Il Festival dei Matti torna a Venezia e festeggia la sua decima edizione
È incentrata sui legami generazionali e sul senso del tempo l’imminente edizione del Festival dei Matti, la rassegna veneziana ispirata al delicato tema della follia. Tra gli ospiti anche Letizia Battaglia che è in mostra alla Casa dei Tre Oci.
Mancano solo pochi giorni all’avvio di una delle kermesse più attese del palinsesto culturale veneziano. Stiamo parlando del Festival dei Matti, in programma dal 24 al 26 maggio, che quest’anno celebra il suo decimo anniversario. Ed è proprio nel solco del tempo che si inscrive il calendario messo a punto dalla curatrice Anna Poma insieme al comitato scientifico formato da Giovanna Del Giudice, Riccardo Ierna, Gianni Montieri, Franco Nube e Gianfranco Rizzetto. Gli anni. Legami di generazioni è il titolo scelto in questo importante anniversario, promuovendo una “riflessione su ciò che il Festival dei Matti è stato finora ma soprattutto sugli antefatti, i fatti e i legami generazionali che ne scrivono le ragioni, le ambizioni, i desideri e che lo abitano”, come si legge nel comunicato della rassegna. Un’opportunità di “tornare a interrogare le parole, a ricucire memorie, a ricostruire i gesti e gli scarti tra questi e gli oblii, i silenzi, le distanze”, partendo dal presupposto che la follia, soprattutto in questo clima saturato dalla paura dell’altro e del “diverso”, necessita di uno sguardo consapevole, scevro di pregiudizi. Lo sguardo, dunque, abbraccerà non solo l’orizzonte della salute, ma anche quello della letteratura, della poesia, della politica, della sociologia e delle discipline performative, restituendo molteplici punti di vista su una questione non facilmente imbrigliabile in rassicuranti confini.
IL PROGRAMMA DEL FESTIVAL
Si comincia venerdì 24 maggio, negli spazi di Combo, ex convento dei Crociferi, con una riflessione sui diritti – quelli “distorti”, cuore pulsante del dialogo fra Gianfranco Rizzetto, Stefano Cecconi, referente Osservatorio nazionale StopOpg, Antonella Calcaterra, avvocato del Foro di Milano, Mauro Palma, garante nazionale delle persone private della libertà personale, e Gisella Trincas, presidente Unasam – e quelli esplicitati dal pensiero di Franca Ongaro Basaglia, sviscerato dagli studenti in dialogo con, fra gli altri, Riccardo Ierna, psicologo-psicoterapeuta del Centro Marco Cavallo di Latiano, Anna Poma e Maria Teresa Sega, storica. Franca Ongaro sarà anche al centro dell’azione teatrale di Mattia Berto, regista e direttore artistico del veneziano Teatrino Groggia. In serata, invece, il Cinema Rossini farà da cornice alla proiezione di Portami su quello che canta, storia di un libro guerriero, il docufilm di Marino Bronzino e Claudio Zucchellini basato sul processo contro un noto psichiatra accusato di maltrattamenti sui propri pazienti negli Anni Settanta. Sabato 25 maggio l’azione si sposterà al Teatrino di Palazzo Grassi, dove, in mattinata, il giornalista Sergio Buonadonna dialogherà con lo scrittore Björn Larsson su La lettera di Gertrud, ultimo romanzo dello scrittore svedese focalizzato sull’idea di identità, mentre, nel pomeriggio, l’incontro Le bugie della memoria vedrà la scrittrice Antonella Cilento e la poeta Anna Toscano interrogarsi sulla scrittura e sulla poetica di Ágota Kristóf e Fabrizia Ramondino, entrambe chiamate a fare i conti con la storia e con lo sgretolamento di identità personali e collettive. Alle 18, il conduttore di Caterpillar, Massimo Cirri, e Denis Curti, direttore artistico della Casa dei Tre Oci, daranno vita a una conversazione con Letizia Battaglia, in mostra nella sede espositiva sull’isola della Giudecca: un viaggio attraverso i decenni, fra cronaca e bellezza. Alle 21, infine, Dori Ghezzi e Francesca Serafini, autrici del libro Lui, io, noi, discuteranno con Gianni Montieri e Anna Poma del legame con Fabrizio De André, sulla scorta delle “anime salve in terra e in mare”.
LEGAMI E DINTORNI
Domenica 26 maggio, riflettori puntati sulla libreria Marco Polo di Campo Santa Margherita, che accoglierà una riflessione sulla libertà nei legami sociali insieme a Pietro Del Soldà, autore e conduttore di Tutta la città ne parla, e alla sociologa Chiara Saraceno. Nel pomeriggio, al Teatrino Groggia, andrà in scena il monologo La lettera (impossibile) di Dino Campana a Sibilla Aleramo, scritto e interpretato da Paolo Puppa. Karen Venturini, autrice di Melanconia con stupore, evocherà poi un centinaio di ritratti di donne internate tra il 1870 e il 1890 nel manicomio Osservanza di Imola, mentre alle 18 Gianni Montieri approfondirà l’ultimo libro di Andrea Pomella, L’uomo che trema, riportando, insieme all’autore, lo sguardo sull’oggi e sui meccanismi alienanti della clinica e delle terapie chimiche. Il festival si concluderà con Baby, il racconto di Susan Sontag attualizzato da Mattia Berto e Anna Toscano, tra “follia”, “normalità” e il peso dei legami familiari.
‒ Arianna Testino
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