Cinquant’anni dopo. In valle dei Mòcheni con Flavio Faganello

Informazioni Evento

Luogo
CASA LENZI
Località Lenzi, 38050 Lenzi-Stefani, Palù, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Luglio e agosto: sempre aperto 10.00-12-00 / 15.00-17.30
Settembre: venerdì, sabato e domenica 10.00-12-00 / 15.00-18.00
Ingresso gratuito (a pagamento solo la sede espositiva Maso Filzerhof - Fierozzo -)

Vernissage
01/07/2023
Contatti
Email: press.mostrafaganello@gmail.com
Artisti
Flavio Faganello
Generi
fotografia, personale

Un omaggio a un artista che ha segnato la storia del Trentino della seconda metà del Ventesimo secolo: Cinquant’anni dopo. In valle dei Mòcheni con Flavio Faganello è il titolo della mostra dedicata alle opere dell’artista fotografo Flavio Faganello.

Comunicato stampa

Cinquant’anni dopo.
In Valle dei Mòcheni con Flavio Faganello

Mostra
Palù del Fersina
1 luglio-29 settembre 2023

Comune di Palù del Fersina/ Gamoa’ va Palai en Bersntol
Comune di Fierozzo/ Gamoa’ va Vlarotz
Istituto Culturale Mòcheno/ Bersntoler Kulturinstitut
Associazione Pro Loco Palù del Fersina
in collaborazione con
Sopraintendenza per i beni culturali
Archivio fotografico storico
della Provincia autonoma di Trento
Archivio famiglia Faganello

Comunicato Stampa n. 1

Trento, 4 maggio 2023 - Un omaggio a un artista che ha segnato la storia del Trentino della seconda metà del Ventesimo secolo: Cinquant’anni dopo. In valle dei Mòcheni con Flavio Faganello è il titolo della mostra dedicata alle opere dell'artista fotografo Flavio Faganello, che si terrà a Palù del Fersina, dal 1° luglio al 29 settembre 2023.

Faganello è stato un appassionato cronista della valle dei Mòcheni e di quella che chiamava "la sua gente". Già dai primi anni Sessanta ha documentato con fiuto antropologico tutto ciò che riteneva fondamentale per lasciare delle tracce concrete della storia e del carattere trentino. Sono nate così fotografie di cronaca e foto-inchieste, immagini per il turismo e per la catalogazione dei beni culturali, altre, infine, per le numerose pubblicazioni di cui è stato autore o co-autore. La migliore sintesi della sua vocazione di “narratore per immagini” è stata la mostra del 2005, tenutasi a pochi mesi dalla sua scomparsa al Centro Internazionale di Fotografia degli Scavi Scaligeri di Verona e in seguito al MART di Trento. Quattro anni prima, nel 2001, l'artista aveva ceduto all'Archivio fotografico storico della Provincia autonoma di Trento un formidabile corpus di immagini, circa 400.000 fotografie e negativi realizzati tra il 1960 e il 2005.

La mostra, curata da Roberto Festi e voluta dal sindaco di Palù del Fersina, Franco Moar, vuole rendere omaggio al fotografo e reporter che ha documentato con passione e rigore filologico le profonde trasformazioni di un Trentino rurale del dopoguerra, gli anni del miracolo economico e delle rivoluzioni culturali della modernità. Lo fa ripercorrendo i temi da sempre cari all'artista: i protagonisti della “sua” valle, uomini e donne; il paesaggio; feste e tradizioni; il lavoro nei campi e sui monti; le migrazioni dei klòmeri, che d'inverno lasciavano la valle per vendere le loro mercanzie in terre lontane; le suggestive architetture dei masi. Sarà come riaprire un libro che Flavio Faganello ha scritto e riscritto, e confrontarlo con l'attualità.

