Roma, tutti i premi del Med Film Festival. Vince il tema dell’omosessualità: dalla tragicommedia sul Gay Pride di Belgrado al film sulla comunità transgender pakistana
Il Med Film Festival si è concluso anche quest’anno, a Roma. Una maratona di dieci giorni con film provenienti dall’area mediterranea ed europea, proiettati tra la Casa del Cinema, l’Istituto Cervantes e l’Auditorium della Conciliazione. Arrivata alla sua 18° edizione, la più antica istituzione festivaliera della capitale ha mantenuto la direzione artistica della sua prima […]
Il Med Film Festival si è concluso anche quest’anno, a Roma. Una maratona di dieci giorni con film provenienti dall’area mediterranea ed europea, proiettati tra la Casa del Cinema, l’Istituto Cervantes e l’Auditorium della Conciliazione. Arrivata alla sua 18° edizione, la più antica istituzione festivaliera della capitale ha mantenuto la direzione artistica della sua prima fondatrice, Ginella Vocca. Il programma è stato ricchissimo. Si è aperto col fiabesco road movie Noor del duo Çağla Zencirci e Guillaume Giovanetti. Sullo sfondo della Khusras, la comunità transgender pakistana, il protagonista, un evirato alla ricerca dell’amore, fugge a bordo di un folkloristico camion sulla strada del Karakoram. Arriva al “Lago dei Desideri”, un’enorme specchio d’acqua dove si riflettono le montagne circostanti e l’anima delle persone. Assolutamente da recuperare.
Consegnati venerdì sera i premi della giuria, composta da: Maurizio Caprara, Ivan Cotroneo, Carlotta Natoli, Vania Traxler, Carlo Valeri e Carlo Freccero, a cui è pure toccato il premio Koinè dell’anno. Vincitore del premio Amore e Psiche è risultato il film Parada, di Srdjan Drajojevic (Serbia, Croazia, Macedonia, Slovenia). La motivazione recitava: “L’originale rappresentazione dello scontro tra civiltà e culture che ha attraversato i paesi dell’ex Yugoslavia negli ultimi due decenni, attraverso lo strumento dell’ironia, offre una via possibile al superamento dei pregiudizi verso l’altro“.
Nella categoria documentari, invece, Erika Manoni, Jonathan Nossiter e Costanza Quatriglio hanno decretato Soldier/Citizen di Silvina Landsmann (Israele) e Les Invisibles di Sébastien Lifshitz (Francia), migliori film ex-aequo. Il primo è una lezione esemplare di civiltà, scevra dei pregiudizi e dei soliti cliché del conflitto israelo-palestinese. Il secondo, una lettura intima e originale di 50 anni di storia sociale francese attraverso donne e uomini omosessuali che hanno rielaborato il proprio vissuto.
Premio alla carriera 2012 al regista Damjan Kozole, storico frequentatore del Med.
– Federica Polidoro
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