Il Romanzo Virtuale di Corrado Levi in mostra Milano
In questa mostra l’artista torinese scompiglia il senso comune dello spazio e ne riscrive le regole grammaticali, chiamando in gioco anche la dimensione temporale. Con un allestimento che sembra un’opera d’arte
Stenografie di pensieri, trascrizioni umorali, tracce che si librano sul foglio ora evocando fantasmi di figure con vergature filiformi, ora ovattando l’accalcarsi dei motivi in aloni più addensati e pittorici. È il Romanzo Virtuale di Corrado Levi (Torino, 1936) alla Galleria Artra, nella mostra a cura di Francesca Pasini, che presenta, sotto il titolo Colori e materie, una serie di disegni e xilografie eseguiti in gran parte durante il periodo della pandemia, accompagnati dalla proiezione del video Diario dal virus (2020), che, a sua volta, documentava la presentazione del libro Novità in casa – Virus, (Corraini Edizioni, 2020), tenutasi alla Libreria delle donne nell’ottobre 2020.
LA MOSTRA DI CORRADO LEVI A MILANO
Se la serie dei Quaderni si allunga cronologicamente fino ad aprile 2023, la Serie quadri con pietre (2010) rappresenta un’intersezione di un passato più remoto, come se i quattro sassolini colorati, ciascuno inscatolato in una cornice sigillata col plexiglas e libero di muoversi, fossero a loro volta concrezioni di un tempo fluttuante che si posizionano nello spazio, volumi esigui e mobili, testimonianze di umori volatili presi in trappola. Il tempo si raccorda allo spazio, lasciando dei sedimenti – dei detriti – rimanenze di un’azione, del tempo materialmente vissuto, anche il più recente e trascurabile, quello dell’allestimento: la scopa rimasta appoggiata alla colonna, la scala rimasta aperta in mezzo alla sala – che si incamerano nei volumi del luogo espositivo, trasformandosi in metrica, in prosodia spaziale – si riscattano della loro banalità, della loro non artisticità, diventano cesure e interpunzioni. Viene fatto restare anche un tavolo di compensato usato come punto d’appoggio, ma rovesciato e ridotto al ruolo di una sorta di totem minimale e sacrale attorno al quale lo spazio pare incagliarsi e vorticare.
L’ALLESTIMENTO ALLA GALLERIA ARTRA
I vari momenti di questo diario per immagini si trasfigurano e si incarnano così nel progetto dell’allestimento, che può dirsi un’opera a sé stante, che sussume in sé i singoli elementi e li dinamizza in una costellazione inedita. La loro disposizione, infatti, è come se prendesse lo spazio contropelo, sottoponendo lo sguardo dello spettatore a cambi di passo e a correzioni di ritmo. Se su una parete i quadri con le xilografie si posizionano secondo i collaudati parametri di serialità lungo un asse orizzontale, su un’altra parete nel settore sinistro della galleria ecco tesi dei fili sottilissimi, altre rimanenze, che provvedono a guidare la serie dei disegni lungo direttrici diagonali; sulla parete opposta, invece, una quadreria organizzata secondo una logica di disseminazione. Un altro paio di disegni si posizionano poi frontalmente su due colonne, ma come se fossero risucchiati verso l’alto, fino a lambire il soffitto: come se la gravità fosse in quel punto invertita.
Come sempre, Corrado Levi scompiglia e rifonda su basi sghembe, instabili, sdrucciolevoli quello che si potrebbe chiamare il senso comune dello spazio, riscrive le regole grammaticali della “lingua dell’uso” dello spazio. E, in questo caso, anche del tempo: un tempo ritagliato, incapsulato entro le cornici e reingranato nei percorsi dei nostri sguardi.
Alberto Mugnaini
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