Gli studenti di moda della Laba di Firenze e le foto della sfilata di fine anno

22 giovani talenti hanno messo in scena le loro collezioni. Celebrando il percorso di formazione con l’Accademia Laba. Tra “ansia da prestazione” e sogni per il futuro

C’è un grande interesse nella ricerca di realtà accademiche capaci di valorizzare la componente creativa e artigianale. Come riesce a fare Laba Firenze: polo formativo multidisciplinare che spazia dalla fotografia alle arti visive, fino al design e alla moda. L’attenzione si concentra sui talenti da loro formati, che un giorno diventeranno i protagonisti del fashion system. Abbiamo fatto incursione nel dietro le quinte dello show di fine anno, dove ci siamo confrontati con i 22 designer emergenti promossi dall’accademia nel 2023. E sono gli stessi giovani talenti, tra emozioni e “ansia da prestazione”, ad aver raccontato l’approccio tailor-made che li ha condotti fino all’ultimo giorno del loro percorso, seguiti dai docenti.

LA SFILATA DELL’ACCADEMIA LABA DI FIRENZE

L’evento conclusivo del percorso di studi è partito da una domanda ben precisa, posta dal creative director Manuel Ventroni e dalla coordinatrice del Dipartimento Moda Cristina Cacioli: come ci rapportiamo al Divino? Le risposte sono state collezioni di tre look osservate da 1200 spettatori, in aggiunta a una giuria di addetti al settore come il referente del software di fashion design CLO 3D Matteo Molon, il responsabile modelleria di Gab Group Matteo Lenzi, Danny Goldstein per Fashion Snoops e l’autore di “Vivere il Metaverso” Alessio Carciofi. Tutti accolti dal direttore della Laba di Firenze Domenico Cafasso e dal presidente Carlo Nigi. Lo show è stato anche trasportato nel mondo digitale grazie ad abiti ideati sia per il virtuale sia per la moda del metaverso.

LE COLLEZIONI DEI TALENTI DELLA LABA DI FIRENZE

Il Divino è il miracolo che avviene quando ti prendi cura di qualsiasi elemento della tua vita”, afferma Flavia Miele, una degli studenti che hanno sfilato durante lo show di fine anno di Laba. Poi continua: “Recentemente mi sono appassionata alle piante tropicali, che mi hanno guidata nella realizzazione di macro capispalla in maglia. Tutti handmade, con ben 9 mesi di lavorazione”. Tra i neolaureati c’era anche lo studente Emanuele Quaranta, le cui creazioni sono state ispirate dallo “spaccato sociale dell’Antico Egitto”. Nella sua collezione emergono tre figure della scala gerarchica: il faraone, lo schiavo e il sacerdote. Lui stesso ci svela di aver lavorato “con la colla a caldo e la foglia d’oro per raccontarne la simbologia su tessuti molto leggeri, ma contemporanei”. Perché non voleva porsi “in maniera didascalica e con materiali connessi all’immaginario storico”. Le creazioni degli studenti continuano con Joana Rapai, già premiata per le sue abilità nell’uso del Cad, tanto da aggiudicarsi una licenza del programma di modellistica CLO 3D. Originaria dell’Albania, i suoi tre look fanno riferimento ai flussi migratori, all’interiorizzazione dell’esodo e al ruolo di rifugiato nel tessuto sociale. Invece l’estro della giovane creativa viene contaminato dal lavoro di styling, elemento fondamentale nel suo approccio. Così i capi upcycling si destrutturano e incontrano con sovrapposizioni e intrecci propri del mondo della maglieria. Una nota di merito va anche a Cosimo Volpi, che proietta lo spettatore in uno scenario post apocalittico dove l’unica via di fuga è il gaming, sua grande passione. Militare e militante, la collezione racconta una visione distorta del menswear al quale Volpi si avvicina con forme oversize e divergenze stilistiche. Svelando le onde del mare, altro tratto in comune a molte collezioni visionate.

Alessia Caliendo

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Alessia Caliendo

Alessia Caliendo

Alessia Caliendo è giornalista, producer e style e visual curator. Formatasi allo IED di Roma, si è poi trasferita a Londra per specializzarsi in Fashion Styling, Art Direction e Fashion Journalism alla Central Saint Martins. Ha al suo attivo numerose…

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