Romaeuropa Festival 2020. Intervista al neopresidente Guido Fabiani

In carica dallo scorso 1 settembre, Guido Fabiani (già Presidente Vicario della Fondazione Romaeuropa) succede a Monique Veaute, fondatrice della rassegna e oggi Direttore Artistico della Fondazione Festival dei Due Mondi di Spoleto. Abbiamo intervistato Guido Fabiani, che ci ha parlato della 35esima edizione di Romaeuropa Festival, in corso nonostante la pandemia

35esima edizione per Romaeuropa Festival, rassegna che dallo scorso 18 settembre – e fino al 15 novembre – propone una programmazione di musica, danza e teatro con artisti internazionali, coinvolgendo 14 luoghi della Capitale. Un anno importante, quello in corso per Romaeuropa, non solo per il traguardo dei 35 anni e per la “particolarità” dell’edizione in corso – nonostante la pandemia, il Festival ha deciso di organizzare e portare avanti gli obiettivi prefissati –, ma anche perché dallo scorso 1 settembre alla Fondazione Romaeuropa è in carica un nuovo Presidente: si tratta di Guido Fabiani, già Presidente Vicario, che è successo a Monique Veaute, nuovo Direttore Artistico della Fondazione Festival dei Due Mondi di Spoleto. Monique Veaute continua a far parte del CdA della Fondazione Romaeuropa in qualità di fondatrice, oltre a essere stata nominata Presidente Onorario della Fondazione stessa, su proposta del nuovo Presidente Guido Fabiani.

Chassol at Greek Theater. Photo © Boris Memmi. Courtesy Romaeuropa Festival

Chassol at Greek Theater. Photo © Boris Memmi. Courtesy Romaeuropa Festival

CHI È GUIDO FABIANI, PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE ROMAEUROPA

Guido Fabiani è Professore Emerito di Politica economica e Presidente del CRES (Centro di Ricerche Economiche e Sociali) dell’Università Roma Tre. Dal 1998 al 2013 è stato Rettore dell’Università degli Studi Roma Tre e promotore del recupero e della riapertura al pubblico del teatro Palladium insieme alla Fondazione Romaeuropa, di cui è stato Vice Presidente vicario. Ha svolto inoltre l’incarico di Assessore allo Sviluppo economico e alle attività produttive della Regione Lazio dal 2013 al 2018, e ha collaborato sul piano scientifico e svolto funzioni istituzionali in istituti nazionali e internazionali, tra cui ISTAT, Formez, INEA, CNR, Ministero dell’Ambiente, Ministero dell’Agricoltura, MIUR, Cooperazione allo Sviluppo, UE, CNEL, ONU, FAO, IPALMO. È Cavaliere dell’Ordine Nazionale della Légion d’Honneur della Repubblica Francese e Gran Oficial de l’Orden de Bernardo O’Higgins della Repubblica del Cile.

INTERVISTA A GUIDO FABIANI 

Come ha accolto la notizia della nomina a Presidente di Romaeuropa Festival?
Sono in carica, in qualità di presidente della Fondazione Romaeuropa Festival, dall’1 settembre. Questa nomina è stata per me un grande onore. Conosco la Fondazione dai primi del 2000 e ne ho vissuto da membro del Consiglio di Amministrazione (presidente l’indimenticabile Giovanni Pieraccini) un periodo eccezionale, che ha visto anche un importantissimo e straordinario coinvolgimento del Palladium dell’Università Roma Tre, di cui sono stato Rettore.  Ora ho accettato questo incarico per tutta la bella storia passata, ma soprattutto perché so di poter contare sulle capacità e sulla qualità del lavoro di una grande squadra; perché c’è la competenza e la passione di un direttore generale ed artistico come Fabrizio Grifasi; perché Monique Veaute, che ha assunto il prestigioso incarico di direttrice artistica del Festival di Spoleto, continuerà come Presidente Onoraria a dare il contributo della sua genialità, della sua intelligenza e della sua profonda conoscenza del mondo nel quale si è inserita nel tempo la Fondazione.

