staglia su un fondale blu, anticipando il successivo periodo blu dell’artista. Sono presenti anche due opere di Marie Laurencin, artista all’epoca molto apprezzata e musa di Guillaume Apollinaire.
La curatrice indica anche le opere di Serge Poliakoff, esule russo a Parigi, musicista e pittore, e la partitura di Maurice Ravel, Rêves, una composizione originale, una delle opere meno famose del compositore. Si crea così un dialogo tra arti visive e musica.
DA CHAGALL A PABLO PICASSO, YVES KLEIN E HENRI MATISSE
Il nucleo principale della collezione, come ricorda la curatrice, è composto dalla triade Picasso, Chagall e Klein. La produzione artistica sullo sfondo delle due guerre mondiali è un altro punto focale della mostra. L’occupazione tedesca di Parigi dal giugno 1940 rappresentò una cesura improvvisa. Molti lasciarono la città, gli artisti ebrei e “degenerati” come Marc Chagall e Fernand Léger fuggirono negli Stati Uniti.
La curatrice cita la poesia di Apollinaire Si je mourais là-bas che preannuncia il suo grave ferimento durante la Prima Guerra Mondiale e la successiva morte causata dall’influenza spagnola. Un’opera di Jean Fautrier, Tête d’Otage n. 3, rappresenta la resistenza politica di molti artisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Si tratta di un’opera dell’omonima serie che prende spunto dall’esperienza personale dell’artista, partigiano antinazista che, dalle finestre dell’ospedale psichiatrico dove si era rifugiato, osservava le atrocità commesse dai soldati tedeschi sui prigionieri.
Anche le opere di Picasso risentono di questo periodo. Dopo i tremendi anni della guerra, Picasso rappresenta la pace e la libertà ritrovate attraverso la colomba e inizia un nuovo capitolo della sua vita con Françoise Gilot a Vallauris, dove si dedica alla ceramica. “Si tratta di una nuova primavera”, spiega la curatrice, anche se una certa nostalgia per la giovinezza è rappresentata da opere, come nel caso del giovane moschettiere in mostra, che riflettono il passare del tempo, la perdita della virilità. La sua seconda moglie Jacqueline Roque è presente attraverso uno dei tantissimi ritratti realizzati dall’artista. Sono proiettate anche alcune scene del film diretto da Henri-Georges Clouzot, Il mistero di Picasso, ambientato nel suo atelier.
Yves Klein rappresenta un altro nucleo importante della collezione. Con il suo blu oltremare, che nel 1960 chiamò International Klein Blue, ha rivoluzionato la pittura, sviluppando il concetto di monocromo, in cui il colore puro è l’elemento determinante e dissolve i confini della pittura. Il primo rilievo in spugna, RE1 Relief Éponge 1, fa ora parte della Collezione Heidi Horten.
Giorgia Losio
Vienna // fino al 29 ottobre 2023
Rendez-vous. Picasso, Chagall, Klein and their times
HEIDI HORTEN COLLECTION
Hanuschgasse 3
https://hortencollection.com/en
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