Mike Meyer – Un cubo bianco a Querceto
Accademia Libera Natura & Cultura apre le porte alla mostra fotografica itinerante “The White Cube”.
Comunicato stampa
Querceto, 30 maggio. Il White Cube appare per la prima volta nell’aprile 2018 proprio a Querceto, dove farà ritorno dal 17 giugno al 16 settembre, date in cui sarà possibile ammirare l’installazione site-specific ideata con più di cento ritratti ricavati dallo studio itinerante, nel cuore del Borgo di Querceto e in spazi espositivi interni. La mostra è a cura di Ursula Vetter, direttrice e co-fondatrice dell’Accademia Libera Natura & Cultura, che dal 2000 è attiva nella promozione della cultura musicale e artistica nel territorio della Val di Cecina.
La mostra si inaugura sabato 17 giugno alle ore 18:30 in presenza dell’artista Mike Meyer e in concomitanza con l’apertura della stagione concertistica, che ospiterà il concerto di chitarra flamenco del gruppo Flamenco Fusion, con Daniele Bonaviri, Monica de Luca (chitarra) e Cristiano Costanzo (percussioni).
Il progetto: #cometogethernow
Mike Meyer è il creatore del progetto #cometogethernow, iniziativa volta allo sviluppo di un innovativo linguaggio artistico in relazione alla sua proposta di uno studio fotografico mobile, centro nevralgico dell’intero lavoro, costituito da The White Cube, un cubo di colore bianco tre metri per tre metri, le cui neutre pareti costituiscono lo sfondo dei ritratti dell’artista.
Protagonista è l’umanità racchiusa nel volto di un passante. Il soggetto viene liberato da ogni sovrastruttura dalla macchina fotografica e ritratto nella sua essenza. Scatti introspettivi, tasselli che costituiscono un ampio spettro del genere umano.
Un ambizioso progetto conseguenza dell’insaziabilità, propria dell’animo artistico di Mike Meyer, di nuove esperienze, incontri e scambi.
L’artista Mike Meyer
Definito dal collaboratore Tim Southwell “Un irrequieto genio bambino” il fotografo Mike Meyer si configura con l'immagine di uno spassionato ed instancabile investigatore in cerca di fascino, una ricerca talmente febbrile da spingere l’artista in Georgia per indagare con la sua macchina fotografica i volti di donne lavoratrici in piantagioni, a Times Square per documentare i passanti, nel deserto del Marocco per ritrarre le volatili tribù nomadi. La fascinazione per Mike Meyer risiede nel configurarsi con la singolarità dell’ individuo e riuscire ad estrarre da esso il principio di peculiarità nella sua forma più essenziale, un approccio fotografico che ha denominato “Human studies”, un’incessante voracità di volti, nomi e storie. Da qui il progetto The White Cube.