Festival di Roma. Si inizia con una carneficina
Una telefonata allunga la vita: carneficina al ritmo di “Mack The Knife”. Il film di Takashi Miike divide la critica e lui ci scherza sopra. Roma splatter per un festival che sembra in crisi, almeno a guardare la vedita dei biglietti.
Lesson of Evil di Takashi Miike, ispirato a un romanzo giapponese di successo, apre il Festival del Film di Roma. Le voci dicono che l’opera sia stata rifiutata in molti festival e il regista ha scherzosamente detto di essere “d’accordo con Müller per l’asilo politico” nel caso non potesse rientrare in Giappone… Protagonista è il brillante professore Hasumi (Hideaki Ito, popolarissimo in patria), insegnante aall’Accademia Shinko. Stimato dai genitori e amato dagli studenti, il giovane e brillante insegnante nasconde un passato losco. Nel liceo cominciano a verificarsi strane sparizioni e quando il professor Masanobu, sospettoso, prova a indagare su Hasumi le cose vanno anche peggio. All’acme della follia, il bel professore isola l’area e progetta un piano per sterminare l’intera scuola senza esserne accusato.
Il plot non ha di per sé note estreme di originalità. Il modo in cui è girato e montato, invece, lascia gli spettatori con gli occhi incollati allo schermo. L’estetica splatter e la scorrettezza della narrazione hanno ottenuto lo sfavore di una parte dei giornalisti che assistevano all’anteprima: il sottinteso, del resto, era l’immunità del colpevole. Un’altra parte della stampa, invece, si è lasciata deliziare da questo pastiche sullo sfondo della leggenda nordica di Odino.
Le tetre note di Die Moritat von Mackie Messer (canzone scritta da Bertolt Brecht per L’opera da tre soldi) accompagnano le allucinazioni del macabro protagonista e costituiscono l’elemento narrativo più potente dell’opera. Sul finale il pezzo si trasforma nella sua più nota versione americana, Mack The Knife, mentre il killer diventa una sorta di showman in un carosello di luci scintillanti.
Takashi Miike è stato assistente di Shoei Imamura ed ha ottenuto precedentemente il favore della critica ai Festival di Cannes, dove ha presentato Gozu e Hara-Kiri- Death of a Samurai, e Venezia dove era in concorso nel 2011 con Tredici assassini. L’anno scorso aveva firmato la versione cinematografica del noto manga Yattaman. Con questo Lesson of Evil si distacca completamente dalla sua precedente produzione, col proposito, come da lui stesso asserito in conferenza, di esplorare nuovi territori espressivi.
Federica Polidoro
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