Orestiadi di Gibellina 2023
Comunicato stampa
Le Orestiadi di Gibellina 2023 si avvicinano sempre di più: tra solamente una settimana, a partire dal 7 luglio e fino al 5 agosto avrà luogo la quarantaduesima edizione del Festival diretto da Alfio Scuderi. Realizzato dalla Fondazione Orestiadi, con il sostegno istituzionale dell’Assessorato al Turismo della Regione Siciliana e il progetto speciale al Cretto di Burri grazie all’Assessorato ai Beni Culturali e dell’identità siciliana della Regione Sicilia, il festival si muoverà tra tradizione e innovazione, tra narrazione e ricerca, tra parola, musica e immagini, portando in scena, ancora una volta, quel senso di utopica poesia che ha guidato l’intero progetto di Gibellina e la nascita del suo Festival, quarantadue anni fa.
Ancora di più nei progetti e nelle scelte di questa nuova edizione a guidare il Festival saranno le commistioni identitarie e stilistiche tra linguaggi diversi, sarà il mediterraneo come area culturale prima che geografica, ma saranno anche le Favole, come il grande omaggio a Italo Calvino per il centenario della sua nascita, immaginario che lega la nostra tradizione orale al nostro futuro.
Da Elio Germano ad Alessio Boni, da Peppino Mazzotta a Ernesto Tomasini, da Silvia Ajelli a Maria Grazia Cipriani, da Franco Maresco e Mimmo Paladino, da Enrico Stassi a Mario Venuti, tanti i protagonisti di questa nostra quarantaduesima stagione.
Si parte il 7 luglio con l'anteprima del Festival: in prima nazionale andrà in scena la favola siciliana “LUNARIA" di Vincenzo Consolo, autore che con questo testo ha tracciato un genere unico tra teatro e poesia, legando la poetica immaginifica della Sicilia a dei suoni e ad un linguaggio del tutto originale. A ricoprire i diversi ruoli della favola saranno Ernesto Tomasini, Silvia Ajelli e Gabriele Cicirello, con le musiche originali di Gabrio Bevilacqua.
Si prosegue con l’evento d’apertura al Baglio di Stefano: l’8 luglio risuoneranno le parole di Pier Paolo Pasolini portate in scena da Elio Germano e Teho Teardo con “IL SOGNO DI UNA COSA”. Il sogno di una cosa è il primo esperimento narrativo di Pier Paolo Pasolini, scritto di getto negli anni dell’immediato dopoguerra, prima di Ragazzi di vita e di Una vita violenta, ma pubblicato solo nel 1962, per questo il romanzo risulta essere al tempo stesso il romanzo d’esordio e di conclusione della stagione narrativa di Pasolini.
Si conferma quindi l’identità delle Orestiadi attraverso l’unicità di alcuni progetti costruiti nello spazio e per gli spazi coinvolti: dal Museo delle Trame del Mediterraneo al Cretto di Burri, luoghi che, di per sé, raccontano la storia delle Orestiadi e quell’intreccio determinante tra arte visiva e teatro che ha sempre caratterizzato il Festival, sin dalla sua nascita. Le Orestiadi si confermano polo del Contemporaneo Siciliano, con tre debutti nazionali, due installazioni, incontri, tante collaborazioni sul territorio e due progetti originali "site specific” immaginati per il Festival e per il Cretto di Burri.