Un Vermeer esagerato per “Pubblico”: sul giornale di Luca Telese la critica è più che militante, quasi da strada. La fanno direttamente i lettori…
In principio fu Liberazione, poi toccò a Il Riformista: quando per un quotidiano tira aria grama e i soldi scarseggiano a farne le spese, immancabilmente, è la pagina della cultura. La prima ad essere ridimensionata, accorciata, limitata, compressa. Infine tagliata. Gioca d’anticipo Pubblico, neonata testata diretta dallo scissionista Luca Telese: per chi non ne avesse […]
In principio fu Liberazione, poi toccò a Il Riformista: quando per un quotidiano tira aria grama e i soldi scarseggiano a farne le spese, immancabilmente, è la pagina della cultura. La prima ad essere ridimensionata, accorciata, limitata, compressa. Infine tagliata. Gioca d’anticipo Pubblico, neonata testata diretta dallo scissionista Luca Telese: per chi non ne avesse mai preso in mano una copia basti sapere che il parto arriva dopo l’addio polemico del nostro a Il Fatto Quotidiano, e si configura come un prodotto progressista ma educato. Meno grillino, insomma: e più renziano.
La pagina della cultura è un pot-pourri che frulla abilmente analisi televisive (a firma dell’ottimo Bernardini) e arti varie ed eventuali: spunta, a sorpresa, in cima all’Agenda (essenzialmente: delle primarie PD) la rubrica Visto da me. È il lettore, che al momento manco si firma, a commentare in taglio alto mostre, film, spettacoli teatrali e quanto rientra nel mare magnum del “culturale”. Come a dire: mettiamo le mani avanti che non si sa mai. Metti che un domani dobbiamo cominciare a sfoltire.
Ironie a parte, oggi il “John Doe” di turno si è occupato della mostra di Vermeer alle Scuderie del Quirinale. Didattico e didascalico, nel tratteggiare i temi borghesi del fiammingo; un po’ violento nel citare “le vedute della città, gli squarci di un mondo silente e operoso” (intendevi forse gli scorci?!?); forse affrettato nel definire il pur affascinante appuntamento romano “una rassegna veramente esaustiva”. Otto opere su un catalogo che, fermandosi ai capolavori, è tre volte più numeroso… beh, provaci ancora John! Scrivendo a [email protected]…
– Francesco Sala
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