Tre artisti della Scuola di Piazza del Popolo in mostra a Napoli
Le opere di Franco Angeli, Tano Festa e Giosetta Fioroni fanno rivivere le atmosfere felliniane di Roma nella mostra presso la galleria di Andrea Ingenito
Dopo aver presentato il lavoro di Mario Schifano (in queste settimane in mostra proprio a Napoli con una grande presentazione alle Gallerie d’Italia), la galleria Andrea Ingenito porta in mostra le opere degli altri tre maestri della Scuola di Piazza del Popolo, Franco Angeli (Roma, 1935-1988) Tano Festa (Roma, 1938-1988) e Giosetta Fioroni (Roma, 1932), le cui opere sono oggetto di una intensa riscoperta. I lavori esposti rimandano alla produzione degli Anni Sessanta e Settanta, quelli della Dolce Vita romana, segnati anche dai riconoscimenti ottenuti alle Biennali di Venezia di allora. Ne abbiamo parlato con il curatore, Andrea Ingenito.
INTERVISTA AL GALLERISTA-CURATORE ANDREA INGENITO
Perché questa mostra?
In un momento di particolare fervore che la città di Napoli sta vivendo grazie a un’ottima stagione, dal punto di vista turistico, culturale e – come ben sappiamo – calcistico, e in cui si respira un’aria “frizzante”, con il popolo napoletano che sembra aver ritrovato quella sua naturale allegria e gioia di vivere, ho pensato che fosse il momento giusto per dedicare una mostra a tre grandi maestri della Pop Art italiana, a cui sono particolarmente legato. Giosetta Fioroni è l’artista con la quale lavoro da sempre, ed è l’unica dei quattro esponenti della Scuola di Piazza del Popolo ancora in vita. Franco Angeli era il più desiderato dalle donne dell’alta società romana (ricordiamo la sua relazione con Marina Ripa di Meana). E poi c’è Tano Festa, artista particolarmente caro alla nobile famiglia Franchetti, che per anni ha curato e promosso la sua attività artistica.
Non tutti conoscono la Scuola di Piazza del Popolo, ci può dire qualcosa a riguardo?
La Scuola di Piazza del Popolo era costituita da un gruppo di giovani artisti romani, sui quali si sono scritti numerosi libri (tra cui importanti monografie), non solo relativi al loro valore artistico, ma anche alla loro vita privata: erano considerati dei “bohémien” della Roma felliniana degli Anni Sessanta e Settanta, in cui coesistevano i più grandi artisti provenienti da tutto il mondo (Rauschenberg, Twombly, Rotella e tanti altri). In quegli anni, tutto il mondo dell’arte confluiva a Roma e in particolar modo Piazza del Popolo rappresentava un crocevia per gli artisti, che si riunivano al bar Rosati e che spesso avevano la fortuna di poter esporre presso la galleria La Tartaruga di Plinio De Martiis. Questi artisti che presentiamo a Napoli hanno avuto negli Anni Sessanta una produzione particolarmente fiorente, segnata sul mercato da cifre importanti.
Quali sono i programmi futuri della galleria?
La galleria sta ritrovando una forte energia e un forte slancio dopo il rallentamento dovuto alla pandemia e di recente abbiamo promosso una serie di iniziative che lo confermano: il 20 maggio scorso abbiamo inaugurato l’installazione site specific Nature Comes Back dell’artista americana Dalya Luttwak, presso la struttura Laghi Nabi di Castel Volturno, mentre il 27 maggio la galleria ha portato in mostra, presso la Fondazione Mario & Maria Pia Serpone a Roma, l’opera di uno dei suoi artisti, Alfonso de Angelis in arte Trallallà, in un contesto dove saranno installate opere di Kounellis, Nitsch, Paladino e tanti altri.
Luigi Rondinella
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