45mila metri quadrati, 70 aule, 135 milioni di euro di investimento. A Torino si fa sul serio: inaugurato il nuovo polo universitario griffato Norman Foster, Giorgetto Giugiaro e Benedetto Camerana
Un team di progettisti di tutto rispetto, composto da Benedetto Camerana (torinese doc, classe 63), Foster and Partners, Giorgetto Giugiaro, Maire Engineering e ICIS, che hanno lavorato insieme al cantiere per cinque anni, a nove dall’aggiudicazione del concorso vincitore e nonostante numerosi intoppi e ritardi durante la realizzazione. Ci sono loro dietro al nuovo polo universitario […]
Un team di progettisti di tutto rispetto, composto da Benedetto Camerana (torinese doc, classe 63), Foster and Partners, Giorgetto Giugiaro, Maire Engineering e ICIS, che hanno lavorato insieme al cantiere per cinque anni, a nove dall’aggiudicazione del concorso vincitore e nonostante numerosi intoppi e ritardi durante la realizzazione. Ci sono loro dietro al nuovo polo universitario di Torino, intitolato a Luigi Einaudi, appena inaugurato in pompa magna giusto in tempo per l’avvio dell’anno accademico 2012-2013. Un enorme corpo di fabbrica, da 45mila mq, nell’area bonificata ex Italgas lungo la Dora. Ci sarà posto per oltre 8mila studenti delle facoltà di Giurisprudenza e Scienze Politiche, con la realizzazione di ben 70 aule, laboratori, uffici, foresteria, aula magna da 320 posti, caffetteria e un polo bibliotecario da 620mila volumi dedicato a Norberto Bobbio, filosofo, storico e politologo torinese scomparso nel 2004.
Un edificio dalla morfologia triangolare, e dalla singolare vocazione post-industriale, composto da sette corpi interconnessi tra loro e da un grande vuoto centrale, un “cratere” da 80 metri di diametro, che restituisce alla collettività e alla città intera una piazza spaziosa e contemporanea. Una specie di fabbrica del sapere dunque, costituita da angoli smussati e da una “voluta freddezza delle facciate” (Benedetto Camerana), caratterizzate da fasce orizzontali alternate di finestre a nastro e marcapiani metallici: una serie regolare di trasparenza e opacità, rivolta però verso il verde e il fiume. Il tutto raccordato sotto una grande copertura ad ombrello, realizzata in tessuto, che verrà illuminata di notte, e resterà visibile dall’intera Torino.
L’investimento complessivo – comprese le residenze Edisu realizzate per le Olimpiadi invernali del 2006 e oggi riconvertite – sfiora i 135 milioni di euro. Un progetto importante che si rifà a criteri costruttivi di sostenibilità e bioedilizia, garantendo, per esempio, 7200 mq di pavimentazione esterna fotocatalitica, vale a dire in grado di reagire con le particelle solari e neutralizzare le polveri sottili, abbattendo così i tassi inquinanti dell’area. Oppure, facendo sì che la copertura sia aggettante quel tanto da sfruttare un bilanciamento in facciata tra luci ed ombre tale da consentire un netto risparmio nel condizionamento interno.
– Giulia Mura
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