Al MAXXI L’Aquila la terza edizione di Performative, una festa/festival della performance
Il capoluogo abruzzese diventa palcoscenico della terza edizione di Performative, la rassegna internazionale dedicata alla performance di arte, danza, musica e teatro, con spettacoli, talk ed eventi
Tre giorni dedicati interamente alla performance, esplorata in tutte le sue molteplici ed eterogenee identità: questo promette il Festival Internazionale Performative, in programma dal 14 al 16 settembre e organizzato dal MAXXI L’Aquila in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti della città. Il team curatoriale – guidato dal direttore dell’ente museale Bartolomeo Pietromarchi e composto dalle curatrici Anne Palopoli, Fanny Borel e Chiara Bertini e dai docenti Silvano Manganaro ed Elena Bellantoni – ha architettato un cartellone variegato, percorso dal filo rosso della contaminazione delle arti, nella consapevolezza della necrosi che affligge le tradizionali categorie spettacolari e, all’opposto, dell’inventiva vitalità di artisti vocati alla sperimentazione e all’ibridazione. Una realtà indagata dal festival abruzzese anche dal punto di vista teorico, grazie all’interessante programma di talk e di approfondimenti, curato da Irene de Vico Fallani e Stefano Gobbi dell’Ufficio Public Program della Fondazione MAXXI.
Il programma di Performative al MAXXI L’Aquila
Teatro, danza, musica e arti visive dialogano e plasmano nuovi linguaggi nella maggior parte degli spettacoli in programma, a partire dall’inedito Flow. Voci d’acqua, una performance itinerante ideata dall’artista visiva Marzia Migliora e pensata per il centro storico dell’Aquila.
OHT, compagnia animata da Filippo Andreatta, è ospite con la sua ultima produzione, un’originale e immaginifica rivisitazione del romanzo più noto di Mary Shelley, ossia Frankenstein o il moderno Prometeo. La letteratura, e in particolare quella legata al mito greco riletto da autori contemporanei, costituisce l’ispirazione anche dei due lavori di Motus: Of the nightingale I envy the fate, ispirato alla figura di Cassandra e interpretato da Stefania Tansini, e You were nothing but wind, dedicato a Ecuba e con protagonista Silvia Calderoni. Una scrittrice contemporanea, Annie Ernaux, è stata poi l’innesco del lavoro che Marco D’Agostin ha costruito su e con la danzatrice Marta Ciappina e che prende il titolo proprio da un romanzo dell’autrice Premio Nobel, Gli anni. La danza è in cartellone anche con un altro concentrato assolo, NOBODY NOBODY NOBODY it’s ok not to be ok, di e con Daniele Ninarello. Corpo, parola, suono, forma e immagine intessono inedite relazioni anche nelle altre performance in programma: Curva Cieca dell’artista di origine eritrea Muna Mussie; Jeplane di Aurelio Di Virgilio e Lourdesdi Emilia Verginelli.
I talk e gli altri eventi di Performative
Critici, curatori e storici dell’arte sono i protagonisti dei quattro talk previsti dal cartellone: Filippo Andreatta, Luca Lo Pinto, Cecilia Canziani e Ilaria Mancia tratteranno del format “festival” e del rapporto fra mostra e performance, di potenzialità dello spazio pubblico e di nuovi modelli museali pensati in relazione alla performance. Tematiche di assoluta attualità e che trovano un riflesso nel format Con-formance (conferenze-performance), sviluppato nelle edizioni precedenti del festival e costruito nella forma di azione performativa in cui gli autori articolano liberamente il proprio sguardo su un tema o un protagonista del mondo dell’arte. In programma ci sono: Sogno Ogni Ora di Tommaso Binga; Troubled Waters-Searching For Atlantis di Vanja Smiljanic e Anatomia Parallela in movimento di Sissi.
Da segnalare, ancora, le azioni dal vivo agite dagli studenti dell’Accademia di Belle Arti dell’Aquila, realizzate con i “colleghi” di Annecy-Alpes; e il coinvolgimento nelle attività del Festival anche di alcuni allievi del Conservatorio cittadino A. Casella e degli studenti delle scuole superiori del capoluogo abruzzese protagonisti di un’edizione speciale del PCTO MAXXI A[R]T WORK. Novità di quest’anno, infine, è l’istituzione del Premio Performative, assegnato a Olga Kozmanidze con la sua creazione Self-reversing, performance curata e presentata da Sibilla Panerai che, con i colleghi Ivan D’Alberto e Marcella Russo, ha individuato una rosa di sei lavori performativi nati sul territorio abruzzese e tra i quali è stato scelto il vincitore che viene prodotto e inserito nel programma della rassegna. Da capire, a valle di questa edizione, se i profondi cambiamenti al Maxxi determineranno o meno una prosecuzione di questo progetto.
Laura Bevione
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati