Auguri alle Scuole Civiche. Le istituzioni milanesi di formazione artistica compiono gli anni
Tra fine maggio e metà giugno ricorrono gli anniversari della Scuola di Teatro Paolo Grassi, che compie 70 anni, e della Scuola di Musica Claudio Abbado, che ne compie ben 160: previsti spettacoli in anteprima e feste aperte alla cittadinanza. E a settembre, il compleanno della Scuola di Cinema Luchino Visconti
È un 2022 di festa per la Fondazione Milano – Scuole Civiche, l’ente formativo che dirige i quattro percorsi di alta formazione artistica della città tra teatro, cinema, musica, traduzione e interpretazione. Tra la fine di maggio e l’inizio di giugno di quest’anno, infatti, due delle Scuole Civiche compiono gli anni e ne approfittano per celebrare i propri studenti con tre grandi eventi aperti al pubblico: da una parte la Scuola di Teatro Paolo Grassi compie 70 anni e festeggia con uno nuovo spettacolo e una festa aperta alla città; dall’altra la Scuola di Musica Claudio Abbado dedica per i suoi 160 anni un nuovo spettacolo al pubblico cittadino. “Non solo: a settembre di quest’anno saranno anche i 70 anni della Scuola di Cinema Luchino Visconti: trecento anni in tre scuole!”, dice orgogliosa la direttrice generale della Fondazione Monica Gattini Bernabò. Le accademie, che offrono 62 percorsi triennali e 26 magistrali tra teatro, danza contemporanea, musica, cinema e audiovisivo, sono famose a Milano e in Italia perché “sono speciali. I temi che ci caratterizzano, e per cui siamo scelti, è che ogni classe è composta da una piccola comunità, che deve essere piccola per permetterci di rimanere, come in passato, le “scuole del fare”. Noi insegniamo la pratica. Su questa si innesta, fondamentale, l’innovazione, con cui possiamo rispondere alle sfide della contemporaneità. Su una base solida di competenze siamo in grado così di allinearci a un mondo che cambia: sono quasi una decina d’anni che innoviamo costantemente”.
LE CIVICHE SCUOLE E MILANO
Gemmati come ente una ventina d’anni fa dal Comune di Milano, le Scuole hanno proposto con il tempo sempre più percorsi accademici di livello propriamente universitario fino a diventare “l’unico soggetto in Italia che al suo interno può fare ibridazioni. Basta vedere cosa si fa nelle Scuole: Musica e Teatro faranno un master per il cinema; la Visconti e l’Abbado fanno da anni musica per le immagini; la scuola di Cinema ha trovato il sostegno di Netflix per delle borse di studio; Danza e Cinema hanno lavorato con la realtà virtuale creando un’opera di videoarte sulla ‘Sagra della Primavera’ di Stravinsky”, racconta Gattini Bernabò. La didattica – volta anche alla sostenibilità (incluso un protocollo green per l’illuminazione) e all’inclusione (aprendo a studenti da 30 Paesi) – beneficia poi di un confronto costante con il pubblico e il mondo produttivo, con importanti riconoscimenti: “A coronare quest’anno, già così importante per gli anniversari delle nostre Scuole”, dice Stefano Mirti, presidente della Fondazione, “è stato l’impegno del Ministero della Cultura a concretizzare un sostegno permanente a Fondazione Milano. Un riconoscimento del nostro essere un vero e proprio Politecnico delle Arti, un polo universitario di alta formazione per lo spettacolo e la cultura caratterizzato da una dimensione nazionale e internazionale”.
I 70 ANNI DELLA SCUOLA DI TEATRO PAOLO GRASSI
Due sono gli eventi aperti al pubblico con cui Fondazione Milano festeggia l’anniversario di 70 anni (più uno) della Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi, aperta nel 1951 dal co-fondatore del Piccolo Teatro: il primo cade il 27 maggio alle 19 e alle 21.15 con il debutto del nuovo spettacolo Senza titolo – Viaggio alla ricerca di un senso possibile diretto da Serena Sinigaglia (diplomata proprio alle Scuole Civiche). Lo spettacolo coinvolge gli attori diplomandi come tappa finale del progetto di drammaturgia condivisa Che cos’è il Teatro? avviato con gli studenti lo scorso dicembre: “Ho posto loro delle domande semplici, le più difficili a cui rispondere”, spiega Sinigaglia ad Artribune. “Come, ‘Perché fai l’attore e quali sono le tue prospettive per il futuro?’, ‘Cos’è il teatro oggi?’, considerando lo strapotere del digitale e il tempo post-Covid. Questa classe è entrata in Paolo Grassi nell’autunno del 2019, bloccandosi subito dopo, mettendo le mascherine e non potendosi toccare. Questa condizione mi ha indotto a fare non un saggio tradizionale ma qualcosa di più urgente per tutti, fermandoci a riflettere su questi tempi. Alcuni brani dello spettacolo sono proprio le loro riposte, o quelle di genitori, passanti, rider, studenti. Ho chiesto loro di raccogliere anche pareri autorevoli da attori e registi del passato che si sono posti queste domande, come Flaiano, Correa, Grotowski…”. Tutto questo lavoro di scrittura scenica, svolto gomito a gomito con la diplomanda di regia Alice Sinigaglia, si è trasformato in un testo che produce una visione originale sul senso del fare teatro oggi. Per sancire l’anniversario, il 30 maggio dalle 19.30 si svolgerà alla Scuola l’evento di chiusura, dove con la direzione creativa di Greta Cappelletti e Laura Dondi si festeggerà con la cittadinanza attraverso letture, ricordi, set fotografici, speed date, salotti e dj set.
I 160 ANNI DELLA SCUOLA DI MUSICA CLAUDIO ABBADO
La Civica Scuola di Musica Claudio Abbado – fondata nel 1862 per formare strumentisti per la Civica banda e coristi per il Teatro alla Scala e dedicata ad Abbado nel 2014 – festeggia i suoi 160 anni al Teatro Lirico Gaber di Milano con due serate dedicate a La Bohème di Giacomo Puccini, il 13 e il 14 giugno. Concepito in forma di concerto, lo spettacolo “di giovani per i giovani”, come l’ha definito il direttore della Scuola Roberto Favaro, è pensato per portare a teatro un pubblico estraneo alla lirica. Realizzato insieme agli studenti di strumento, canto e direzione d’orchestra della Claudio Abbado (con la collaborazione della Paolo Grassi e del corso di scenografia dell’Accademia di Brera), lo spettacolo rientra nel Progetto Bohème Experience 2022, un percorso didattico sull’opera pucciniana che ha impegnato gli studenti dell’Istituto di Musica Classica per tutto l’anno accademico. La sfida del palcoscenico – soprattutto nel rinnovato Lirico Gaber e con la partecipazione straordinaria del baritono Armando Ariostini – andrà a chiudere l’esperienza dei giovani con un’opera in cui possano ritrovarsi: i quattro quadri dell’opera sono dopotutto un inno alla vita dei giovani artisti, con i loro sogni e speranze, i conflitti e gli amori, la solitudine e la gioia condivisa del gruppo. “Se gli artisti hanno avuto due anni difficili”, chiosa Gattini Bernabò, “pensiamo a quanto – proprio in questi anni – ci siamo resi conto che mancava quell’afflato che solo gli artisti, come gruppo, sanno dare”.
– Giulia Giaume
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