Una mostra racconta il quartiere di San Lorenzo a Roma

Già quartiere di immigrazione operaia e poi centro di attivismo politico e artistico dagli Anni Settanta, San Lorenzo vive nelle opere degli artisti in mostra alla galleria Gilda Lavia

In una mostra la storia di un quartiere. E che quartiere. Alla Galleria Gilda Lavia, con un progetto a cura di Valentina Ciarallo, si tenta di raccontare il quartiere San Lorenzo con una grande storia creativa alle spalle e un presente di robusta riqualificazione culturale. Non ricognizione analitica sulla scena artistica della zona, ma sguardo memore di una storia di resilienza e fermento creativo, e che pone, in un presente di rinnovamento dell’area, le necessarie domande: cos’è davvero San Lorenzo, cosa lo rende un simbolo, cosa sta diventando?

Marina Paris, Stanno tutti bene, 2023. Photo Giorgio Benni

Marina Paris, Stanno tutti bene, 2023. Photo Giorgio Benni

LA MOSTRA SUL QUARTIERE SAN LORENZO A ROMA

Già quartiere di immigrazione operaia bombardato durante la guerra, questa periferia all’ombra delle Mura Aureliane e delle futuristiche torri di Angiolo Mazzoni della Stazione Termini si riattiva dagli Anni Settanta con la presenza degli studenti (siamo vicini all’Università), l’impegno politico, e con l’arrivo di artisti a ripopolare scheletri industriali come l’ex Pastificio Cerere e altri edifici nei dintorni: Nunzio, Giuseppe Gallo, Bruno Ceccobelli, Piero Pizzi Cannella, Marco Tirelli, Gianni Dessì, Sabina Mirri, la cometa fugace di Francesca Woodman, Marina Paris, Rossella Fumasoni, Mauro Di Silvestre, Felice Levini (qui in un’opera con Claudio Abate). Stelle le cui apparizioni hanno lasciato una scia, come succede per Elisabetta Benassi, che di Nunzio è stata allieva; o che hanno dissodato nuovi spazi creativi, come nel caso di Pietro Ruffo, che dal suo studio continua a forgiare visioni astrali sull’Antropocene, Leonardo Petrucci, che in mostra combina media digitali con la sapienza della Litografia Bulla, Giovanni De Cataldo, che evoca gli elementi dell’arredo urbano più cari ai romani. Un quartiere con un fascino multiculturale e post-industriale, in cui il sogno underground si annida tra angoli fané come il Palazzetto Sartorio, dove ha studio Paolo William Tamburella e dove il collettivo Numero Cromatico crea opere sinestesiche che parlano d’amore coinvolgendo AI e neuroscienze; e il cui domani sembra continuare con nuovi artist run spaces qui rappresentati da Alessandro Calizza e Krizia Galfo di SA.L.A.D. (San Lorenzo Art District). In questo panorama, si rinnovano modalità di lavoro e ispirazione alternative e collettive, vera anima artistica e futuro del quartiere.

Mariasole Garacci

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Mariasole Garacci

Mariasole Garacci

Laureata in Storia dell’Arte all’Università di Roma Tre con una tesi sul ritratto a Roma nel XVI secolo, Mariasole Garacci è stata cultore della materia presso le cattedre di Storia dell’Arte moderna e di Storia del Disegno, dell’Incisione e della…

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