A Vilnius la prima edizione della Biennale lituana dedicata alle arti performative
Paese dalla fiorente scena artistica, la Lituania ha inaugurato una nuova biennale con base a Vilnius. Un’occasione, questa, per raccontarvi il sistema culturale della città
Conclusasi lo scorso 6 agosto, la prima Biennale di Arti Performative di Vilnius conferma come la Lituania sia un Paese dalla energica scena artistica e culturale, dopo alcuni importanti “precedenti”: ricordiamo infatti la Lituania per aver vinto il Leone d’oro alla Biennale di Venezia del 2019 con Sun&Sea (la performance sulla finta spiaggia), ma anche per aver dato i natali a Jonas Mekas, regista, poeta, artista e fondatore, con il fratello Adolfas, della rivista Film Culture, oltre a essere stato cofondatore dell’Anthology Film Archives.
I musei e gli eventi artistici a Vilnius
Tra le istituzioni culturali più attive di Vilnius è il Museo MO, nato dall’iniziativa degli scienziati e filantropi lituani Danguolė e Viktoras Butkus; progettato dall’archistar Daniel Libeskind, il museo è concepito come una “porta culturale” che collega passato e futuro. A questo si aggiungono il CAC, il più grande centro d’arte contemporanea degli Stati baltici, che promuove lo sviluppo e l’integrazione dell’arte contemporanea lituana nel contesto mondiale, e il Centro di Educazione e di Residenze Rupert: quest’ultimo è uno spazio progettuale in cui si svolgono laboratori d’arte e mostre di arte contemporanea non convenzionali. Alle attività dei musei si aggiungono anche quelle promosse dagli eventi annuali, tra cui un festival di design, tre festival di cinema e la fiera internazionale d’arte contemporanea Art Vilnius.
La Vilnius Biennial of Performance Art (VB23)
È in questo dinamico scenario che muove i suoi passi la Vilnius Biennial of Performance Art (VB23), nuovo evento internazionale dedicato alla performance art contemporanea, organizzato dalla Vilnius City Gallery Meno Niša come parte ufficiale del programma del 700° anniversario di Vilnius. Il suo direttore è Diana Stomienė, mentre la curatela è affidata a Neringa Bumblienė. Il programma ha visto la realizzazione di diciotto spettacoli di artisti internazionali e lituani, molti dei quali commissionati e prodotti da VB23. “Il focus principale è la città di Vilnius, ma anche una città in sé, come un ambiente creato e dominato dall’uomo che condividiamo con altre forme di vita, dove diverse storie, miti, attività, interessi, desideri e le visioni si scontrano, coesistono e si sovrappongono” spiegano gli organizzatori. “La città come organismo che nasce, e prospera, ma anche muore o viene ucciso, come sta accadendo in questo momento così vicino a Vilnius, in Ucraina. La città come struttura artificiale ma viva con certe regole, certe traiettorie di circolazione che alcune forme di vita seguono e altre scelgono di ignorare, creandone di nuove. La città come fitta rete intessuta di fili visibili e invisibili e carica di varie tensioni. La città come piattaforma e palcoscenico”.
Vilnius Biennial of Performance Art (VB23). Gli artisti partecipanti
La Biennale ha visto la partecipazione degli artisti Pedro Barateiro, Eglė Budvytytė e Marija Olšauskaitė, Adam Christensen, Dorota Gawęda e Eglė Kulbokaitė, Liam Gillick e Anton Vidokle, Eye Gymnastics (Viktorija Damerell e Gailė Griciūtė), Kris Lemsalu, Robertas Narkus, Emilija Škarnulytė. Attraverso una open call sono stati inoltre selezionati i lavori di Teo Ala-Ruona, BRUD (con Juan Pablo Villegas, Virginija Januškevičiūtė, Post Brothers e altri); e poi le collaborazioni tra Aleksandra Janus, Weronika Pelczyńska e Monika Szpunar, Rūta Junevičiūtė, Keithy Kuuspu, Jacopo Miliani, Pontus Pettersson; Justė Kostikovaitė, Laima Kreivytė e Eileen Myles; Yulia Krivich, Marta Romankiv e Weronika Zalewska.
Clara Tosi Pamphili
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