Biennale di San Paolo 2023. Il tema, il programma, gli artisti
Il movimento di una coreografia – di coreografie molteplici e imprevedibili – ispira il collettivo curatoriale della Biennale brasiliana, che invita a ripensare il concetto di impossibilità
C’è un filo invisibile che sembra unire, a migliaia di chilometri di distanza, la 60. edizione della Biennale d’Arte di Venezia con la manifestazione omologa in programma a San Paolo (Brasile), dal 6 settembre al 10 dicembre 2023. “Stranieri ovunque” per Adriano Pedrosa – curatore brasiliano della Biennale 2024, che proprio a San Paolo dirige il museo MASP –, “Coreografie dell’impossibile” per la kermesse brasiliana prossima a partire, a cura di Diane Lima, Grada Kilomba, Hélio Menezes e Manuel Borja-Villel. La sfida dell’impossibile, nel caso specifico, mentre auspica l’opportunità di estendere e ridefinire i confini della possibilità in campo artistico, vuole proporsi come inno alle diversità, valorizzando le voci delle diaspore e delle comunità di tutto il mondo, approfondendo l’interesse per il locale, però alimentando al contempo un dialogo su scala globale. Dunque in questo comune sprone all’accoglienza e alla mescolanza, rappresentate da una molteplicità di espressioni artistiche, si rintraccia un germe comune nelle riflessioni che hanno ispirato le due Biennali (la Biennale di San Paolo, peraltro, è la seconda esposizione di arte contemporanea internazionale più longeva dopo quella veneziana). Orientamento, per dir la verità, sempre più condiviso dai principali progetti curatoriali internazionali.
LA BIENNALE D’ARTE DI SAN PAOLO 2023
La scelta di puntare su un collettivo di curatori, privilegiando una struttura orizzontale anziché gerarchica, è quindi coerente con quanto la Biennale d’Arte di San Paolo 2023 si prefigge di rappresentare. E il riferimento esplicito alle “coreografie”, al movimento che genera prospettive multiple, frazioni spaziali e temporali inaspettate, forme inimmaginabili, situa la sfera d’azione nel campo della sperimentazione più libera. A questo scopo, “ci interessano i ritmi, gli strumenti, le strategie e le tecnologie, nonché tutti i procedimenti simbolici, economici e giuridici che i saperi extradisciplinari sono in grado di promuovere”, spiegano i curatori. L’esposizione si articolerà in assenza di un sequenzialità progressiva e lineare del tempo, seguendo piuttosto le cadenze e le dinamiche che dilatano e contraggono lo spazio e le esperienze nella realtà, con l’obiettivo di “creare ciò che è possibile in un mondo guidato dalle impossibilità”.
GLI ARTISTI DELLA BIENNALE D’ARTE DI SAN PAOLO
Sarà dunque anche una Biennale d’Arte multidisciplinare, aperta alla musica, alla danza, al cinema. E coinvolgerà 119 artisti, nell’allestimento proposto dallo studio di architettura Vão, all’interno del Ciccillo Matarazzo Pavilion, per assecondare i temi del movimento e dell’interazione tra il pubblico e le opere esposte. Accanto alla nutrita rappresentanza brasiliana e sudamericana, cospicuo è anche il coinvolgimento di artisti africani; per l’Italia solo Elda Cerrato (Asti, 1930 – Buenos Aires, 2023), artista e docente d’adozione argentina (nel Paese emigrò da bambina con la sua famiglia), recentemente scomparsa. Ai curatori il compito di riassumere l’idea che ha guidato la selezione: “I partecipanti a questa Biennale vivono in contesti impossibili, oltrepassano i limiti, studiano strategie per aggirarli, e sfuggono alle impossibilità del mondo in cui vivono. Lottano contro la violenza, le limitazioni della libertà, le disuguaglianze”.
Livia Montagnoli
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