A Milano la mostra di un giovane artista che diventa Pifferaio magico
Nel 1284, la città sassone di Hamelin viene invasa dai topi; la salverà, come racconta una celebre fiaba, un pifferaio magico. A questa storia si ispira la performance di Andrea Fiorino
Dopo il successo della long performance CHM13hTERT di Agnes Questionmark, spazioSERRA a Milano continua la stagione espositiva di unpostoIMPOSSIBILE con la mostra site specific di Andrea Fiorino (Augusta, 1990), giovane artista siciliano, di adozione milanese, insieme a Ciao Mare, il gruppo milanese di musicisti, designer, fotografe, sarte e avvocate.
La mostra performance di Andrea Fiorino a Milano
Andrea Fiorino ci riporta al 1284, quando Hamelin, una città della Bassa Sassonia, viene invasa dai topi. A poterla salvare c’è un pifferaio, che grazie alla sua musica riesce a ingannare gli animali e condurli nel fiume, dove annegheranno. Nonostante la sua bravura, il musicista non riceverà il compenso pattuito, decidendo quindi di escogitare la sua vendetta: saranno i bambini a seguire le note del suo piffero. Incantati dalla musica, i piccoli spariranno nel nulla.
Fiorino riprende la storia del Pifferaio magico dei fratelli Grimm per trasformare spazioSERRA in un luogo ignoto. L’idea è quella di riflettere sull’attrazione che l’uomo prova verso qualcosa che non esiste, o meglio comprendere come la cultura contemporanea abbia inciso sulla effettiva presenzialità umana. Come fare a capire che il qui e ora devono essere ripresi? L’artista introduce l’elemento “straordinario”, come scrive Manuela Piccolo nel testo critico, per smentire questa retorica.
Andrea Fiorino e il Pifferaio magico
La mostra-performance si suddivide in tre atti. Nel primo, spazioSERRA diviene metafora dello strumento misterioso del pifferaio. Non a caso, mentre un suono ovattato si propaga dal luogo espositivo alla stazione della metro, la visuale di ciò che sta accadendo all’interno dello spazio è oscurata.
Poi si inizia a intravedere l’interno, e inizia il secondo atto. Per l’occasione l’artista si rivela al pubblico e inizia a incidere immagini sulle vetrate dello spazio: l’immaginario creato da Fiorino induce a scoprire cosa si cela all’interno. Si avvia così il terzo atto insieme a Ciao Mare, questa volta dentro lo spazio espositivo, dove sono conservati i resti di una festa “impossibile”.
Al pari di una pièce teatrale, Hamelin Il club impossibile degli ospiti indesiderati metta in scena un racconto sull’importanza dell’effimero nella nostra società. L’artista rivendica il ruolo di chi festeggia e usa la fantasia per pensare a nuovi orizzonti possibili, che si possano discostare dalla necessità di preformare per essere riconosciuti dagli altri.
Vittoria Mascellaro
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