Valencia omaggia Joaquín Sorolla, il suo pittore di luce

Sono 46 i dipinti dell’artista spagnolo riuniti al Museo de Bellas Artes in occasione del centenario della sua morte. Un racconto per immagini tra paesaggi marini, ritratti e affetti

Il 2023 per la Spagna non è soltanto l’anno di Picasso, ma anche l’Anno di Joaquín Sorolla (Valencia, 1863 – Cercedilla, 1923). Il successo degli eventi promossi per il primo centenario della morte del pittore impressionista e post-impressionista valenciano – riscoperto di recente anche in Italia grazie alla grande mostra a Palazzo Reale di Milano nel 2022, e celebrato in primavera dall’Accademia di Spagna a Roma – dimostra che il naturalismo del pittore della luce non smette di appassionare il pubblico, in Spagna come all’estero.

Joaquín Sorolla, Colleciòn Masaveu. Sorolla, installation view at Museo de Bellas Artes, Valencia, 2023. Photo Santi Ortiz
Joaquín Sorolla, Colleciòn Masaveu. Sorolla, installation view at Museo de Bellas Artes, Valencia, 2023. Photo Santi Ortiz

Joaquín Sorolla in mostra a Valencia. I dipinti della Collezione Masaveu

La mostra allestita al Museo de Bellas Artes di Valencia è un’occasione forse unica per ammirare nello stesso spazio un nucleo consistente di dipinti del pittore, prestati grazie alla generosità della Fondazione Maria Cristina Masaveu. La famiglia Masaveu – imprenditori tessili, collezionisti e mecenati del Principato delle Asturie, con un meraviglioso spazio culturale anche nel centro di Madrid – possiede infatti la maggior raccolta privata di opere di Sorolla, seconda solo alla Casa Museo dell’artista di Madrid e alla Hispanic Society di New York. Sono in tutto 46 i dipinti dei Masaveu esposti fino al primo di ottobre in una grande sala del museo valenciano: si tratta di dipinti realizzati tra il 1882 e il 1917, che permettono di apprezzare le diverse fasi di evoluzione tecnica e tematica dell’artista, con un approfondimento sulla storia espositiva e sul collezionismo spagnolo di Sorolla.

Joaquín Sorolla, Colleciòn Masaveu. Sorolla, installation view at Museo de Bellas Artes, Valencia, 2023. Photo Santi Ortiz
Joaquín Sorolla, Colleciòn Masaveu. Sorolla, installation view at Museo de Bellas Artes, Valencia, 2023. Photo Santi Ortiz

La pittura di Sorolla: paesaggi marini, ritratti e visioni di Spagna

Curata da María Soto Cano, conservatrice della Fondazione Masaveu, la mostra raggruppa opere di piccolo, medio e grande formato, quasi tutti oli su tela, suddivise in quattro sezioni di carattere cronologico. La tappa giovanile, degli anni di formazione tra il 1876 e il 1889, è rappresentata dalla copia del ritratto di Mariana de Austria di Velázquez (1884) e da alcuni dipinti dal sapore romantico, ispirati alla pittura romana dell’Ottocento, come il delicatissimo Bacio di Fausto, del 1887. Nella fase di prima maturità, che inizia intorno al 1890, Sorolla si dedica alla pittura d’ambiente sociale e popolare (bellissimo El Mamón, 1894, interno di una modesta famiglia con la madre intenta ad allattare) e ai primi studi di corpi giovanili nell’acqua per Triste herencia! (1899), la celebre tela che ritrae su una spiaggia un gruppo di bambini poliomielitici (proprietà della Fundación Bancaja). I paesaggi marini, sia mediterranei sia nordici con la loro esplosione di luce e colori, sono i soggetti più numerosi nella Collezione Masaveu. Sorolla amava dipingere dal vero: si recava sulle spiagge del litorale valenciano con il cavalletto posto direttamente sulla battigia, osservando gli effetti della luce cangiante del giorno sulla natura circostante. Tra le 46 tele, tutte di pregio, non manca qualche pezzo di soggetto raro e di stile insolito: è il caso dell’Allegoria della battaglia di Lepanto, un bozzetto a olio, in bianco e nero, dipinto su cartoncino, come un collage, per un calendario del 1899.  La tappa del Sorolla più maturo inizia nel 1900: vi appartengono l’intenso Ritratto di Paolo Troubezkoy (1910), l’amico scultore italiano che in cambio gli inviò un piccolo bronzo (oggi alla casa museo di Madrid) e le due grandi tele Mi mujer y mis hijas en el jardin, tre figure femminili immerse nei colori dei fiori, e il gigantesco Familia de don Rafael Errázuriz Urmeneta, considerata Las Meninas dell’arte moderna, date le somiglianze estetiche e formali con il capolavoro di Velázquez. La vista di Toledo (del 1913) e Pescadores de Lequietio (1912) preludono invece alle Visioni di Spagna, il celebre ciclo dedicato al folclore spagnolo commissionato da Archer Milton Hungtinton per la Hispanic Society, che corona l’ultima tappa della prolifica carriera di Sorolla.

I cavalletti di cristallo di Lina Bo Bardi

Punto di forza della monografica in corso al Museo de Bellas Artes di Valencia è senza dubbio l’allestimento. Si è scelto infatti di utilizzare il modello espositivo progettato da Lina Bo Bardi, architetto e artista italo-brasiliana, per il Museo di San Paolo del Brasile nel 1968, disegno museografico ripreso dal 2015. Nella grande sala rettangolare, lo spazio centrale è interamente occupato da tele di Sorolla montate su cavalletti in cristallo trasparente, appoggiati su semplici ma solidi cubi di cemento. L’effetto visivo è sorprendente, perché permette di osservare la sequenza di opere in mostra in una sorta di sincronia visiva, attraverso un gioco di specchi e di accumulazioni di immagini che suggeriscono similitudini, confronti e dialoghi inaspettati. Il supporto in cristallo permette inoltre di vedere anche il retro delle tele, alla scoperta dei segni lasciati dagli inventari dei collezionisti precedenti e delle tracce delle personali dove sono state esposte in passato, a Parigi, Londra e New York.

Federica Lonati

Valencia // fino al primo ottobre 2023
Colleciòn Masaveu. Sorolla
MUSEO DE BELLAS ARTES
Calle de Sant Pius V, 9
www.museobellasartesvalencia.gva.es

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Federica Lonati

Federica Lonati

Federica Lonati (Milano, 1967), giornalista professionista italiana, dal 2005 vive a Madrid. Diploma al Liceo Classico di Varese e laurea in Lettere e Filosofia all’Università Cattolica di Milano, si è formata professionalmente alla Prealpina, quotidiano di Varese, scrivendo di cronaca,…

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