Ripensare l’Europa: a Roma arriva la tre giorni culturale di The European Pavilion
Oltre 30 artisti, pensatori e ricercatori e 10 organizzazioni culturali si troveranno nella capitale per ripensare ciò che l'Unione significa oggi e ciò che può diventare domani
Ogni due anni, dal 2020, un folto gruppo di organizzazioni culturali, artisti, pensatori e ricercatori da tutta Europa convergono in un’unica sede per realizzare un programma di arti pubbliche che ripensi futuro dell’Unione. È The European Pavilion, che dal 17 al 19 novembre sbarca per la prima volta a Roma con mostre, conferenze, performance, installazioni e workshop che andranno a ispirare visitatrici e visitatori a riflettere sullo stato attuale dell’Europa, e il suo avvenire. Con l’aiuto di 10 organizzazioni e più di 30 artisti e ricercatori, il ricco programma di arti pubbliche si snoderà tra gli istituti di cultura romani di Villa Massimo, il Goethe Institut, la Biblioteca Hertziana, il Museo delle Civiltà, l’Istituto Svizzero, la sede di Nero Editions e l’Accademia di Francia. Il focus, comune a tutti gli incontri, sono le sfide fondamentali dei nostri tempi: le politiche migratorie, il futuro dell’alimentazione e la sua sostenibilità, le identità europee, la democrazia e, di primo piano in questi mesi, la pace.
LA SECONDA EDIZIONE THE EUROPEAN PAVILION A ROMA
Gli eventi non sono che la conclusione ideale di un più ampio programma creato dalla European Cultural Foundation, che nel corso di ogni biennio va a stimolare in tutto il continente una serie di progetti transnazionali di appartenenza collettiva rivolti alla risoluzione, o al ripensamento, delle problematiche più urgenti dell’Unione. Cruciale, nell’intenzione della fondazione, la metafora del “padiglione”, che non è solo una struttura organizzata di accoglienza, ma anche la parte dell’orecchio umano che permette l’ascolto: il programma presta infatti particolare attenzione alla diversità di lingue e voci che compongono l’Europa, dando maggiore spazio in ottica anti-colonialista e anti-sfruttamento a quelle più emarginate. Molte le proposte interessanti del programma: dalle sessioni di lettura su migrazione e identità nello spazio di Nero, al Lungotevere degli Artigiani, si passa alla grande mostra al Goethe-Institut di Roma, che riunisce quattro dei progetti sviluppati nell’ambito del programma per il biennio 2021-2022. Yra queste, le dichiarazioni contro la guerra raccolte da antiwarcoalition.art, lo storytelling sulla diversità culturale di Brunnenpassage e le opere del progetto Dinner for the future di Ylva Gislén e Johan Widén. E poi ancora, nella galleria di Villa Massimo, il collettivo EUPavilion presenta EUPavilion Eight proposals, installazione di realtà virtuale che fa parte di un progetto che va ad analizzare il modo in cui l’architettura può contribuire al dibattito sull’integrazione europea, fino al progetto The Forbidden Garden of Europe dello Studio Wild all’Istituto Svizzero, che offre una riflessione sulle politiche migratorie dell’Unione Europea.
Giulia Giaume
https://culturalfoundation.eu/stories/european-pavillion/
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