La vertigine ferma di Gianluca Lombardo
Una stanza murata e resa inaccessibile al pubblico diventa il contenitore del buio. È il vuoto, ma soprattutto l’abisso quello a cui dà forma Gianluca Lombardo. Ed è una cecità viscerale da osservare immobili da un trampolino sospeso. Fino al 7 ottobre, negli spazi dell’Accademia Abadir di Catania, in coda per incontrare l’ignoto.
Lo scontro improvviso con il buio è spiazzante, ma può essere anche accogliente e attrattivo. Come una forza sconosciuta che ti risucchia nel suo vortice caldo e ospitale. Intorno all’abissale e alle diverse sensazioni che si possono provare di fronte a un baratro è l’intervento ambientale di Gianluca Lombardo (Catania, 1966). Stravolgendo alcuni spazi dell’Accademia Abadir (sede che ormai si conferma quale luogo sperimentale sostituendosi ai musei che in Regione tardano a decollare), l’artista ricostruisce la condizione ideale per fare esperienza dell’ignoto. Non un luogo alieno o altro, ma lo spazio interiore. Quello intimo e viscerale che fa paura, come tanta morte che tendiamo a rifuggire e che non chiamiamo più nemmeno con il suo nome.
Attraverso un dispositivo scenico, Lombardo prende invece per mano, accompagnando lo spettatore sino alla sosta di fronte al precipizio, a quell’abisso scomodo che è l’inconscio. Su un trampolino, non appena l’occhio inizia a fidarsi dell’oscurità, ci si muove visivamente tra piccole fessure e ombre vane. E, come dinnanzi a un cratere, tra il desiderio di spingersi oltre restando immobili e il salto impavido, la vertigine è lì. Un brivido fermo.
Claudio Cravero
Catania // fino al 7 ottobre 2012
Gianluca Lombardo – Abissale
ACCADEMIA DI BELLE ARTI ABADIR
Via Leopardi 8
095 7252310
[email protected]
www.abadir.net
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati