A un’ora dalla chiusura dell’ultimo giorno, la fila di pubblico fuori a cercare di entrare. Anche questo è Affordable Art Fair Roma. Marco Trevisan fa il punto a consuntivo
Vi viene il mente il nome di una fiera, una qualsiasi, che a un’ora dalla chiusura della domenica, ovvero dell’ultimo giorno di kermesse, ha la fila di pubblico fuori a cercare di assicurarsi un ticket per entrare? Ebbene alla prima edizione romana di Affordable Art Fair, la fiera internazionale che da un paio d’anni era […]
Vi viene il mente il nome di una fiera, una qualsiasi, che a un’ora dalla chiusura della domenica, ovvero dell’ultimo giorno di kermesse, ha la fila di pubblico fuori a cercare di assicurarsi un ticket per entrare? Ebbene alla prima edizione romana di Affordable Art Fair, la fiera internazionale che da un paio d’anni era già sbarcata in Italia a Milano, è successo anche questo.
Folla, grande successo dei programmi collaterali e delle iniziative di supporto come gli workshop, i laboratori, gli spazi per i bambini e poi, comunque, qualche cosa da correggere a livello di gallerie e qualità delle proposte che queste ultime hanno portato in fiera (forse un po’ troppe quelle che hanno abdicato a imbastire un progetto, apparecchiando il classico mercatino). Ma questi sono già i propositi per il 2013. Per fare il punto sul 2012, invece, ecco una piccola videointervista a caldo a Marco Trevisan, direttore dell’ufficio italiano di Affordable Art Fair.
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati