Torna il Romaeuropa Festival. La sfida? Superarsi. “All that we can do”: teatro, musica, danza, arte, da Kentridge a John Cage. E un biglietto ve lo regala Artribune!
“All that we can do”, ovvero: “tutto quello che possiamo fare”. Una dichiarazione d’intenti, quando l’intenzione è fare il possibile, tendendo all’impossibile. Ogni energia, al servizio del cambiamento: tutto quello che gli artisti hanno il coraggio, la voglia, la forza di mettere in campo. È questo il tema proposto da Romaeuropa Festival, diretto da Fabrizio Grifasi, con Monique Veaute Presidente, giunto […]
“All that we can do”, ovvero: “tutto quello che possiamo fare”. Una dichiarazione d’intenti, quando l’intenzione è fare il possibile, tendendo all’impossibile. Ogni energia, al servizio del cambiamento: tutto quello che gli artisti hanno il coraggio, la voglia, la forza di mettere in campo. È questo il tema proposto da Romaeuropa Festival, diretto da Fabrizio Grifasi, con Monique Veaute Presidente, giunto alla sua 27° edizione. Una formula che suona anche come un invito per il pubblico più sensibile all’arte: nell’affanno di una contemporaneità rivolta alla crisi e alla trasformazione, l’attenzione alla bellezza resta un appiglio irrinunciabile.
Ricco il cartellone, che prevede nove prime italiane, una prima europea e cinque prime assolute, distribuite tra il 26 settembre e il 25 novembre 2012, in 8 luoghi di Roma. Sul palco si avvicenderanno ospiti e compagnie che arrivano da tutto il globo, per una esplosione pirotecnica di talenti ed intuizioni.
L’apertura, giovedi 26, è affidata ad Akram Khan, che al Teatro Argentina arriva con il suo nuovo spettacolo Desh, stesso palco in cui prendono vita Refuse the hour di William Kentridge, Birds with skymirrors del coreografo samoano Lemi Ponifasio, Soprattutto l’anguria per la regia di Massimiliano Civica e Quicksand, scrittura a più voci di quattro drammaturghi Gian Maria Cervo, Marius von Mayenburg, Albert Ostermaier, Rafael Spregelburd.
Tanti i riferimenti alla letteratura, con opere quali IMITATIONOFDEATH, di ricci/forte, ispirato al mondo di Chuck Palahniuk, Disgrace di Kornél Mondruczó, dal romanzo omonimo di J. M. Coetzee, Città di Ebla con The dead, che rimanda all’ultimo racconto dei The Dubliners di James Joyce, e Il rimedio della Fortuna, dell’ensemble Sentieri Selvaggi, con la partecipazione del duo di videoartisti Masbedo e la splendida voce narrante di Fanny Ardant.
E poi tante proposte d’eccellenza, dalla più importante compagnia di danza israeliana, Batsheva Dance Company, diretta dal coreografo Ohad Naharin, all’Omaggio a Philip Glass, realizzato dall’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e Fondazione Musica per Roma, fino al ciclo di quattro appuntamenti al Brancaleone, con la musica elettronica di Sensoralia.
Cuore pulsante del festival è la sezione dedicata a John Cage: spettacoli, concerti, proiezioni, video screening, dedicati la maestro del silenzio e della musica concreta, scandiranno l’intera rassegna.
Non poteva mancare, infine, il focus sulla tecnologia, tra i punti di forza del festival: “Digital Life 2012”, con 29 installazioniall’insegna di arte e sperimentazioni hi-tech, in scena dal 15 novembre alla Ex GIL di Trastevere, al MACRO Testaccio e all’Opificio Telecom Italia; e “Metamondi”, rassegna ideata con Telecom Italia, che espande i confini della sala, affidando alla rete la trasmissione in streaming di 4 spettacoli.
Se avete l’acquolina in bocca a sufficienza e se state già provando a scegliere lo spettacolo da non bucare, un aiutino ve lo diamo noi. Per “Il rimedio della Fortuna” Artribune vi regala i biglietti, insieme a Romaeuropa. Come aggiudicarvi il premio? Basta convincerci, a parole. Scrivete qui sotto, tra i commenti, la vostra motivazione: la più efficace si aggiudicherà una coppia di ticket da ritirare al Palladium la sera dello spettacolo. Ma affrettatevi, avete tempo fino a venerdi 28 settembre alle ore 15. Siate creativi, convincenti, originali. Insomma, meritateveli!
– Helga Marsala
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