È di Tiziano la Pala di Pieve di Cadore realizzata per il suo altare di famiglia
L’artista realizzò il dipinto intorno al 1560 e vi si autoritrasse come fedele di San Tiziano. Un accurato restauro ha restituito la qualità dell’opera, svelando la tecnica di esecuzione e accertando la paternità del Vecellio
Non reca firma, la pala raffigurante una Madonna col Bambino tra i Santi Tiziano e Andrea, oggi nuovamente visibile nella chiesa arcidiaconale di Pieve di Cadore, che Tiziano Vecellio (Pieve di Cadore, 1490 circa – Venezia, 1576), originario della cittadina veneta, aveva scelto come luogo della sua sepoltura. Ma proprio a Tiziano si può attribuire l’esclusiva paternità dell’opera, dipinta intorno al 1560, a seguito del restauro curato dalla Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore in occasione del suo ventennale, con l’intervento della ditta Galvalux.
Tiziano e la pala di Pieve di Cadore
L’unico quadro dell’artista tuttora in Cadore presenta una Madonna delicatamente raffigurata nell’atto di allattare Gesù, di cui il restauro ha messo in risalto l’autenticità delle cromie, riaffiorate da diversi strati di vernici ossidate. E anche l’esclusiva mano dell’artista, senza l’intervento della bottega. Allo stesso intervento si deve anche un nuovo sistema di illuminazione: un aspetto da non sottovalutare perché, quando è difettoso, la percezione dell’opera ne risente.
La responsabile del restauro, durato due mesi, Francesca Faleschini ha realizzato anche l’intervento sull’Annunciazione, dello stesso Tiziano, del Duomo di Treviso. Intervento che ha convalidato la completa convergenza esecutiva tra le due opere, la prima delle quali è firmata dall’autore. La Pala di Pieve di Cadore è un’opera devozionale ascrivibile all’ambito privato, per l’altare della famiglia Vecellio presente nella chiesa arcidiaconale di Santa Maria Nascente: tra gli altri personaggi rappresentati, spicca la particolarità dell’autoritratto di Tiziano, nel fedele a sinistra che regge il bastone pastorale del suo santo omonimo, affine a quello che si trova al Prado. E il volto del fratello Francesco scomparso nel 1560.
Il restauro della Pala di Pieve di Cadore
La radiografia RX, la riflettografica IR e i micro prelievi stratigrafici hanno comunque confermato il disegno preparatorio, la tecnica esecutiva, i pigmenti utilizzati dall’artista e gli interventi successivi. E soffermandosi sul procedere del disegno e sulle sue peculiarità emotivo/conoscitive, appare la connotazione tipica di chi lo ha realizzato. Comparando inoltre la tecnica della Pala di Pieve di Cadore con un’altra opera il cui restauro è durato quattro anni, l’Assunta dei Frari, dipinta da Tiziano tra il 1516 e il 1518, è stato possibile osservare dall’interno il fare pittorico di Tiziano, scoprirne le pennellate, la velocità e la capacità di controllo: si è potuta così confermare la certezza della paternità dell’opera.
Fausto Politino
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