Un museo d’arte contemporanea in una torre medievale. Intervista al fondatore Antonio Arévalo
Ad inaugurare il evento è l’opera site specific dell’artista internazionale Iván Navarro, “Eccidio”, realizzata nella torre medievale (Ex Torre Enel) sede del nuovo polo museale della Tuscia
A Sipicciano (un piccolo paese dell’alta Tuscia viterbese) esiste un’antica torre di pietra che si sviluppa su tre livelli, meglio conosciuta come Torre Enel o Ex Torre Enel perché, per circa trent’anni, è stata utilizzata per la distribuzione dell’elettricità nel borgo. Abbandonata negli anni Settanta, oggi la Torre diventa sede di Eccidio, l’intervento site specific dell’artista Iván Navarro che inaugura l’apertura del MicroMuseo di Arte Contemporanea della Tuscia, fondato dal critico e curatore d’arte, Antonio Arévalo. Volevamo saperne di più sulla scelta particolare del territorio, sulla programmazione e gli artisti protagonisti e abbiamo deciso di fargli qualche domanda
La Tuscia ha ispirato tantissimi artisti, poeti e scrittori. Qual è il legame che ti unisce a questa terra?
Ne parlavo con lo storico gallerista di Viterbo, Alberto Miralli, ogni volta che lo andavo a trovare. Ciò che mi lega è il racconto visibile di un passato in cui la bellezza e la funzione erano uniti in un perfetto sodalizio che, oggi, può rappresentare il punto di partenza per un percorso da seguire al fine di ricreare lo spirito che -non molto tempo fa- ha portato i grandi artisti di tutto il mondo ad amare la Tuscia.
Come nasce l’idea del MicroMuseo di Arte Contemporanea?
Ho acquistato una torre di origine medievale di 12 metri di altezza, al centro della cittadella in cima alla collina che ospita il piccolo comune di Sipicciano, frazione di Graffignano (VT). Originariamente fu costruita come torre di osservazione e difesa del Palazzo Baronale. Ad oggi, la torre è l’icona più rappresentativa di questo paese, come si può vedere in tutte le foto e illustrazioni di Sipicciano. In epoca contemporanea è stata utilizzata come torre di distribuzione dell’energia, come testimoniano le vecchie linee elettriche, prese, carrucole e luci di sicurezza ancora presenti nella struttura. La luce diventa allora un potente mezzo per indicare le mistificazioni, i divieti e lo splendore. Da lì, il progetto di convertirla in un micro-museo orientato alle arti visive contemporanee.
Come si inserisce nel territorio?
Il progetto si lega al territorio a partire da questa torre storica, a cui è stata data una nuova e brillante vita, trasformandola in un piccolo museo in grado di portare quello sviluppo artistico e culturale che incontra la storia di questo borgo. Il nostro intento è quello di creare un luogo interattivo, concepito in una modalità work in progress, consolidandolo come punto di aggregazione anticonvenzionale per tutto il Lazio e la sua provincia.
La comunità come ha risposto a questa iniziativa?
Dopo anni di ricerca nei diversi ambiti della cultura contemporanea sentivamo la necessità di un luogo dove condividere le nostre esperienze e continuare in un percorso che potesse aprirsi a condivisioni. Le Giornate del Contemporaneo hanno fatto il resto. Mostre di altissima qualità realizzate quasi a costo zero e una grande affluenza di pubblico locale. Innamorarsi di questo luogo è stato semplice, a partire dalla bellezza del paesaggio e dalla storia che si respira camminando tra il borgo ed i paesini intorno, facendoci capire in un breve lasso di tempo che eravamo a casa.
E che forma prenderà il programma espositivo?
L’obiettivo è rendere la Tuscia una fucina per l’arte. La capacità di attrarre artisti da tutto il mondo costituisce una risorsa che va valorizzata nei percorsi di rigenerazione urbana legati alla creatività di questo territorio. Consolidare e allargare le edizioni della Festa dell’arte diventa un motore di riattivazione e crescita della comunità locale e delle funzioni del territorio attraverso pratiche creative innovative e contemporanee. Inoltre, si intende valorizzare le risorse patrimoniali, sociali e culturali presenti, in una visione integrata che renda Sipicciano e Graffignano due località vivaci, creative e produttive. Con la co-creazione di luoghi attivi si vuole attivare diversi flussi di nuovi abitanti e visitatori, creare economie di comunità e reti di collaborazione pubblico-private per far diventare questo territorio un luogo in cui sperimentare idee e si realizzano progetti di arte contemporanea.
Dopo questo primo passo ci sono progetti futuri che coinvolgeranno la scena dell’arte contemporanea internazionale?
Vorrei la presenza di moltissimi lavori che dialoghino con l’opera e con l’artista Ivan Navarro. La prima avviene ora il 28 giugno, in un dialogo fra Gian Maria Tosatti e Ivan Navarro, coordinato dalla curatrice Gabi Scardi. Nel futuro prevedo (e vorrei) opere di Santiago Sierra e di altri artisti dove convergono le più diverse forme di espressività capaci di proporre una programmazione culturale multidisciplinare.
Valentina Muzi
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati