Torna nel Nevada Burning Man, il festival delle celebrities più esclusivo (e costoso) del mondo
Torna Burning Man, il festival made in USA che richiama migliaia di visitatori ogni anno per la sua spettacolarità nella città fantasma di Black Rock City, nel cuore del deserto del Nevada. Con un’unica artista italiana tra gli invitati.
Nel Deserto del Nevada ogni anno, sorge una città, che vive solo alcuni giorni, per ospitare un grande evento effimero. Stiamo parlando del Burning Man, il festival annuale di arte e musica più esclusivo del mondo (un biglietto costa 425 dollari) – in corso fino al 4 settembre – e della sua città temporanea Black Rock City, una “metropoli dedicata alla comunità, all’arte, all’espressione del sé e all’autorevolezza”, scrivono gli organizzatori sul proprio sito, riferendosi ad alcuni dei dieci principi su cui si basa la manifestazione, stilati dal co-fondatore del festival Larry Harvey nel 2004. Dal nome del rituale dell’incendio di un fantoccio di legno che brucia alla fine della rassegna senza lasciare più traccia di sé, il Burning Man è diventato una tradizione annuale che si svolge dal 1986 in terra statunitense (prima a San Francisco e ora sulla distesa salata del Deserto Black Rock nello Stato del Nevada), dove si danno appuntamento migliaia di persone – 70mila in quest’edizione – tra celebrità varie che vanno da Paris Hilton a Mark Zuckerberg di Facebook.
NON SOLO CELEBRITIES
Si tratta di un festival aperto a chiunque desideri proporre mostre, performance, workshop e tutto ciò che può essere un libero sfogo della creatività e dell’individualità, in un contesto che non può prescindere però dalla collettività e dalle sue regole, dove il denaro non esiste e il baratto è l’unica forma di scambio concessa. È in questo scenario che l’artista Francesca NINI Carbonini – unica artista italiana invitata dagli organizzatori del Burning Man a parteciparvi – presenta l’installazione Kafka 9.0, una serie di 10 dipinti uniti da un fil rouge, rappresentato dall’alchimia come motore di cambiamento, disposti a formare un muro: “una metamorfosi è una trasformazione da materia a materia, pura alchimia”, spiega l’artista. “Nell’arte diviene una trasformazione da spirito a spirito. È un passaggio, un dialogo per raggiungere la piena consapevolezza di se stessi e quindi la piena libertà”. Un viaggio verso la catarsi, attraverso il fuoco purificatore del Burning Man.
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