La mostra si terrà a Palù, nella valle del Fersina, la "valle incantata" narrata dallo scrittore austriaco Robert Musil. Un luogo custode di ritmi arcaici e di una secolare tradizione linguistica, che Faganello ha amato da subito. Un amore che l’ha portato a realizzare proprio in Val dei Mòcheni, a Sant'Orsola, nel 1978, la sua prima mostra personale: La Donna mòchena. Cinquant'anni dopo, le sue fotografie tornano in quella valle dove tutto è cominciato, a Palù e Fierozzo in particolare, villaggi ai quali il fotografo ha sempre rivolto uno sguardo privilegiato, quasi a volerne fissare uno stato originario per poi coglierne, a poco a poco, gli inevitabili mutamenti e lo scontro con il progresso.

Le cento fotografie selezionate, molte delle quali inedite e collocate secondo approcci diversi, provengono dall'Archivio fotografico storico della Provincia autonoma di Trento e dall'Archivio della famiglia Faganello, e verranno allestite in tre diverse postazioni. Nella sede espositiva dell'Istituto culturale mòcheno al Maso Filzerhof sarà approfondito il tema legato al paesaggio e ai suoi protagonisti. Nell'edificio sottostante la piazza di Palù, nella Casa Lenzi, verrà invece riproposta, nella concezione originale del 1978, la sezione dedicata alla "Donna mòchena": immagini di donne che in questi scatti divengono protagoniste della storia antica di questa comunità. La terza sede sarà en plein air, nelle vie del paese, nelle frazioni e nel bosco, dove alcune grandi riproduzioni su banner porteranno gli scatti di Faganello dentro quella scenografia naturale che tanto amava, mostrando, com'era nelle corde dell'artista, "il prima" – le immagini degli anni sessanta e settanta – e il "dopo", ovvero il nostro presente.

Come ha ricordato nel 2005 lo scrittore Mario Rigoni Stern: “A parte la sua istintiva intuizione e la conquistata bravura, di Flavio Faganello è caro il ricordo come persona: la sua discrezione, la sua serietà operativa, il suo approccio all’uomo e alla natura mi fanno dire che oggi non v’è fotografo, o scrittore, o pittore che sappia raccontare la vita della gente di montagna come ha fatto lui. Ha testimoniato un tempo e un mondo non ripetibili”.

Durante il periodo della mostra, con un calendario in via di definizione, sono programmati incontri di vario genere e tematiche, nonché conferenze e letture sceniche di brani tratti da La Valle dei Giganti di Giuseppe Šebesta (1959). I materiali in mostra saranno pubblicati in un volume (160 pp./testi IT, DE e in lingua mòchena), edito da Antiga Edizioni (Crocetta del Montello, Treviso), corredato da specifici saggi firmati da amici del grande fotografo e studiosi di fotografia.

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Flavio Faganello (Terzolas, Val di Sole 1933 -Trento 2005). All’inizio degli anni Cinquanta, Faganello comincia a collaborare con le redazioni de Il Gazzettino, Alto Adige, l'Adige. In questo periodo, con sensibilità straordinaria, tesse un profondo legame tra la sua professione, la sua terra d’origine e i suoi abitanti. I primi anni Settanta ne definiscono il ruolo di reporter testimone del territorio, un mondo di montagna che ha raccontato e studiato per cinquant’anni, documentandolo con attenzione e passione. I due volumi Solo il vento bussa alla porta (Saturnia, 1970) e Gli eredi della solitudine. Viaggio nei masi di montagna del Tirolo del sud (Saturnia, 1973), realizzati con il giornalista Aldo Gorfer, raccolgono foto-inchieste che lo rendono celebre nella fotografia di documentazione sociale ed etnografica. Negli stessi mesi esce La valle dei Mòcheni (Manfrini, 1971), libro corredato da un ricco apparato iconografico e da testi del sodale Gorfer. È considerato uno dei massimi fotografi trentini del secondo Novecento. Tra i riconoscimenti ricevuti rientrano la Medaglia d’oro nel 1966 conferitagli da La Nazione di Firenze e il Premio ITAS Letteratura di Montagna vinto due volte: nel 1974 con Gli eredi della solitudine. Viaggio nei masi di montagna del Tirolo del sud e nel 1993 con Trentino-Alto Adige. Il mio mondo.