Al Festival dei 2Mondi di Spoleto Genesi e Apocalisse secondo Sandro Chia e Peter Greenaway

La Fondazione Carla Fendi presenta quest’anno per Spoleto60 Festival dei 2Mondi il progetto GENESI - APOCALISSE: L’Inizio e il Compimento, che coinvolge due maestri della cultura contemporanea anche nel ricordo della compianta Carla Fendi

La Fondazione Carla Fendi è come sempre coinvolta in prima linea nel Festival dei Due Mondi di Spoleto. Per la  sessantesima edizione del Festival, la Fondazione presenta il progetto GENESI – APOCALISSE: L’Inizio e il Compimento, a metà fra pittura e performance, che coinvolge due maestri nel contemporaneo:  Sandro Chia (Firenze, 1946) e Peter Greenaway (Newport, Galles, 1942). “Veniamo da un periodo di grande frivolezza, anche filosofica”, ci spiega Quirino Conti, architetto della Fondazione Fendi, “e adesso riemerge con forza  la voglia di pensare, per cui, probabilmente ad oggi non si può parlare d’altro che di questi due estremi. Ma si deve anche considerare il fatto che ci troviamo in Umbria, e ci è sembrato giusto, in segno di rispetto per le recenti tragedie di questa terra, portare questa riflessione. Bisogna poi aggiungere che alla Fondazione sono comunque sempre piaciute le cose ‘poderose’, perché Carla Fendi è stata una donna capace di concentrazione e rispetto per le tematiche fondamentali. È anche una sorta di omaggio a lei, anche se come mia committente, il mio lavoro è sempre stato dedicato a lei. C’era fra noi molta empatia e ci intendevamo con uno sguardo”.

FRA PITTURA E PERFORMANCE

Il progetto complesso così suddiviso: Sulla volta della Chiesa della Manna d’Oro, in piazza del Duomo a Spoleto, le immagini pittoriche di Sandro Chia ricreano una immaginifica GENESI come una suggestiva Capella Sistina. Negli spazi dell’ex Museo Civico, adiacenti a piazza del Duomo, l’installazione metaforica di Saskia Boddeke & Peter Greenaway racconta l’APOCALISSE sottolineando l’universalità dei diritti umani.
Sandro Chia è una “vecchia” conoscenza”, puntualizza ancora l’architetto Conti “fu scelto da Carla Fendi all’inizio della collaborazione con il Festival di Spoleto. Lo stimava molto e aveva in collezione diverse sue opere. Da parte mia penso che, volendo ricostruire una sorta di “Cappella Sistina”, lo stile “terragno”, di questo artista umbro-toscano è il più adatto per questo lavoro dal respiro monumentale. Peter Greenaway è stato invece scelto per il suo recente lavoro con le performance artistiche in giro per il mondo. Confesso che pensavamo non accettasse, e invece lo ha fatto con entusiasmo, e devo dire che ha dato vita a un’opera molto aderente all’atmosfera che avevamo in mente”.

UN LUNGO RAPPORTO CON L’ARTE CONTEMPORANEA

La Fondazione Carla Fendi, attraverso la straordinaria figura di Carla Fendi, ha un rapporto molto colto con l’arte contemporanea, che non segue la vulgata del collezionismo affaristico dei nostri tempi, come spiega ancora Conti che lo sintetizza così: “Un rapporto prudente, attento allo stile e ai concetti, inscindibili fra loro”. Un modo di guardare all’arte severo e con discernimento che si muoveva da Botta a Parmeggiani. Carla Fendi aveva una formazione eclettica, attenta al bello a prescindere, non necessariamente condizionata dall’idea del contemporaneo. Per lei, l’arte non doveva essere traumatizzante o traumatizzata, ma “colpire” l’anima in maniera positiva.

IL FUTURO DELLA FONDAZIONE, NEL RICORDO DELLA SUA MECENATE

Il 2 novembre si terrà a Roma il concerto all’Accademia di Santa Cecilia, che quest’anno assumerà il tono  di un omaggio doveroso alla stilista recentemente scomparsa. Contemporaneamente, continuerà la collaborazione tra la Fondazione e il Festival di Spoleto, che sarà perpetua come da volontà testamentaria della Fendi. Il concerto di chiusura del festival, inoltre, sarà diretto quest’anno da Riccardo Muti, grande amico di Carla Fendi che due anni riuscì a portarlo per la prima volta a Spoleto.
La Fondazione, inoltre, ha effettuato proprio in questi giorni un’erogazione che consentirà di assegnare tre borse di studio riservate ai migliori allievi della classe di pianoforte tenuta da Lilya Zilberstein nell’ambito dei corsi di perfezionamento estivi che si terranno all’interno della Chigiana International Festival&Summer Accademy. A testimonianza della profonda passione che legava i due coniugi alla musica classica.

– Niccolò Lucarelli

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Niccolò Lucarelli

Niccolò Lucarelli

Laureato in Studi Internazionali, è curatore, critico d’arte, di teatro e di jazz, e saggista di storia militare. Scrive su varie riviste di settore, cercando di fissare sulla pagina quella bellezza che, a ben guardare, ancora esiste nel mondo.

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