Ultravioletto, Sonic Arms, Romaeuropa Festival 2019, Digitalive - foto di Cosimo Trimboli

Ultravioletto, Sonic Arms, Romaeuropa Festival 2019, Digitalive – foto di Cosimo Trimboli

La sua nomina è arrivata in un momento storico particolare. In che modo il Festival ha risposto e sta reagendo alla pandemia?
La 35esima edizione del REF è iniziata da circa due settimane. Non è stato facile adattare il programma già definito al profondissimo cambiamento di contesto determinato dalla pandemia ancora in atto. La squadra ha lavorato e sta lavorando come mai è successo prima e gli artisti hanno messo nella ideazione e nella realizzazione dei singoli spettacoli un messaggio, oltre che culturale, umano e civile, di partecipazione al momento che il mondo intero sta oggi vivendo.  Faremo un bilancio complessivo alla fine di questa edizione, dopo metà novembre e rifletteremo su quanto questa esperienza ci avrà arricchito per affrontare meglio il futuro. 

Come sta rispondendo il pubblico del Festival?
Finora si può dire, da un lato, che la qualità degli eventi che si stanno giornalmente realizzando è rimasta, come nella tradizione, eccezionalmente alta e stimolante e che, dall’altro, nonostante le pesanti misure da osservare, c’è stata una partecipazione di pubblico numericamente eccezionale, ordinatissima nel rispetto delle norme anti-contagio e sensibilissima al messaggio culturale e civile che questa edizione ha voluto esprimere. 

A livello pratico come viene strutturata la corrente edizione del Festival, alla luce delle attuali misure anti-contagio?
A questo riguardo si è lavorato molto per prepararsi al difficile compito che ci aspetta, nella consapevolezza comune che non sarà una passeggiata. Ci stiamo, pertanto, impegnando a realizzare le attività nel rispetto delle dovute misure, ponendo la massima attenzione al rispetto di tutte le disposizioni anti covid-19 sia negli uffici che negli spazi che ospiteranno i 64 eventi in programma. E in più, con la collaborazione dell’Assessorato regionale alla sanità si è costruito un rapporto con l’ASL Roma1 per realizzare tutte le azioni di prevenzione e contrasto al covid-19, per seguire gli artisti e lo staff durante il festival e per affrontare le eventuali emergenze. 

Quanto è importante oggi, nonostante le numerose difficoltà, portare avanti un progetto culturale come Romaeuropa, soprattutto per la ripresa delle attività artistiche performative?
 Di fronte alla pesante condizione di pericolo, di paura e di incertezza diffusasi con l’esplosione della terribile recente pandemia, purtroppo ancora in corso e dall’incerta evoluzione, il mantenimento di gran parte delle attività programmate è stato inteso come impegno civile e sociale della Fondazione. Nella convinzione che in un periodo difficile come quello attuale bisogna tenere alta la bandiera della cultura in tutte le sue espressioni. La cultura è un fattore fondamentale di civiltà, di coesione sociale, di identità (europea, in questo caso), di respiro internazionale e, per l’Italia in particolare, di sviluppo. Io voglio ringraziare l’intero CdA che ha approvato all’unanimità questa decisione e, in particolare, i rappresentanti delle istituzioni nazionali ed europee che ne fanno parte e hanno deciso di sostenere con rinnovato impegno l’attività del REF. Voglio anche ricordare che lo spettacolo di danza con cui Sasha Waltz ha aperto la 35esima edizione del REF è stato ufficialmente assunto dall’Ambasciata di Germania come il primo evento culturale con cui in Italia si intende celebrare il semestre di presidenza di Angela Merkel del Parlamento europeo. Un importante riconoscimento della dimensione europea che il REF ha mantenuto dal suo inizio e che manterrà nel futuro. 

– Desirée Maida

www.romaeuropa.net

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Desirée Maida

Desirée Maida

Desirée Maida (Palermo, 1985) ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo, dove nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte. Palermitana doc, appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi…

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