Tutte le novità al Complesso Monumentale della Pilotta a Parma
Da poche settimane chi visita la Galleria Nazionale di Parma trova diverse novità: ulteriori tasselli di un’opera di riallestimento e sistemazione del Complesso Monumentale voluta dal direttore Simone Verde. Spunta anche un video mapping
Può capitare, chiacchierando con dei parmigiani, di sentire la similitudine “grande come la Pilotta”. Eh sì, perché il Complesso Monumentale di epoca farnesiana che ospita la Galleria Nazionale, il Teatro Farnese, la Biblioteca Palatina e molto altro è indubbiamente “grande”. Una vastità che esige scarpe comode se lo si vuole visitare tutto, ma ora per gli indomiti appassionati di capolavori dipinti, scaffali affollati di libri antichi, vetrine con ceramiche, medaglie e una miriade di altri oggetti di grande valore c’è una comodissima novità. Una sala ristoro, abbellita da vetrine che espongono rare porcellane finora relegate nei depositi, è stata dotata di divanetti e di vending machine da cui si possono acquistare bevande e snack per compensare la fatica e fare una pausa fisica e mentale. Pare una cosa da nulla, e invece anche il comfort è un fattore che può rendere più gradevole la visita a un grande museo.
Una storia da raccontare: il Teatro Farnese
Ma questa non è l’unica novità tra le tante che il direttore Simone Verde sta introducendo in Pilotta fin dall’inizio del suo incarico nella primavera 2017. Di recente sono state infatti presentate alcune aree sottoposte a più o meno profondi riallestimenti. La prima è assai “scenografica”: il proscenio del Teatro Farnese ogni 30 minuti prende vita grazie a un videomapping che evoca, grazie alla rielaborazione di documenti e immagini d’epoca relative allo stesso teatro, quella macchina di illusioni fastosa e complessa, capace di mettere in scena allestimenti che oggi ci sembrano incredibili se li collochiamo nei secoli XVII e XVIII. Il racconto della storia del teatro prosegue nelle sottogradinate, dove ora trovano posto volumi di ingegneria e architettura che illustrano gli edifici di spettacolo, nonché testimonianze sullo stesso Farnese, sculture sopravvissute ai bombardamenti subiti durante la Seconda guerra mondiale, modellini e filmati.
Dai tubi Innocenti alle sale monografiche
Ma l’intervento più rivoluzionario, almeno per chi ben conosceva il precedente percorso della Galleria Nazionale, è quello che ha coinvolto l’Ala Nord alta, che fino agli ultimi interventi sembrava una foresta di candidi tubi Innocenti. Si trattava della struttura, lasciata a vista, progettata da Guido Canali nel 1970: ora l’enorme spazio si suddivide in “sale” ricavate mediante pannelli che nascondono la griglia tubolare – la si intuisce solo in una passerella e nel raccordo tra i pannelli e il pavimento – e nei nuovi ambienti si concentrano le opere di uno stesso pittore o di uno stesso contesto. Finalmente si valorizzano nuclei prestigiosi come quelli su Bartolomeo Schedoni – autore senza dubbio da riscoprire – o sui Carracci, senza dimenticare i focus su autori meno noti ma fondamentali per Parma, come il manierista Girolamo Mazzola Bedoli.
Infine, si sfila sulla Passerella Farnese dove le vicende del ducato dei Farnese sono sviscerate tramite i ritratti impressi su medaglie e monete rinascimentali – tra gli artisti c’è anche Pisanello, inventore della medaglia moderna – nonché nei volumi a stampa. “Giunge a compimento, dopo un intenso lavoro durato sei anni, l’intero percorso espositivo della Galleria Nazionale della Pilotta”, fa sapere Verde, “che presenta molte opere, finora rimaste nei depositi, e finalmente esposte per la prima volta”. E il direttore conclude annunciando l’imminente arrivo di fondi del Pnrr che verranno impiegati per rinnovare in toto l’impianto illuminotecnico.
Marta Santacatterina
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