La pelle dell’arte. Marco Andrea Magni rilegge Bukowski alla galleria FuoriCampo di Siena, ecco le immagini dell’opening
Più giovani di così non si poteva. Titolo preso in prestito dalla prima parte della raccolta di poesie Quando eravamo giovani, dello scrittore statunitense Charles Bukowski. Preso in prestito da Marco Andrea Magni, per la sua mostra che si è appena inaugurata – tra lampi e tuoni – alla galleria FuoriCampo di Siena. Una mostra che intende riflettere, attraverso […]
Più giovani di così non si poteva. Titolo preso in prestito dalla prima parte della raccolta di poesie Quando eravamo giovani, dello scrittore statunitense Charles Bukowski. Preso in prestito da Marco Andrea Magni, per la sua mostra che si è appena inaugurata – tra lampi e tuoni – alla galleria FuoriCampo di Siena. Una mostra che intende riflettere, attraverso una serie di lavori, sul significato di pelle, intesa come superficie/limite, capace di registrare, manifestare ed esternare i segni del tempo. L’artista imposta un vero e proprio dialogo mediante tavole lignee ricoperte di velluto di colore dell’epidermide, e impregnate di pulviscolo d’argilla bianca, in contrapposizione al piccolo quadro incorniciato e installato all’altezza dello sguardo di un bambino.
Opere che diventano dispositivi atti a registrare sulla propria superficie “sensibile” l’impronta, il passaggio, la traccia lasciata dal contatto con la “pelle” dello spettatore, che toccandoli li segna “come infinite maree d’amore”, in un gioco doppio e continuo di presenza e assenza. Temi che tornano in un serrato dialogo epistolare dal sapore tautologico tra l’artista e il filosofo Jacopo Figura. All’opening c’era anche Artribune, e qui ci sono le immagini…
– Gino Pisapia
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