Torna Festival dei Due Mondi di Spoleto: ecco il programma, tra musica, danza, teatro, arte

Il più antico Festival delle arti performative di Italia torna nella cittadina umbra dal 24 giugno al 10 luglio per la sua sessantacinquesima edizione. La commistione di arti rimane la sua cifra: a firmare il manifesto è Anselm Kiefer. Poi via libera a più di 60 spettacoli, tutti in prima italiana

Più di 60 spettacoli in 17 giorni, tutti in prima italiana, con più di 500 artisti da 36 paesi in 19 sedi: sono alcuni dei numeri della sessantacinquesima edizione del Festival dei Due Mondi di Spoleto che torna dal 24 giugno al 10 luglio 2022, nuovamente sotto la direzione di Monique Veaute. Legato alla musica dal vivo, al teatro, alla danza e all’arte, il festival nasce nel 1958 su impulso del maestro compositore Gian Carlo Menotti e della sua visione: unire due culture e due mondi artistici molto diversi, quello europeo e quello americano. Trasformatosi nel corso del tempo, l’evento tiene fede alla sua vocazione di partenza per quanto riguarda l’internazionalità e l’interdisciplinarietà. Il manifesto di Spoleto65 è infatti firmato dall’artista tedesco Anselm Kiefer.

-Claudia Giraud

https://www.festivaldispoleto.com

MUSICA AL FESTIVAL DEI DUE MONDI

The Budapest Festival Orchestra, lead by Iván Fischer, the Music Director and a founder of The Budapest Festival Orchestra, performs in the Paris Philharmonie on Tuesday, 26.May.2015. Photo by Akos Stiller

The Budapest Festival Orchestra, lead by Iván Fischer, the Music Director and a founder of The Budapest Festival Orchestra, performs in the Paris Philharmonie on Tuesday, 26.May.2015. Photo by Akos Stiller

Fino al 10 luglio 2022 il cartellone ospita le migliori esperienze performative a livello internazionale – insieme ad appuntamenti collaterali ed eventi speciali, tra incontri con gli artisti, premi, istallazioni d’arte, rassegne cinematografiche e mostre – valorizzando teatri, spazi all’aperto e luoghi non convenzionali. Come la splendida cornice di Piazza Duomo, dove avrà luogo il concerto inaugurale del Festival dei Due Mondi. In questa occasione, il Coro dell’Orchestra Nazionale di Santa Cecilia prenderà parte, insieme alla Budapest Festival Orchestra diretta dal suo fondatore Iván Fischer, all’oratorio – in prima esecuzione europea – di Philip GlassThe passion of Ramakrishna che racconta la vita e gli insegnamenti del guru indiano Ramakrishna, morto nel 1886, a partire da estratti dalle sue lezioni e dalla descrizione dei suoi ultimi giorni di vita. A dare voce al guru Ramakrishna sarà proprio il Coro ceciliano, istruito da Piero Monti. Poi, la collaborazione tra la musicista Caroline Halleck e l’artista visivo Alessandro Roma darà vita a una performance in cui il suono si insinuerà nelle immagini, aprendo uno spazio in cui lo spettatore verrà lentamente trasportato.

DANZA E TEATRO AL FESTIVAL DEI DUE MONDI

Demi Veronique © Jean Louis Fernandez

Demi Veronique © Jean Louis Fernandez

La sezione Danza del Festival dei Due Mondi inaugura, invece, con il dittico Le Sacre du printemps / common ground[s] (dal 24 al 27 giugno, Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti) che segna il ritorno a Spoleto, dopo 13 anni, di un lavoro della leggendaria Pina Bausch. Lavoro irrinunciabile per comprendere l’estetica della Bausch, Le Sacre du printemps contiene le radici più profonde del suo metodo e linguaggio. Protagonista assoluta è, infatti, la danza, costruita secondo una limpida lettura della partitura musicale e scandita da assoli lancinanti e bruschi giochi di massa. Sul palco, uno strato di terra e i danzatori nei loro gesti quasi ossessivi, intorno e accanto all’Eletta, la vittima sacrificale, in rosso. In questo programma in due parti, che segna la prima collaborazione tra Pina Bausch Foundation (Germania), École des Sables (Senegal) e Sadler’s Wells (UK), Le Sacre du printemps di Pina Bausch è interpretato per la prima volta da una compagnia di danzatori africani. La sezione Teatro, invece, porta a Spoleto il regista tedesco Thomas Ostermeier e presenta gli ultimi lavori di drammaturghi italiani quali Fabio CherstichLeonardo LidiDavide Enia e del duo RezzaMastrella.

L’ARTE NEL FESTIVAL DEI DUE MONDI 2022 DI SPOLETO

Manifesto Anselm Kiefer, Spoleto 65

Manifesto Anselm Kiefer, Spoleto 65

Poi ci sono le mostre a Palazzo Collicola. Come quella pensata da Antonio Rezza e Flavia Mastrella, in concomitanza con la loro presenza nel cartellone del Festival dei Due Mondi. Anche l’esposizione del più noto video artista italiano a livello internazionale, Fabrizio Plessi, è dedicata per certi versi alle arti performative: in visione saranno infatti le sue scenografie digitali realizzate dagli Anni Ottanta a oggi, a documentare lavori eseguiti per il teatro e la danza contemporanea. Una mostra nella mostra è invece il comodato a lungo termine della importante Collezione Attolico. Infine, mentre negli spazi dell’ex bar di ingresso di Palazzo Collicola, verrà presentata la scultura dinamica e luminosa, dal titolo Sotto luce di Vittorio Corsini, col sostegno della Collezione Gori-Arte in Fabbrica, l’archivio e le ispirazioni dello scultore Eliseo Mattiacci prendono forma in una mostra reale e negli spazi digitali di Instagram nel progetto EMLibrary (Eliseo Mattiacci Library), sviluppato da Studio Eliseo Mattiacci ed esposto presso la Biblioteca Carandente. Da segnalare anche la presenza della Fondazione Carla Fendi che presenterà ARTECHNOLOGY un progetto che esplora un binomio già nell’interesse della Fondazione da alcune stagioni. L’arte apparirà sulla facciata del Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi con l’ingrandimento di Frammento Fatica N.26 dell’artista Daniele Puppi: un lavoro fotografico tridimensionale realizzato in 4 esemplari nel 2004 per la Lisson Gallery di Londra e ora in Collezioni Private. La scienza, invece, sarà nell’ ex Battistero della Manna D’oro che ospiterà Reality? Installazione site specific in realtà aumentata di Gabriele Gianni. Un’esperienza visiva e sonora che vuol far vacillare la percezione della realtà oggettiva in un luogo un tempo sacro, attraverso un misticismo “aumentato” dalla tecnologia.

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Claudia Giraud

Claudia Giraud

Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate…

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