A che punto siamo con i materiali sostenibili nel design? 

Una nuova mappa interattiva “Material Design Map” mette in relazione designer, università e aziende impegnati nella sperimentazione materica. Obiettivi? Mettere ordine in un panorama brulicante ma caotico, e agevolare l’integrazione di scarti e biomasse nei sistemi di produzione. Non soltanto nell’ambito dell’arredo

La sostenibilità e la circolarità dei materiali sono ormai da anni temi caldissimi nell’interior design. Lo testimoniano, al netto del greenwashing che affligge anche questo settore, il successo di startup come Krill Design, con le sue lampade realizzate a partire da bucce d’arancia e fondi di caffè, e i tanti esempi di pratiche virtuose presentati all’ultimo Salone del Mobile da aziende grandi e piccole. Perfino l’azienda simbolo della plastica Made in Italy – Kartell, fondata nel 1949 dall’ingegnere chimico Giulio Castelli – ha introdotto nel suo catalogo prodotti che utilizzano materiali bio-based (basati, cioè, su risorse di origine biologica e rinnovabili) o derivati da scarti. La Re-Chair disegnata da Antonio Citterio, per esempio, è una sedia creata riciclando le capsule Illy. 

La “Material Design Map”: uno strumento interattivo e open source

Se il futuro dell’arredo, e non solo dell’arredo, va nella direzione del riciclo e delle biomasse come alternative alla plastica, non è sempre facile raccapezzarsi nel mare magnum di proposte e ricerche in corso. Per ovviare a questo problema, la piattaforma WeVux ha lanciato una mappa digitale, una sorta di “Wikipedia della sperimentazione materica” che repertoria i progettisti e le aziende impegnati su quel fronte in Italia e nel mondo rendendo il loro lavoro accessibile a tutti. “Oggi si parla molto di materiali sostenibili, è un argomento sulla bocca di tutti, ma c’è un problema di frammentazione delle informazioni” spiega il direttore Teo Sandigliano. “Ci sono diversi database con informazioni autorevoli e scientifiche, però funzionano con un sistema di abbonamento e si fa molta fatica a capire quale materiale possa essere utile per un determinato scopo se non si ha una formazione adeguata. Un’altra criticità riguarda le regole, che spesso cambiano non soltanto da Stato a Stato ma addirittura da regione a regione e da città a città. Per questo abbiamo pensato che potesse essere utile mappare le sperimentazioni in corso, con l’obiettivo di restituire una visione d’insieme e far capire le potenzialità di questi materiali, evidenziando come possano contribuire a creare dei circuiti virtuosi”.  

Geolocalizzazione e valorizzazione del locale

La Material Design Map, questo il nome del database, implementati di tag geografici, utile anche per studiare il legame tra le ricerche e i territori in cui si svolgono, e una serie di filtri che riguardano il tipo di risorsa utilizzata, lo stato di avanzamento del progetto e la natura del soggetto che lo sta sviluppando (startup, università, studio di design o progettista, azienda…). “La geolocalizzazione per noi è molto interessante in ottica comparativa, perché per esempio gli scarti agricoli sono quasi sempre diversi a seconda del paese di riferimento, ma anche perché il recupero di materiali di risulta può andare di pari passo con il recupero di antiche tradizioni”, prosegue Sandigliano. “È il focus, per esempio, del lavoro di Eugenia Morpurgo sui «Syntropic Materials» (che analizza nel dettaglio gli agroecosistemi locali e i materiali che possono derivarne, NdR)”.  Non è affatto detto, comunque, che il design di interni sia l’unico ambito di applicazione dei materiali mappati: “le potenzialità sono quasi infinite, per esempio nella ristorazione dove esistono già locali zero waste e macchinari che riciclano i piatti rotti stampandone di nuovi, e dove c’è molto interesse per i packaging edibili”. 

Giulia Marani

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Giulia Marani

Giulia Marani

Giornalista pubblicista, vive a Milano. Scrive per riviste italiane e straniere e si occupa della promozione di progetti editoriali e culturali. Dopo la laurea in Comunicazione alla Statale di Milano si specializza in editoria a Paris X-Nanterre. La passione per…

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