L’arte dei giardini in mostra nella Biblioteca Nazionale di Vienna

I fasti che accompagnarono l’epoca asburgica fanno da cornice alla mostra che approfondisce il legame fra arte e natura sullo sfondo di una delle più celebri istituzioni viennesi

Tra i luoghi di culto della Vienna barocca primeggia, un po’ in disparte, la Biblioteca Nazionale Austriaca, un’ala della Hofburg, il noto complesso monumentale che è stato l’epicentro del potere imperiale asburgico. Dedicata al sapere universale, la Biblioteca fu realizzata tra il 1723 e il 1726 da Fischer von Erlach, architetto di formazione romana. Spalancata la grande porta d’accesso al “Salone di Gala”, si resta di stucco! È ambientata proprio in questo spazio straordinariamente elaborato la mostra Von Gärten und Menschen (Di giardini e di uomini), che si snoda per capitoli ed epoche, a ridosso delle monumentali librerie lignee.
Ma la mostra può attendere. L’irresistibile suggestione del luogo induce istintivamente lo sguardo a una perlustrazione della smisurata architettura interna. Tra statue, capitelli aurei, eleganza barocca dei legni naturali, l’aula si estende in lunghezza per quasi ottanta metri, a metà di essa lo spazio si allarga in forma ovale, sovrastato da una volta a cupola, decorata con affreschi mitologico-allegorici. Dipinti dall’effetto cromatico solare, in cui si celebra la grandezza di un impero che all’epoca si credeva destinato per sempre a governare il Globo. L’emblema di tale illusione è effigiato in uno stendardo a lettere cubitali: AEIOU. L’inflessibile ordine alfabetico delle vocali veniva a corrispondere a un acronimo di carattere profetico: “Austriae est imperare Orbi Universo” (letteralmente: È dell’Austria dominare il Mondo). Ecco che linguaggio e mondo si corrispondono reciprocamente, santificando in un idioma universale la gloria dell’impero asburgico.
Per i cultori delle simbologie pittoriche viene espressamente annotato che gli affreschi, opera dell’artista di corte Daniel Gran, si basano sulla “iconologia” di Cesare Ripa, ideatore e fondatore di tale importante disciplina.

Prunksaal (Cupola). Photo Franco Veremondi

Prunksaal (Cupola). Photo Franco Veremondi

GIARDINI IN MOSTRA A VIENNA

Il Salone di Gala della Biblioteca Nazionale Austriaca, ricca com’è di migliaia di tomi ordinatissimi negli eleganti scaffali, ci appare un luogo adeguato ad accogliere le tematiche estetologiche dei giardini. In quanto genere elevato, a esso si è dedicato il fior fiore di artisti, architetti, alchimisti, e vi hanno voluto riflettere filosofi ed eruditi. E dunque, nelle varie epoche, l’arte del comporre giardini ha dato vita a differenti armonie paesaggistiche, giocando con visioni liriche e credenze magiche, e inventando artifici tra conoscenze scientifiche e ideali politici.
La selezione dei materiali in mostra, curata da Lilli Lička e Christian Maryska, è formata da un’ampia gamma di stampe di significativa esemplarità e accuratezza didattica, tutte appartenenti alla ricchissima Biblioteca. Sono accompagnate da schede descrittive e da puntuali citazioni, anche da testi poetici, volendo sintetizzare conoscenze e prese di posizione che hanno contraddistinto le differenti tendenze.
Tra i vari modelli, hanno risalto il giardino “all’italiana”, con i suoi schemi ordinati in geometrie ortogonali, accentuati da fondali e prospettive; o all’opposto il giardino “all’inglese”, caratterizzato da una vegetazione apparentemente spontanea, punteggiata da ruscelli e grotte, il cui gusto incontrerà i canoni romantici. Ampio spazio è dato al giardino barocco, la cui esemplarità è offerta universalmente dalla Francia nel complesso della Reggia di Versailles, la quale, un secolo dopo, farà da modello alla viennese Reggia imperiale di Schönbrunn.

Idealentwurf eines Renaissancegartens, Hans Puechfeldner, 1591 © Österreichische Nationalbibliothek

Idealentwurf eines Renaissancegartens, Hans Puechfeldner, 1591 © Österreichische Nationalbibliothek

LE CARATTERISTICHE DEL GIARDINO NEL CORSO DELLA STORIA

L’elaborazione scenografica del giardino barocco di palazzi e castelli ebbe la sua bibbia in un trattato, La théorie et la pratique du jardinage di Antoine-Joseph Dezallier d’Argenville, edito nel 1709, che ne stabiliva quattro punti teorico-pratici, in massima parte non immediatamente percepibili a colpo d’occhio: 1) la natura ha la precedenza sull’arte, 2) il giardino non deve apparire cupo a causa di troppi elementi in ombra, 3) non deve rivelare la sua bellezza tutta in una volta, 4) deve apparire più grande di quello che effettivamente è. Ma, come accadrà poi nella poesia e nelle arti figurative, la reazione agli eccessi barocchi non potrà non avere una ripercussione nell’arte dei giardini in nome di un ideale di serenità classica. Il termine “arcadia” denoterà per l’appunto il movimento che inneggia alla mite spontaneità della vita.
Nell’era della società borghese il giardino non perde certo d’importanza; l’autorevolezza di Adolf Loos viene presa ad esempio tramite una regola che sovverte un ordine gerarchico.
Il giardino” – lui dice – “è l’elemento primario, la casa è il secondario”. Infine, nella nostra epoca, segnata da malessere e sensi di colpa a seguito della convinzione che al mondo naturalistico l’uomo abbia inferto danni irreparabili, i paradigmi epistemici danno luogo a inedite esigenze ecologiche. Di conseguenza, il senso della pura piacevolezza del giardino diviene secondaria rispetto a caratteristiche che possano apportare benefici “psico-fisici” al singolo e soprattutto alla collettività.

Franco Veremondi

Vienna // fino al 5 novembre 2023
Von Gärten und Menschen
ÖSTERREICHISCHE NATIONALBIBLIOTHEK
Josefsplatz 1
https://www.onb.ac.at/

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Franco Veremondi

Franco Veremondi

Nato a Perugia, residente a Roma; da alcuni anni vive prevalentemente a Vienna. Ha studiato giurisprudenza, quindi filosofia con indirizzo estetico e ha poi conseguito un perfezionamento in Teoretica (filosofia del tempo) presso l’Università Roma Tre. È giornalista pubblicista dal…

Scopri di più