A Roma c’è una storica galleria d’arte privata con dentro un teatro

Un oscuro presagio, una frenata brusca. Il giorno dopo l’attentato alle Twin Towers a New York. Storia, speranza per la pace, e il frustrante ritorno della guerra in uno spettacolo che va in scena a Roma nella galleria L’Attico

Si chiama Frenata sul Lungotevere il nuovo spettacolo, scritto e diretto da Elsa Agalbato e Fabio Sargentini che dal 23 novembre al 10 dicembre andrà in scena presso la storica galleria de L’Attico, a Roma. Il progetto parte da un antefatto importante. Ideato nel 2020, in occasione dell’anniversario di 9/11, l’atto terroristico alle Torri Gemelle di New York avvenuto nel 2001, cambiando definitivamente le sorti del mondo, ma anche l’immaginario culturale e iconografico degli anni a venire, non era stato poi inaugurato al pubblico a causa della pandemia da Covid-19. “In effetti”, spiegano Sargentini e Agalbato, “tutto parte dalla notte che precede l’attentato alle Torri Gemelle che abbiamo vissuto con un oscuro presentimento. A notte fonda, infatti, si è sentito sopra il cielo di Roma passare una quantità di aerei, non certo civili. Non finiva mai, un rombo impressionante, che poi si è perduto in lontananza. Ci siamo interrogati, smarriti, su cosa accadesse. Il giorno dopo l’apparizione tragica delle Torri in fiamme alla tv…”.

Frenata sul Lungotevere: lo spettacolo e l’attualità

Questo senso di presagio è infatti il sentimento che dà il la alla narrazione di Frenata sul Lungotevere. Due giovani, interpretati da Alberto Agalbato e Francesca Anello, percorrono in auto il Lungotevere a Roma e nonostante il tentativo di frenata non riescono ad evitare l’investimento di un piccione, annuncio oscuro di qualcosa di terribile che sta accadendo. E che ritorna oggi negli avvenimenti che stanno scuotendo il mondo, senza però offrire un approccio didascalico. “Oggi”, confermano i due registi, “che spira nuovamente un vento di guerra, abbiamo deciso di riprendere questa pièce e metterla in scena. Anche se di solito nei nostri lavori teatrali, non ci basiamo sulla cronaca”. La direzione dello spettacolo è divisa tra Agalbato e Sargentini. La prima viene dalla drammaturgia classica e si occupa pertanto della recitazione degli attori, mentre Sargentini che si nutre del teatro degli artisti cura spazio e immagine; i due mantengono comunque un confronto serrato su tutto. Frenata sul Lungotevere andrà in scena presso la galleria L’Attico nella sua sede di Via del Paradiso 41, spazio che Sargentini ha affiancato allo storico garage di via Beccaria nel 1972. Le vicende de L’Attico sono una pietra miliare nella storia dell’arte. Fondata nel 1957 da Bruno Sargentini, padre di Fabio, la galleria situata in Piazza di Spagna trasloca nel 1968, per volontà del figlio, nel mitico garage (mentre Bruno trasloca in via del Babuino) nel quale poi si svolgeranno mostre cardine di artisti come Pino Pascali, Jannis Kounellis, Eliseo Mattiacci, Sol Lewitt, Gino De Dominicis, tra gli altri. All’approccio performativo che comunque caratterizza molte delle pratiche di questi artisti, sarà accompagnata l’organizzazione di festival come Danza Musica Volo Dinamite che dal 1969 porterà in Italia e in Europa per la prima volta danzatori e musicisti come Trisha Brown, Simone Forti, La Monte Young per citarne alcuni. Anche Sargentini dal 1979 intraprenderà la strada del teatro sperimentale, mentre la collaborazione con Elsa Agalbato, attrice e regista, comincia nel 2003.

Fabio Sargentini osserva i cavalli di Kounellis davanti L'Attico
Fabio Sargentini osserva i cavalli di Kounellis davanti L’Attico

Il teatro e le arti visive ne L’Attico

Come dialogano questi due mondi nel linguaggio dei due registi? “Certo”, spiegano, “il nostro piccolo teatro, trenta posti, è all’interno della galleria d’arte e non può non risentirne. Anzi, nelle mostre, esso viene utilizzato ben volentieri dagli artisti, essendo il palcoscenico una postazione privilegiata. Dunque, nel linguaggio che usiamo, l’immagine è importante, ma ancora di più è lo spazio, per cui la scena non è mai solo frontale, ma si dilata e coinvolge spesso anche la platea. In questo caso, ad esempio, gli spettatori diventano viaggiatori da fermo, presi tra la proiezione del doppio Lungotevere ai lati e del fiume in fondo al palcoscenico. Su questa installazione basica si fonda il racconto. Il quale poi si sviluppa in una dialettica tra esterno, il fiume e la strada, e interno, la casa dei protagonisti. Assieme a immagine e spazio c’è ovviamente la parola, essenziale per la trama”. E quali prospettive lascia Frenata sul Lungotevere per il domani?  Tra reale e virtuale, tra speranza per la pace e amarezza, “ci sono due scene madri contrapposte nel racconto. Una d’amore, che spegne simbolicamente le fiamme dell’incendio, e l’altra cruda, spietata, che ripropone l’efferatezza del presente. Il futuro? È riposto tutto nella giovinezza dei due protagonisti”. 

Santa Nastro

Frenata sul Lungotevere
Biglietto: 7 euro
Prenotazione: [email protected]

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Santa Nastro

Santa Nastro

Santa Nastro è nata a Napoli nel 1981. Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università di Bologna con una tesi su Francesco Arcangeli, è critico d'arte, giornalista e comunicatore. Attualmente è vicedirettore di Artribune. È Responsabile della Comunicazione di FMAV Fondazione…

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